Corato, città dell’oliva Coratina e di uno dei carnevale più famosi di Puglia, ha una sua precisa identità urbanistica ad anelli concentrici,con le sue chiese e i suoi palazzi, che racchiudono piccoli tesori.
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Indice dei contenuti
Storia di Corato
La zona di Corato è stata abitata sin dalla tarda Età del bronzo, come testimoniano le emergenze archeologiche in località San Magno, a circa 3 km dalla città. In questa zona è stata riportata alla luce una necropoli italica di tombe a tumulo, complete di corredi funebri principalmente composti da vasellame e monili in ferro che testimoniano scambi commerciali e culturali con altre zone del Mar Mediterraneo. Altro pregevole testimone della storia più antica di Corato è il Dolmen sito in località Chianca dei Paladini, risalente al XIV secolo a.C..
Le origini dell’attuale centro abitato di Corato si collocano nel III secolo a.C., durante il periodo repubblicano di Roma, quando Scipione l’Africano premia i reduci della conquista di Cartagine, concedendo loro diversi territori in Puglia. Uno di loro, un certo Caius Oratus, avrebbe avuto in qualità di patrizio romano una zona su cui fece sorgere un villaggio al quale avrebbe dato il nome facendolo derivare dal suo.
Anticamente la città era percorsa da un tratto interno della via Traiana: l’abitato romano sarebbe confermato dall’originale pianta quadrata (da cui probabilmente il nome della città, secondo alcuni studiosi).
Fin dalla sua fondazione nel III secolo a.C. fino alla caduta dell’Impero romano d’occidente, il villaggio di Corato faceva parte del territorio della vicina Ruvo di Puglia, all’epoca florida polis greca e poi municipium romano.
Corato era inizialmente una piccola comunità contadina che adorava divinità boscherecce o della fertilità, ma grazie alla trionfale predicazione di San Pietro e San Paolo essa divenne ben presto comunità cristiana che adorava i primissimi santi fra i quali San Vito e Santa Lucia, in onore della quale si allestiva il “falò di Santa Lucia”, tradizione ancora viva nel terzo millennio.
Corato, che mantenne nel tempo la sua caratteristica contadina e pastorale, fu nel V secolo teatro delle scorrerie barbariche dei Visigoti di Alarico e in seguito delle orde saracene che portavano massacri e distruzione. A questo proposito gli abitanti di Corato edificarono una torre lungo la via che saliva dal porto di Trani e un’altra detta “Turris Longa” in posizione dominante avanzata che aveva piuttosto una funzione di avvistamento.
Nell’XI secolo Corato come tutta la Puglia fu preda dei Normanni. Trani fu dominata dal conte Drogone, mentre Pietro il Normanno prese possesso dell’abitato coratino nel 1046. In quest’anno fu fondata ufficialmente la città di Corato e insieme all’atto di fondazione Pietro il Normanno ordinò ai capi maestri di erigere quattro torri, delle quali restano oggi labili tracce, e relative mura.
La città rimane fedele a Corradino di Svevia anche dopo la morte di Federico II nel 1250, e alla conquista di Carlo I d’Angiò ottiene il motto di “Cor sine labe doli” (in lingua latina “Cuore senza macchia di infamia“), riportato ancora oggi nello stemma civico.
I Borbone nel XVI secolo dominano Corato e la zona circostante, fino ad un modesto tentativo d’insurrezione ad opera del cittadino Federico Quinto nel 1799. Infeudata pochi anni dopo alla famiglia Carafa duchi di Andria e conti di Ruvo, nel 1503 la città assiste alla celeberrima disfida di Barletta, infatti il combattimento ebbe luogo tra Corato e Andria in territorio di Trani, Contrada Sant’Elia, allora sotto il dominio dei Veneziani. Un grande fervore economico ed edilizio coinvolge poi la città a partire dalla salita di Gioacchino Murat in poi, fino a proseguire con l’unità d’Italia.
Cosa vedere a Corato
Centro storico di Corato
Le principali attrazioni di Corato si trovano nel suo centro storico, o nelle strade limitrofe, come le chiese principali, le piazze più famose, Palazzo de Mattis e il Palazzo di Città. Il centro storico mantiene il suo impianto medioevale nonostante tanti interventi effettuati in epoche successive. Non manca la street art, che colora alcuni vicoli del borgo.
Palazzo di Città e Piazza Matteotti
Il Palazzo di Città è ubicato in piazza Cesare Battisti ad angolo con Corso Garibaldi nell’edificio che era Convento dei Minori Osservanti dedicato a san Cataldo edificato agli inizi del 1500. Secondo una leggenda proprio in quel luogo nel 1483 il vescovo Cataldo apparve ad un contadino liberando Corato dalla peste. Inizialmente fu costruito un convento dei Frati Minori Osservanti, detti Zoccolanti ed una piccola chiesa. Nel 1629 fu costruita, trasversalmente alla precedente, la chiesa molto più grande, dedicata alla Vergine Incoronata. Il convento era caratterizzato da un chiostro, ancora ben conservato caratterizzato da archi ogivali tardogotici poggianti su pilastri.
Il palazzo di città assunse l’aspetto attuale alla fine del XIX secolo e da quel periodo in poi ricoprì la funzione di Municipio. Al centro della piazza, proprio dinanzi il Palazzo di città, troviamo la Statua di Garibaldi del Solari e lo stemma di Corato.
Teatro Comunale di Corato
Le origini del teatro a Corato risalgono alla prima metà dell’Ottocento. Nel 1838 le autorità cittadine inoltrarono al Ministro degli Interni la richiesta di autorizzazione a costruire a Corato un teatro con lo scopo di arricchire la città da un punto di vista di culturale e sociale.
Nonostante la volontà delle autorità, a causa di alcune controversie politiche, il progetto di realizzazione del teatro fu affrontato soltanto nel 1872. L’inaugurazione dell’opera ebbe luogo il 5 dicembre del 1874. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, il teatro iniziò ad offrire spettacoli di vario genere che andavano dal melodramma alla prosa, dalle operette della belle èpoque alle commedie da cafè chantant.
Il Teatro Comunale presenta esternamente l’originale stile neoclassico: i due piani, divisi da cornici, sono semplicemente intonacati e tinteggiati sui toni del rosso e sono arricchiti da archi e lesene che raddoppiano sugli angoli con capitelli dorici e corinzi rispettivamente al piano terra e al primo. Al piano terra vi è un basamento in lastre di pietra liscia. [fonte]
Piazza Cesare Battisti
I “passegiatoi” di Corso Mazzini, da Largo Plebiscito a Piazza Cesare Battisti, sono una strada-piazza deputata al passeggio serale cittadino e accolgono la quotidiana vita mondana e dello svago. Siamo alle spalle del Palazzo di Città, e su questa piazza si presenta la facciata della Parrocchia Maria SS. Incoronata.
Parrocchia Maria SS. Incoronata
Originariamente l’odierno Santuario Maria SS. Incoronata era dedicato al culto di San Cataldo, protettore della città. Era stato proprio quest’ultimo a chiedere, durante un’apparizione avvenuta il 1483, al contadino Quirico Trambotto, la costruzione di una chiesa dedicata al suo culto.
In seguito al crescere della devozione mariana, la piccola chiesa originaria non era sufficiente ad accogliere i tanti pellegrini provenienti da paesi vicini, per questo i Frati vollero costruire un tempio a Lei dedicato connesso al loro convento. La nuova costruzione, che soppiantò l’originaria cinquecentesca e di cui non esistono più tracce, fu consacrata nel 1617 ma i lavori continuarono fino al 1629, anno in cui la chiesa fu terminata.
Esternamente la chiesa è rivestita da pietre delle nostre Murge, lavorate a bugnato rustico, e presenta un’abside a vista. La chiesa è a navata unica molto ampia e presenta lateralmente delle cappelle sotto profondi arconi. [fonte]
Piazza Cavallotti
Attraversando Corso Mazzini in direzione del palazzo del Comune di Corato, sulla sinistra c’è la piccola Piazza Cavallotti, leggermente sopraelevata rispetto al piano stradale. Al centro il Monumento a Carlo Felice Cavallotti, milanese, garibaldino, politico, giornalista e poeta. Fondatore degli scapigliati, deputato radicale, sempre all’estrema sinistra, si autodefiniva can da guardia della democrazia.
Largo Plebiscito e Statua di Matteo Renato Imbriani
Il monumento a Matteo Renato Imbriani (nato a Napoli il 28 Novembre 1843) fu inaugurato nel 1905 in Piazza Plebiscito, quando a Corato era Podestà l’avvocato Vincenzo Ripoli e per l’occasione fu stampata una cartolina. Matteo Renato Imbriani è ricordato per aver fatto portare l’acqua a Corato con la rete idrica. L’abitazione coratina di Imbriani si trova in Piazza Simon Bolivar, a fianco della Parrocchia S. Giuseppe.
Parrocchia Santa Maria Greca
Il Santuario di Santa Maria Greca (detto anche Chiesa della Madonna Greca) è un importante luogo di culto cattolico della città di Corato, nella Città metropolitana di Bari. La chiesa, sede della parrocchia omonima, è molto importante per il paese poiché strettamente legata ad alcuni avvenimenti di notevole rilevanza per la sua storia; vi si custodisce inoltre una presunta immagine acheropita ed è il luogo di sepoltura della Serva di Dio Luisa Piccarreta.
La chiesa si trova lungo Corso Garibaldi, principale anello stradale che cinge il centro storico di Corato e che ricalca la cinta muraria medievale del borgo. Le forme attuali sono quelle assunte tra XIX e XX secolo, che le hanno conferito un aspetto prevalentemente neoclassico con forti elementi eclettici. Originariamente la chiesa presentava un aspetto barocco, ancora oggi riscontrabile nella cripta e in parte nell’absidiola della navata destra, e si estendeva solo per circa metà dell’attuale edificio.
Associazione Luisa Piccarreta
L’Associazione “Luisa Piccarreta – Piccoli Figli della Divina Volontà” (www.luisapiccarretaofficial.org), da anni, si adopera per la promozione e la diffusione, in Italia e nel mondo, della Spiritualità “del vivere nel Divin Volere”, contenuta negli Scritti della Terziaria Domenicana Luisa Piccarreta, nata a Corato il 23 aprile 1865 e morta il 4 marzo 1947 in odore di santità, dopo un’intera esistenza terrena vissuta, per circa 70 anni, nel letto del dolore accettato in costante e gaudiosa uniformità al Volere Divino.
Piazza di Vagno
Nel cuore del Centro Antico di Corato troviamo Piazza di Vagno. Un tempo chiamata Piazza del Popolo, da sempre ha avuto una funzione nodale nella vita cittadina, perché è un luogo di incontro, di scambio, di sosta e di passaggio, nonché un luogo di profonda vitalità, capace di rigenerarsi: in passato ha ospitato il mercato ittico, oggi è un punto di ritrovo serale e notturno.
La persona raffigurata sul grande murales, e alla quale è oggi intitolata la piazza, è Giuseppe di Vagno che difendeva i contadini e i braccianti. Egli convinse Giolitti a costruire l’acquedotto pugliese perché l’Italia meridionale viveva una grave carenza di acqua.
Via Roma, la via degli ombrelli colorati
In Via Roma, nel centro storico di Corato, sembra di immergersi in una capitale europea, per i tanti ombrelli colorati appesi tra i palazzi (come proprio nel nostro viaggio a Bucarest). Un’idea originale per i residenti, i bambini della zona e i turisti che si fermano per un selfie sotto questo cielo pieno di colori. Un’iniziativa lodevole che potrebbe essere portata in tanti nostri borghi.
Palazzo de Mattis
Palazzo De Mattis a Corato è un edificio risalente al cinquecento, conosciuto anche con il nome di Palazzo delle Pietre Pizzute o Palazzo Patroni Griffi. Sorge nel 1579 e come si evince dall’epigrafe posta sull’angolo del palazzo è appartenuto alla Famiglia dei conti Patroni Griffi.
Il palazzo si sviluppa su tre piani. Ha un impianto rinascimentale, seppur condizionato dal sedime medievale preesistente e dalla irregolarità dei tracciati viari. Le facciate su via De Mattis e su via Roma sono caratterizzate al piano terra da un rivestimento bugnato di conci lapidei di diverse dimensioni e al piano primo da una lavorazione del bugnato a forma di punta di diamante di colore rosse, simile nella forma al più rinomato Palazzo dei Diamanti a Ferrara
Chiesa Matrice Santa Maria Maggiore
La Chiesa matrice di Corato, chiamata popolarmente “il Duomo”, è menzionata per la prima volta in un documento dell’XI secolo; l’aspetto attuale, tuttavia, è quello che l’edificio ha assunto dopo vari rifacimenti dovuti al terremoto del 1627 e a un intervento di restauro del XIX secolo che ha cancellato quasi ogni traccia dell’impianto originale.
La facciata esterna, sulla quale sono chiaramente visibili le stratificazioni e le modifiche di cui sopra, presenta una lunetta ad altorilievo raffigurante una Deesis. All’interno si può ammirare un prezioso busto-reliquiario d’argento che ritrae il patrono della città San Cataldo, nonché un prezioso affresco della Madonna di Costantinopoli risalente al 1559, tornato alla luce in tempi recenti dopo esser stato murato per diversi secoli.
Chiesa Beata Vergine del Carmine
Su via Carmine prospetta la facciata della chiesa di Santa Maria del Carmine, che attualmente ospita la l’omonima confraternita. Nel paramento murario, a bugnato rustico, si apre un semplice portale architravato, mentre la parte alta della facciata, terminata in tempi più recenti, ha un coronamento a timpano. L’edificio, realizzato nella seconda metà del diciottesimo secolo, ha subito rifacimenti negli anni Trenta del Novecento, come conferma la data del 1936 rilevabile sul portale secondario che si affaccia su via Filangieri. L’interno, di non grandi dimensioni, ha conservato l’aspetto originario, anche se la coloritura degli intonaci è di fine ‘900. La chiesa, a navata unica, coperta a botte unghiata, è movimentata dalla presenza di tre cappelle per lato, sotto arconi poco profondi. [fonte]
Parco Villa Comunale di Corato
Il Parco della Villa Comunale di Corato è il polmone verde della città, molto frequentato dagli sportivi e appassionati di jogging, ma anche dalle famiglie. Oltre all’area dedicata agli amici a quattro zampe, sono stati installati nuovi giochi inclusivi nell’ottica di riqualificarlo ed incrementarne la frequentazione, soprattutto di famiglie e bambini.
Carnevale Coratino
Il Carnevale Coratino è una delle manifestazioni storiche promosse ed organizzate dalla Pro Loco “Quadratum”. Il 2009 ha festeggiato la XXX^ edizione di questo evento che negli anni ha acquisito grande importanza e fama sino a divenire la festa carnascialesca di riferimento di tutto il nord barese. Caratteristica è la massiccia partecipazione di gruppi mascherati che animano le sfilate della domenica e del martedì di Carnevale.
Grandi feste spontanee, in vero, affollavano il centro cittadino nei giorni del Carnevale già verso la fine dell’Ottocento e nei primi del Novecento. A memoria di tale tradizione restano solo vecchi racconti e le due maschere de “U’ Panzone” (il Panzone) e de “La Vecchiaredd” (la Vecchierella). [fonte]
Festa Patronale di San Cataldo
Corato celebra il suo santo patrono, San Cataldo, tre volte l’anno ma è la festa agostana, introdotta nel secondo dopoguerra, a concentrare in tre giornate la grande devozione e la profonda affezione dell’intera comunità coratina, e non solo, nei confronti del monaco cristiano irlandese del VII secolo, giunto in Italia e diventato poi vescovo di Taranto.
A Corato dal 17 al 20 agosto 2024 torna la grande festa patronale dedicata a San Cataldo, riproposta nella sua magnificenza e attraverso i suoi tratti più veracemente tradizionali, recuperati e attualizzati, grazie al programma studiato e organizzato da Comune di Corato, Deputazione Maggiore “San Cataldo” e PugliArmonica.
Barche di Santa Maria
Le vie del centro storico di Corato si adornano di barche sospese nel cielo, realizzate con carta velina e canna di bambù: sono le tradizionali Barche di Santa Maria. Una tradizione tutta coratina, portata avanti dalla Pro Loco Quadratum. Diverse le ipotesi sulla nascita di quest’usanza: la barca è stato un simbolo paleocristiano ma si suppone che le origini derivino dalla definizione di “Maria traghettatrice di anime”, oppure, in epoca più moderna, dal ringraziamento che i nostri emigranti dedicavano a Santa Maria per l’arrivo a destinazione dopo una traversata oceanica. Ogni anno vengono selezionate le migliori che sono poi esposte.
Oliva Coratina
La Coratina, originaria della città di Corato, è una cultivar di olivo tipica della Puglia e coltivata in tutto l’agro del Nord Barese. Le olive Coratine hanno frutto di medie dimensioni (3-4 g) obovato leggermente asimmetrico di colore verde con apice nero alla maturazione. La cultivar Coratina ha buona resistenza alle basse temperature, alla mosca e alla tignola. Dà vita ad un olio extra vergine di eccezionale qualità. L’olio extra vergine da cultivar coratina ha un sentori fruttato, piccante e amaro. Sono qualità che ne determinano l’eccellenza a livello gustativo, organolettico e salutare.