Sempre più numerosi sono i turisti (e i pugliesi) che scoprono le cave di bauxite di Spinazzola, ma in quanti conoscono il Bosco di Acquatetta che le circonda? Ci troviamo a pochi chilometri da Spinazzola, nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, venite a conoscere questa preziosa distesa di verde nella BAT.
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Bosco di Acquatetta


Il Bosco di Acquatetta appartiene al territorio del Parco nazionale dell’Alta Murgia. Diversi incendi ne hanno ridotto negli anni sempre più le dimensioni di circa un terzo.
A partire del 1959, grazie al Corpo Forestale dello Stato e al Consorzio di Bonifica della Fossa Premurgiana oggi Terre d’Apulia, si è attuato un rimboschimento utilizzando Pino d’Aleppo e Cipresso in distribuzione non sempre uniforme.
Il bosco svolge diverse funzioni tra cui: utilizzo del legname per l’industria, per ricavare frutti, resine e funghi (funzione produttiva); come protezione del suolo dall’erosione (funzione protettiva) e infine attraverso i tanti percorsi interni è possibile conoscere il territorio gli alberi e le specie vegetali tipiche del bosco.

Una curiosità sul nome: “Acquatetta” in origine forse identificava un ‘casale, villaggio o abitato fortificato’ è costituita da un insieme di grotte, ancora presenti nel territorio, a uso non solo abitativo per gli uomini e ricovero per le bestie, ma anche granario e funerario. Tale nome caratteristico del luogo è composto dal latino aqua(m) e tecta(m) cioè ‘acqua nascosta’. Forse il nome deriva da una sorgente locale dove un tempo i pastori portavano le pecore al bagno prima della tosatura. Le prime documentazioni di Acquatetta risalgono al secolo XI, stessa epoca delle primitive testimonianze scritte su Minervino. Oggi è il nome di una contrada che comprende varie aziende agricole, un bosco artificiale, una costruzione detta Abbazia (in realtà era sede dell’affittuario di Acquatetta), l’ex chiesa e delle grotte. [fonte]
Flora e fauna del Bosco di Acquatetta


In esso si è verificato uno sviluppo spontaneo di esemplari di roverella e di specie proprie mediterranee come la quercia spinosa o il leccio. Il bosco è animato da una folta popolazione di cinghiali e in quantità assai ridotta da lupi.
Il percorso principale si snoda in sentieri ricchi di zafferanastro che li colora di un giallo intenso. Il Bosco di Acquatetta è anche testimonianza di come l’uomo ne abbia modificato in alcuni casi la sua struttura attraverso l’estrazione della bauxite.

Dispersi nel calcare si trovano infatti piccole quantità (anche meno dell’ 1%) di minerali insolubili che trasportati dalle acque si accumulano nella cavità sotterranee dando origine a depositi di terre residuali di un accattivante colore rossastro. In particolari condizioni climatiche, dominate da periodi caldi e secchi alternati a periodi piovosi, le terre residuali possono trasformarsi in bauxite, una rocciatrice di minerali di alluminio. [fonte]
Percorsi, sentieri, cammini e trekking nel Bosco di Acquatetta


Il percorso, idoneo sia a chi vuole solo camminare che agli amanti del trekking, oltre tra gli alti alberi del bosco, e le strade di terriccio rosso dovuto alla bauxite, e le sue miniere (o cave), devia anche su antiche grotte di origine carsica. Ad un certo punto infatti il percorso digrada velocemente verso il territorio lucano con un’imponente scarpata di circa 150 metri.
Avrete una vista verso il Lago Serra di Corvo, il Ponte Ferroviario del 21 Archi, Castello di Monteserico e il Monte Vulture. Seguendo il declivio arriverete alla Grotta della Volpe. Riprendendo il cammino arriverete nel complesso carsico profondo circa 90 metri, la Voragine Il Cavone, la cui imboccatura ricoperta di felci, sembra quasi nascondersi nel bel mezzo del bosco.denominato.
Questo condotto naturale è profondo circa 70 metri. In un riparo scavato nella roccia chiamato Riparo del Cavone, a ridosso della cava di estrazione di pietra, sono state rinvenute delle sottili incisioni, centinaia di segni il cui studio è stato curato da Paola Astuti dell’Università di Pisa. Le incisioni dell’età dei Metalli di Spinazzola, tra Eneolitico (il periodo di transizione fra l’età della pietra e quella del bronzo) ed inizi dell’età del Bronzo, rappresentano l’unica “narrazione” attraverso la rappresentazione dei segni che probabilmente presente sulla Murgia.
Potete concludere il percorso al Monumento dedicato ai 22 Martiri della Murgia. I martiri di Murgetta Rossi sono state definite le Fosse Ardeatine pugliesi. [fonte]
Cave di Bauxite di Spinazzola e del Bosco di Acquatetta


Del grande lavoro di estrazione della bauxite, che da quel colore rosso alla terra della zona, non rimangono che a testimonianza le cave o miniere. Pochi sanno che il Bosco di Acquatetta ne conserva almeno una decina, tra piccole e grandi che nulla hanno da invidiare a quelle più famose nel territorio di “Murgetta Rossa” in agro di Spinazzola. La loro origine è da riferirsi agi inizi del 1900 quando cominciarono delle ricerche finalizzate alla scoperta di giacimenti minerari in Puglia.
Il giacimento di bauxite di Spianazzola è stato ad un certo punto tra ii più importanti del territorio nazionale. La cessazione dell’estrazione coincise con il declino della produzione di alluminio italiano in quanto iniziò l’importazione dall’estero. L’asportazione del deposito bauxitico ha fatto venire alla luce quelle antiche cavità modellate dai processi carsici e colme di terra rossa simili a strette gole. Alcune di esse sono profonde fino trenta metri con pareti verticali e di forma tondeggiante. Questi luoghi sono un esempio di archeologia industriale, oltre che una finestra sul passato geologico della Puglia. [fonte]
Dove si trova il Bosco di Acquatetta
Il Bosco di Acquatetta è situato tra i comuni di Minervino Murge e Spinazzola. Si trova incluso nel territorio del Parco nazionale dell’Alta Murgia e con i suoi 1083 ettari è il più esteso della Provincia di Barletta-Andria-Trani, nonché il secondo più grande di Puglia.