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Cosa vedere a Adelfia (Bari) | Festa di San Trifone

Adelfia è un luogo che chiamiamo casa e lo è davvero per uno di noi (Pietro), quindi ci teniamo davvero a raccontarvela con il cuore. Il comune di Adelfia si trova a soli 12 chilometri di Bari. Nota in tutta Italia per la festa patronale di San Trifone, Adelfia è anche popolare per la massiccia produzione dell’uva da tavola e per la sua dualità: due chiese madre, due santi patroni, due centri storici e l’eterna e leggendaria rivalità tra Montrone e Canneto. Nel 2022 torna a pieno regime la Festa di San Trifone, ecco il programma.

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Cenni storici: Canneto e Montrone

Adelfia fu istituita nel 1927 dalla fusione dei comuni di Canneto di Bari e Montrone. Per suggellarne l’unione, al nuovo comune fu posto il nome Adelfia, ossia “fratellanza” (dal greco adelphòs). I due rioni sono separati tra loro da una croce situata alla Scuola Elementare di Canneto. Dove si trova Adelfia? Adelfia Bari dista solo 12 km.

Canneto

Sebbene alcuni reperti attestino la presenza presso Canneto di insediamenti umani e di una necropoli della vicina Celiae risalente all’età messapica, per la storiografia ufficiale Canneto nasce nella seconda metà dell’XI secolo.

Nel corso della campagna militare condotta da Roberto il Guiscardo e finalizzata alla conquista della città di Bari (1067-1071), il messinese Giosuè Galtieri insieme ad alcuni compagni trovò un canneto dal quale poté approvvigionarsi di grandi quantità di canne, con le quali furono costruite più di 200 capanne necessarie all’esercito nel suo assedio alla città. Quando Bari capitolò, Roberto, che ne divenne duca, ricompensò Giosuè Galtieri per i servigi resi infeudandolo dell’area, Cannitum, nella quale aveva reperito il materiale di costruzione.

Galtieri sposò la tarantina Beatrice Curcelli. Una loro figlia, Stella Beatrice, sposò il napoletano Alfonso Barbiano, che ottenne così la baronia di Canneto e vi costruì il palazzo baronale. Nel 1186 venne costruita la cappella della Madonna della Stella, ex voto per l’insperata guarigione di Stella Beatrice. L’ultima famiglia a detenere la signoria di Canneto fu quella dei Nicolai, che fece costruire l’arco dell’orologio e Largo Castello. A questa famiglia apparteneva don Cataldo, primo autore delle memorie storiche dei due borghi limitrofi.

Montrone

Montrone sorse nel 982 quando il commerciante bizantino Roni Sensech, in fuga da Bari sotto l’incalzare delle truppe longobarde, si stabilì su un’altura poco vicina, che si presentava particolarmente adatta al pascolo e al commercio del bestiame. Nacque così il villaggio di Mons Roni. Tra i suoi primi abitanti, vi era un sacerdote bizantino che in una delle tre grotte della luogo dipinse una Natività. In corrispondenza di quella grotta nel 1086 fu edificata la cappella detta Madonna del Principio.

Nel 1167 Guglielmo II il Buono riconobbe l’università di Montrone e la diede in feudo a Goffredo Tortomanni. Nel 1390, divenne possesso del notabile barese Nicolò Dottula che dotò il borgo di un castello turrito, nucleo dell’attuale palazzo marchesale, e ne mantenne il possesso fino al 1417.

Sebbene alcuni reperti attestino la presenza presso Canneto di insediamenti umani e di una necropoli della vicina Celiae risalente all’età messapica, per la storiografia ufficiale Canneto nasce nella seconda metà dell’XI secolo.

Cosa vedere a Adelfia

I due centri storici

La particolarità di Adelfia nasce dalla proprio dalla fusione di Canneto e Montrone, e quindi dai due centri storici, con due Santi Patroni, due Chiese Madre e due ville comunali. Non solo, inizialmente le due popolazioni differivano anche sul punto di vista culturale e del dialetto, fattore che ha ostacolato a lungo l’identità cittadina, a causa del campanilismo delle due fazioni.

Un campanilismo forte ancora oggi in alcune occasioni, che spinge spesso i cittadini adelfiesi a sottolineare di essere di Canneto o di Montrone, oggi quartieri principali della città. Infatti, nonostante siano passati quasi 100 anni dall’unificazione dei due comuni, un po’ per gioco, un po’ per spirito d’appartenenza, si pone sempre porre la solita domanda: “Ma tu sei di Canneto o di Montrone?“.

La stele situata su corso Vittorio Veneto presso l’attuale municipio segnava gli antichi confini. Una volta alle spalle, nella proprietà Catella, era situato il cippo confinario. Seppure San Trifone sia il Patrono di Adelfia, celebrato nella Chiesa Madre di Montrone, anche Canneto ha le sue feste patronali: San Vittoriano e la Madonna della Stella.

Data la distinzione dei due centri storici scopriamo cosa visitare singolarmente in ognuno di essi.

Cosa vedere a Montrone

L’ingresso nel centro storico di Montrone avviene attraverso la così detta Porta di San Trifone, su Via Vittorio Veneto, il corso principale. San Trifone è il patrono di Montrone e di tutta la città. Tra le strade del centro storico, via Vittorio Veneto, Corso Umberto e la villa comunale di Montrone si svolge gran parte della festa patronale.

Chiesa Madre di Montrone

La Chiesa Madre di Montrone, intitolata a San Nicola di Bari, venne ricostruita attorno al 1711 e consacrata nel 1726. Il campanile fu innalzato tra il 1744 e il 1747. Nel 1833 il pittore molfettese Saverio Calò ne affrescò gli interni, Nel 1926 il barese Bernardo Caprioli eseguì la decorazione in oro zecchino della parte superiore della chiesa. Vi è contenuta la statua del patrono di Montrone e compatrono di Adelfia, San Trifone martire, opera dell’andriese Riccardo Brudaglio (1783).

Palazzo Marchesale di Montrone

Il nucleo originario “casa-torre” del Palazzo Marchesale dei Bianchi – Dottula fu fatto costruire tra il 1390 e 1396 da uno dei primi feudatari di Montrone, Nicolò Dottula. La nobile e potente famiglia Dottula vanta di avere trasportato con le su navi le ossa di San Nicola da Mira a Bari, come testimonia un vecchio dipinto nella Basilica di San Nicola.

Nel 1519 un patrizio napoletano, Giambattista Galioti acquistò il palazzo marchesale, lo ingrandì, fece dipingere le mura da esperti pittori napoletani, fece realizzare un fossato laterale, un torrione ad angolo, garitte di guardia e camminamenti di difesa, trasformandolo in residenza feudale.

Dal 1652 al 1696 il palazzo marchesale prese una configurazione architettonica non più come casa castrale bensì di residenza gentilizia. Nel 1709, al piano terra, venne costruita la cappella dedicata a San Rocco, alla quale si può accedere anche da via Castello.

Nelle Giornate primaverili del FAI nel 2016 tantissime sono state le persone che hanno voluto visitare il Palazzo Marchesale Bianchi-Dottula, mai aperto al pubblico, in quanto attualmente è di proprietà privata. Appartiene ai Carelli-Palombi, discendenti diretti dei Dottula, in linea femminile.

Parrocchia di Santa Maria del Principio

La Cappella S. Maria del Principio e il più antico ed importante luogo di culto della comunità di Montrone. Sotto l’attuale piazzale della cappella, stando alla tradizione, un prete greco, congiunto del fondatore di Montrone, Roni, dipinse verso il Mille la Vergine che fu chiamata «del Principio».

L’attuale cappella fu costruita nel 1086 ed ingrandita verso il 1521 dal barone Giambattista Galeoti che fece aggiungere due altari laterali e vi fece trasportare il dipinto dalle grotte. Da allora si è festeggiata la Madonna nella prima domenica di settembre di ogni anno.

La cappella dovette funzionare da chiesa madre finquando non fu costruita l’attuale. Nel 2002 è iniziato il restauro attuale con una nuova pavimentazione e un sistema di aerazione per impedire l’umidità che aveva quasi distrutto l’intonaco sulle pareti e sulla volta. Oggi è anche se sede di mostre.

Fontana dell’emigrante

La comunità degli emigranti adelfiesi nel mondo è vasta e molto legata alla terra d’origine. Il simbolo del sacrificio di quanti hanno lasciato la propria terra e della fratellanza di tutti gli emigranti è la Fontana dell’Emigrante nella villa comunale di Montrone, a cui si accede attraversando corso Umberto. La fontana è stata ristrutturata nel 2012. La splendida cornice della villa comunale, tra alberi e comode panchine, rende una sosta nei pressi della struttura davvero piacevole.

Palazzo Angiuli 

I due Palazzo Angiuli, in via Valenzano e a Corso Umberto, sono di notevole pregio. Nella cappella interna del primo, dedicata all’Immacolata Concezione, si celebra annualmente un concerto ed una messa pro Terra Santa con il patrocinio dell’Ordine del Santo Sepolcro. Il secondo è affrescato.

Biblioteca Comunale Antonio Cafaro

La Biblioteca Comunale Antonio Cafaro, ad Adelfia, è aperta da oltre trent’anni, e nel 2019 è stata oggetto di un importante intervento di rigenerazione urbana e riqualificazione. Tra scaffali pieni di volumi, per gli amanti dei libri di tutte le età, si arriva alla sala lettura, molto frequentata da lettori e studenti non solo di Adelfia, ma anche dei comuni limitrofi.
Non manca uno spazio dedicato ai più piccoli nella Enjoy-Teca, tra letture, giochi e tanto divertimento. L’auditorium ospita ogni anno numerosi spettacoli teatrali e musicali con oltre 200 posti a sedere.

Largo Domenico Nicassio (alveo torrentizio)

Siamo ormai al confine tra Montrone e Canneto. Il ponte che sovrasta l’ex ferrovia collega i due quartieri sorge sull’alveo torrentizio ed è diventato un giardino nel 2019, dopo una riqualificazione che ha portato alberi, fiori, muretti a secco e panchine.

Cosa vedere a Canneto

Passiamo ora a Canneto, ricca di opere architettoniche, civili e religiose, da ammirare. Si entra nel centro storico attraverso la Porta Girundi e l’Orologio, ma, come Montrone, si estende anche in una parte moderna, divisa da quella vecchia sempre da Via Vittorio Veneto. In Piazza Vittoriano Cimarrusti troviamo la villa comunale di Canneto, con il monumento dedicato all’omonimo Carabiniere adelfiese e ai caduti a Dogali.

Chiesa Matrice di Canneto

La Chiesa Matrice di Canneto, dedicata all’Immacolata, fu costruita, consacrata e ampliata tra il 1761 e il 1763. Custodisce le reliquie di san Vittoriano martire, patrono di Canneto e compatrono di Adelfia.

La facciata esterna si divide in due ordini: quello inferiore dove è presente il portale d’ingresso mentre quello superiore dove vi è un finestrone centrale che illumina l’interno.

L’interno, a croce latina, conserva negli altari laterali due grandi tele di autore ignoto che raffigurano l’Annunciazione e la Crocifissione, mentre sul presbiterio è stato realizzato un affresco raffigurante l’Ultima Cena.

Santa Maria della Stella

La costruzione della chiesa avvenne per volere di Alfonso Balbiano che, in seguito ad un’insperata guarigione di Beatrice Stella, moglie del fondatore, fu intitolata alla Vergine della Stella.

Ha uno schema planimetrico a pianta rettangolare, composto da tre campate delle quali la terza coincide con il presbiterio di forma rettangolare, rialzato di un gradino rispetto allo spazio assembleare, protetto da una pregevole balaustra in marmo e concluso con un’abside semicircolare. La facciata principale si presenta semplice e lineare. La porzione superiore è di forma rettangolare, è aperta al centro da un finestrone mistilineo di gusto barocco ed è conclusa da una semplice cornice modanata.

Torre normanna di Canneto

La Torre normanna di Canneto è stata costruita da Alfonso Balbiano negli anni dal 1147 al 1153, è alta 19 metri ed è composta di quattro piani. Termina con un coronamento aggettante di archetti pensili su mensole. È stata dichiarata monumento nazionale nel 1920, insieme all’adiacente palazzo marchesale di Canneto.

Palazzo Marchesale dei Nicolai

Il Palazzo Marchesale dei Nicolai a Canneto fu realizzato nel 1761. Carlo De Nicolai fu il primo marchese del borgo. Quest’ultimo provvide ad ampliare gli ambienti e ad aggiungere nuovi corpi al Palazzo Marchesale, a rinnovare le strutture della Chiesa dedicata a S. Maria della Stella, e all’edificazione della Chiesa Matrice. Alcuni resti della cinta muraria del piccolo borgo di Canneto si evidenziano lungo i paramenti murari del prospetto principale del Palazzo Marchesale.

Castello delle Fascine

Il Castello delle Fascine o Casina don Cataldo a Canneto del XVII secolo, conosciuta anche con il nome di Casina Monsignore,  è uno splendido edificio in stile barocco.  Fu costruita dal Nicolai lungo la strada per Bitritto.

Parco Comunale Berlinguer

Il Parco Comunale Enrico Berlinguer, tra via Fieno e via Mattarella, è il polmone verde di Adelfia. Ad oltre un decennio dalla sua apertura, nel 2013 è stato restituito alla popolazione in una versione più verde, pratica e adatta allo sport all’aperto. Luogo di incontro per la socializzazione e di svago per i più piccoli, è frequentato da molti sportivi.

Festa Patronale di San Trifone

La Festa Patronale di San Trifone a Adelfia (Bari) è detta la Regina delle Feste, per la maestosità delle sue celebrazioni, che uniscono l’aspetto religioso a quello di grande evento per l’intera popolazione. La venerazione di San Trifone nasce a Montrone, dopo che, secondo la tradizione, protesse il paese durante l’epidemia di peste del 1691 e scacciò un’invasione di cavallette. La festa anima le strade del paese dal 1° all’11 novembre di ogni anno, e il giorno principale è il 10 novembre.

Il culto di San Trifone a Adelfia

San Trifone è tenuto in grande considerazione dai contadini per la salvaguardia delle coltivazioni dalle invasioni di cavallette, dalle infestazioni di rettili, insetti e altre specie di animali nocivi. Infatti secondo la tradizione protesse Adelfia durante l’epidemia di peste del 1691 e scacciò un’invasione di cavallette. L’evento è ricordato nell’iconografia del santo, che presenta sempre una cavalletta sulla lancia.

Nonostante quella lui dedicata sia la festa dei Montronesi, San Trifone riesce ad unire tutto il paese e a riunire tutte la famiglie attorno ad un tavolo. Un festa fatta di devozione, impegno e tradizioni centenarie.

Madonna della Stella

Gli abitanti fedeli di Canneto ogni Lunedì di Pasqua onorano la Madonna della Stella con una festa solenne, avendo poi il popolo stesso eletta la Vergine della Stella protettrice di Canneto.

La domenica di Pasqua, il lunedì dell’Angelo e il giorno successivo vengono celebrate varie liturgie e processioni dedicate a Santa Maria della Stella. Diverse manifestazioni hanno luogo in onore di questa festività, come cortei storici, gare ciclistiche, lanci di palloni aerostatici, mostre pittoriche, fuochi d’artificio, orchestre e giro di banda. Il corso principale viene addobbato con le tradizionali luminarie pugliesi.

Il culto della Madonna della Stella

Il Cavaliere Giosuè Gualtieri, che seguiva Roberto il Guiscardo, che aveva assediato Bari, nel 1071 chiese al suo signore di ritirarsi in un luogo di riposo. Il desiderio del Cavaliere fu esaudito e si ritirò nella zona del territorio di Canneto. Il figlio Domenico sposatosi ebbe una bambina che si chiamava Stella Beatrice. Questa, divenuta erede del territorio di Canneto, si ammalò gravemente, tanto che si temeva di perderla. Il marito Alfonso Balbiano con viva fede rivolse continue preghiere alla Madonna, perché avesse salva la consorte. Stella guarì e il marito, in ringraziamento e in omaggio a Maria Santissima, fece edificare nel suo giardino una cappella e, titolandola Madonna della Stella, stabilì che ogni lunedì si celebrasse una messa. Il popolo religiosissimo di Canneto ancora ogni lunedì di Pasqua onora la Madonna della Stella con una festa solenne, avendo poi il popolo stesso eletta la Vergine della Stella protettrice di Canneto.

Festa Patronale di San Vittoriano

Quella di San Vittoriano è la festa patronale di Canneto. San Vittoriano Martire nacque nel 440 d.C. circa ad Adrumeto, tra la Tunisia e Tripolitania. Fu nominato proconsole di Cartagine da Unnerico, re dei Vandali. Lo stesso che, sentendosi minacciato per il rifiorire del Cristianesimo, fece imprigionare, condannare ai supplizi e alla decapitazione Vittoriano il 23 marzo 484. Il corpo del Santo seppellito dapprima a Cartagine, poi trasferito a Roma e a Napoli, giunse infine a Canneto di Adelfia il 23 luglio 1753 e fu posto nell’attuale urna nella Chiesa Matrice dell’Immacolata di Canneto, che ne custodisce appunto le reliquie.

La festa patronale, solitamente l’ultima settimana di luglio, prevede celebrazioni religiose, la processione con la statua del Santo, concerti musicali, luminarie e fuochi pirotecnici.

Festa dell’Uva di Adelfia

La seconda e la terza settimana di agosto ad Adelfia si celebra la Festa dell’Uva.
La sagra si tiene da oltre vent’anni ed è un evento molto atteso da tutti. L’uva è infatti il prodotto più rappresentativi del paese.

La Festa dell’Uva si celebra in piazza Municipio, dove vengono esposti i migliori grappoli d’uva coltivati nella zona. La competizione tra i tanti viticoltori è molto accesa, tutti vogliono aggiudicarsi il premio per il grappolo d’uva più grande.
Ad allietare la festa, spettacoli folcloristici, bancarelle, musica e divertimento.

Chiacchr e Frutt

Una delle manifestazioni che ci teniamo maggiormente a raccontare sul territorio del barese è il mercatino di “Chiacchr e Frutt”, organizzato da APS Tipica Adelfia presso la vecchia Stazione. Prodotti tipici a km 0, artigianato di qualità, buon cibo, street food e eventi culturali. 

CHI&CO Drink-Snack-Friends

Tra uno scatto e un reel ci siamo fermati per rifocillarci presso CHI&CO Drink-Snack-Friends, il self service H24 che ha appena riaperto in paese.

Situato in via Nicolai 44 a Adelfia (BA), offre una vasta scelta di bibite, drink, snack e tutto ciò che si possa desiderare in un distributore automatico. Fornito anche di due prese USB per ricaricare i vostri dispositivi.

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