Una delle tappe più amate da noi (e da voi) in Puglia è stata sicuramente Lecce, la Capitale del Barocco. Tra architetture senza tempo e impianti moderni, ci è piaciuto raccontare su Instagram Lecce in tutti i suoi aspetti. Vediamo dunque cosa vedere in un giorno (o meglio due) a Lecce.

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Cenni storici

Possiamo far risalire le origini di Lecce al V secolo avanti Cristo, grazie ai dei bassorilievi ritrovati appartenenti a quest’epoca. Seconda una leggenda invece Malennio, nel 1200 a.C., a dominare per primo la città e a darne l’impronta greca.

Vari nomi si sono alternati: il primo fu Sybar, mentre il nome Lupiae le fu attribuito successivamente, sotto la dominazione degli Japigi, fino ad arrivare a Lecce.

Augusto, ancor prima di diventare imperatore, passò da Lupiae in un momento particolarmente turbolento. Dopo l’uccisione di Giulio Cesare, cercando in qualche modo di sdebitarsi con l’ospitalità ricevuta si ricordò di Lupiae finanziando la costruzione di 2 grandi edifici da spettacolo: l’anfiteatro romano e il teatro romano di Lecce.

Tra i tanti dominatori di Lecce ricordiamo gli Ungari, Slavi, Longobardi. Fu sotto i Normanni, intorno all’anno 1000, che la città rifiorì. Diventò Contea grazie a Roberto il Giuscardo e successivamente Capoluogo del Salento.

Grazie a Carlo V, Lecce cominciò una nuova era, che la rese una delle città Barocche più importanti del sud Italia. Iniziò così il Rinascimento Salentino.

Stemma

Lo stemma della città reca una lupa incedente e un albero di leccio coronato da cinque torri. La lupa e il leccio sono gli elementi simbolici che hanno dato il nome alla città: Lecce. Lecce, infatti, ha una derivazione glottologica sia dall’antico nome della città, Lupiae, sia dal termine ilex che significa “leccio”.

I Romani crearono la leggenda secondo la quale fondatore della città sarebbe stato Malennio, re dei Salentini e antenato dell’Imperatore Marco Aurelio. I Greci la chiamarono Luppia, con i Normanni il nome si trasformò in Licea, con gli Svevi in Litium che, attraverso le naturali mutazioni fonetiche divenne ben presto Lizze, poi Liccio e finalmente Lecce. Da questo si può comprendere il significato dello stemma civico che è raffigurato da un lupo appostato sotto un leccio.

Cosa vedere a Lecce

Centro storico di Lecce

L’architettura civile storica di Lecce, importante artisticamente come le chiese, è caratterizzata da monumenti che vanno dalla metà del ‘500 a fine ‘700. Gli edifici prima questo periodo vennero completamente ristrutturati durante il Barocco e l’edificazioni fatte nel corso del’Ottocento sono di poco valore.

Tra i Palazzi di Lecce va ricordato il Palazzo dello Spirito Santo, un tempo uno degli ospedali di Lecce, la sua costruzione risale al 1548 e fu opera di gian Giacomo D’Acaya. E ancora Villa Carrelli e Palazzo Vernazza.

I palazzi signorili si distinguono per le affascinanti caratteristiche artistiche e storiche. Le famiglie nobili leccesi avviarono, sopratutto tra il XVI e il XVIII secolo, una grande attività di costruzione per esprimere la propria superiorità di rango di fronte alla popolazione.

Il Barocco

Lo stile predominante del centro storico di Lecce è il fastoso Barocco. Infatti Lecce è anche detta Capitale del Barocco. Per le strade del centro storico di Lecce è possibile ammirare questi stupendi monumenti di arte Barocca, uno splendido ricordo ed una eredità di immenso valore, provenienti dal passato.

Il barocco leccese è una forma artistica e architettonica sviluppatasi tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVIII secolo in modo particolare a Lecce e nel resto del Salento. Si riconosce per le sue sgargianti decorazioni che caratterizzano i rivestimenti degli edifici. Lo stile, influenzato dal plateresco spagnolo, si diffuse nel Salento dalla metà del Seicento grazie all’opera di architetti locali come Giuseppe Zimbalo e Giuseppe Cino.

Piazza Sant’Oronzo e l’Anfiteatro Romano

Il salotto elegante di Lecce è Piazza Sant’Oronzo, in parte occupata dall’Anfiteatro romano. Nella piazza s’innalza la colonna di Sant’Oronzo, donata dalla città di Brindisi per adornare la piazza. Di fronte alla statua si trova l’armonioso palazzetto del Sedile, antica sede del Municipio, dove il sindaco riceveva la cittadinanza. Accanto a questo edificio, sorge la chiesetta di San Marco, importante testimonianza dell’esistenza di una colonia di mercanti veneti giunti in città per praticare attività commerciali. Un’altra testimonianza artistica che si affaccia sulla piazza davanti all’anfiteatro è la chiesa di Santa Maria delle Grazie.

L’anfiteatro romano di Lecce è un monumento di epoca romana situato nella centralissima piazza Sant’Oronzo. Risale all’età augustea. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

Insieme al teatro, è il monumento più espressivo dell’importanza raggiunta da Lupiae, l’antenata romana di Lecce, tra il I e il II secolo d.C.  La datazione del monumento è ancora oggetto di discussione e oscilla tra l’età augustea e quella traiano-adrianea.

L’anfiteatro romano venne scoperto durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia, effettuati nei primi anni del ‘900. Le operazioni di scavo per riportare alla luce i resti dell’anfiteatro iniziarono quasi subito, e si protrassero sino al 1940.

Attualmente è possibile ammirare solo un terzo dell’intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia. Di fatto l’altezza dell’arena originale era ben superiore rispetto a quella odierna.

ANFITEATRO ROMANO
Piazza Sant’Oronzo
73100 Lecce (LE)
tel: +39 080 5285210
e-mail: teatroromanolecce@gmail.com

Teatro Romano

Il Teatro Romano si trova in via dell’Arte della Cartapesta. Fu scoperto nel 1929, databile all’età augustea come l’Anfiteatro. La cavea di questo teatro era probabilmente riservata ai lupiensi mentre quello di piazza Sant’Oronzo veniva frequentata dai provinciali. Ha restituito alcune statue che sono conservate presso il Museo archeologico provinciale Sigismondo Castromediano.

Il teatro è stato restaurato e reso nuovamente utilizzabile nel 1999. Nello stesso anno in occasione della rappresentazione teatrale Miti in Scena è stato inaugurato anche il Museo del Teatro che affaccia sulla cavea.

MUSEO DEL TEATRO ROMANO
Via degli Ammirati, 5
73100 Lecce (LE)
tel: +39 0832.279196
e-mail: teatroromanolecce@gmail.com

Piazzetta Sigismondo Castromediano

Sigismondo Castromediano è stato un patriota e poi deputato salentino della prima legislatura del Regno d’Italia, ma anche infaticabile custode della storia di questa terra.

La statua in suo onore a Lecce, opera dello scultore Antonio Bortone, fu commissionata
nel 1898 da Giuseppe Pellegrino, all’epoca Sindaco della città. Sorge nell’omonima piazzetta a lui dedicata.

Il Castello di Carlo V

Il Castello di Carlo V a Lecce, costruito nel XII sec. d.C., come attestano gli scavi nel cortile, deve la sua definitiva e attuale configurazione al risultato della ristrutturazione cinquecentesca ordinata dal sovrano spagnolo.

Con l’Imperatore Carlo V il Castello diventa emblema della grandezza imperiale e luogo di difesa contro gli attacchi nemici. Il castello di Lecce venne munito, insieme alla città, di nuove opere difensive che rispondevano alle rinnovate esigenze belliche.

Le numerose mostre d’arte e gli eventi culturali ospitati nel Castello offrono l’occasione di apprezzare il rigore architettonico degli esterni, tipico delle strutture difensive cinquecentesche, e la ricchezza di decori degli ambienti interni.

La struttura, concepita secondo i più moderni dettami della tecnica militare dell’epoca, inglobò un precedente castello duecentesco, di cui puoi ancora riconoscere il poderoso Mastio quadrato, cioè la torre principale.

Intorno al castello correva il fossato, chiuso nell’Ottocento. L’accesso avveniva attraverso due porte, munite di ponti levatoi. Le mura sono fornite di cannoniere per piazzare le artiglierie, e rinforzate da quattro minacciosi bastioni a punta di lancia agli angoli.

Quando si trattava di costruire i suoi castelli, Carlo V non si fermava di fronte a nulla: qui si trovavano infatti il Convento dei Celestini e la chiesa di Santa Croce, che furono completamente demoliti per essere ricostruiti all’interno delle mura dove li puoi vedere ancora oggi.

CASTELLO CARLO V
Viale Felice Cavallotti
73100 Lecce (LE)
tel: +39 0832 246517
e-mail: castellocarlov@gmail.com

Le chiese di Lecce

A Lecce le chiese e i luoghi di culto sono davvero numerosi, per questo abbiamo selezionato quelli che ci hanno colpito di più e i più importanti.

Duomo di Lecce

A Piazza Duomo possiamo ammirare il complesso della Cattedrale.

La chiesa, fondata nel 1114 al tempo del conte normanno Goffredo II, fu completamente ricostruita dall’architetto Giuseppe Zimbalo per volontà del vescovo Luigi Pappacoda a partire dal 1659. L’edificio, realizzato con la tipica pietra calcarea leccese, che dona luminosità e giochi chiaroscurali alle superfici murarie, fu intitolato alla Vergine Assunta in cielo. L’impianto a tre navate con possenti pilastri e arcate è suggerito dalla tripartita facciata con lesene scanalate. Alla stessa epoca appartiene il contiguo campanile, che servì per le misurazioni geodetiche nel XIX secolo.

Basilica di Santa Croce

Considerata l’emblema del barocco leccese, la Basilica di Santa Croce è una tra le chiese più importanti ed ammirate di Lecce. Si cominciò a costruire questa immensa fabbrica religiosa a partire dal 1549 su sollecitazione dei padri Celestini, dopo l’abbattimento dell’antico tempio e monastero fondati nella seconda metà del 1300 nell’area del Castello Carlo V, per volere di Gualtiero VI di Brienne conte di Lecce.

Per la costruzione della Basilica realizzata a partire dal 1549 e completata nel 1699, si avvicendarono importanti architetti leccesi dell’epoca: Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna con l’aiuto di maestri scalpellini e intagliatori della zona di Lecce.

Santa Croce simboleggia il trionfo del Cristianesimo sui miti pagani e i due ordini della Basilica simboleggiano l’inferno e il paradiso. L’ordine inferiore rappresenta il mondo degli inferi dove sui capitelli e frontone fanno capolino figure mitologiche come le sirene, le arpie e draghi. Il “mondo pagano” viene sconfitto dal paradiso rappresentato dall’ordine superiore con fiori, piante, animali ed angeli in festa.

Abbazia di Santa Maria di Cerrate

L’abbazia di Santa Maria di Cerrate, situata sulla strada provinciale che collega i comuni di Squinzano e Trepuzzi a Casalabate, è uno dei più significativi esempi di Romanico otrantino. Il complesso è attualmente gestito dal Fondo Ambiente Italiano.

Scavi archeologici condotti dall’Università del Salento hanno dimostrato che sul luogo le attività sono esistite sin dall’età alto medievale. L’abbazia fu fondata, secondo leggenda, alla fine del XII secolo da Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce. La leggenda vuole che in questo luogo, durante una battuta di caccia, a Tancredi sia apparsa la Madonna fra le corna di un cervo, da cui il toponimo Cerrate o Cervate.

Chiesa del Gesù

La chiesa del Gesù o della Madonna del Buon Consiglio è una chiesa del centro storico di Lecce. È stata per secoli sede della Compagnia di Gesù.

La chiesa fu costruita a partire dal 1575 per accogliere i Gesuiti che giunsero in città l’anno precedente al seguito di Bernardino Realino da Carpi, morto a Lecce nel 1616 e successivamente canonizzato. La costruzione della chiesa del Gesù comportò la demolizione dell’antica chiesetta di San Niccolò dei Greci di rito greco-ortodosso. L’edificazione della struttura venne eseguita utilizzando i disegni del gesuita comasco Giovanni De Rosis. Fu aperta al culto già nel 1577 ma i lavori si protrassero ancora per qualche decennio.

Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura

ll santuario di Sant’Oronzo fuori le mura è una chiesa extraurbana di Lecce situata in via Adriatica. La tradizione indica il Santuario come il luogo dove fu martirizzato Sant’Oronzo, patrono principale della città e di tutta la Diocesi.

Tradizione vuole che già in epoca molto antica in questo luogo sorgesse una piccola cappella in ricordo del martirio del santo. Nel 1655 fu edificato, probabilmente su una cappella preesistente, un più grande edificio poi caduto in rovina e sostituito nel 1912 dall’attuale chiesa, voluta dal vescovo Gennaro Trama e progettata dall’architetto Gaetano Capozza. La chiesa ha poi subito un notevole restauro nel 1968 su iniziativa del vescovo Francesco Minerva, ma rimase comunque chiusa per molti anni e solo nel 2007 è stata riaperta al culto. 

Mura Urbiche

Le Mura Urbiche a Lecce sono un’ importante testimonianza della fortificazione cinquecentesca, voluta dall’imperatore Carlo V per arginare le invasioni turche.

L’imperatore dette incarico a Don Pedro de Toledo y Zùniga, Vicerè di Napoli di ispezionare le fortificazioni già presenti nella città di Lecce. Il risultato fu questo poderoso mura di cinta, dotate di bastioni angolari a difesa delle cortine più esposte agli attacchi esterni. La visita è gratuita.

MURA URBICHE
Via Leonardo Leo, 1
73100 Lecce (LE)
tel: +39 0832 682985

Obelisco di Lecce

Situato proprio al centro del più prestigioso ingresso cittadino, l’obelisco svetta maestoso e affascinante ricoprendo il suo ruolo di punto di snodo per automobili, biciclette e motorini. L’obelisco di Lecce fu realizzato per commemorare la visita di Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie.

Magnificamente eseguito, è alto circa 10 metri, ha la forma di una piramide a base quadrata che si va assottigliando verso l’alto.

I Borboni lo fecero colorare di nero nel vano tentativo di rendere l’illusione che si trattasse di marmo, ma l’artificio fortunatamente durò poco perché le prime piogge cancellarono il colore restituendo alla luce la pietra leccese in tutta la sua bellezza.

Porta Napoli

Per entrare nel centro storico di Lecce partiamo come di consueto da Porta Napoli, che segna l’entrata nella città vecchia insieme alle altre due porte esistenti Porta San Biagio e Porta Rudiae. Si trova in prossimità di piazzetta Arco di Trionfo.

Porta Napoli, edificata nel 1548 in onore di Carlo V che aveva fatto realizzare le opere di fortificazione in difesa della città, sorge nel sito dell’antica Porta San Giusto. Fu voluta dalla cittadinanza e da Ferrante Loffredo, preside della provincia di Terra d’Otranto, per celebrare in maniera emblematica il potere e l’Impero di Carlo V d’Asburgo. Fu così chiamata perché era la strada porta da cui si intraprendeva la via consolare per Napoli.

Fontana dell’Armonia

Nei pressi delle mura del castello di Carlo V di Lecce, lungo viale Marconi, c’è una scultura che, grazie alla sua presenza, impreziosisce maggiormente l’intero quartiere per mezzo della sua raffinata bellezza, la Fontana dell’Armonia.

Essa, voluta da Benito Mussolini per ricordare l’arrivo a Lecce dell’acqua del fiume Sele, e conosciuta anche con il nome di Fontana degli Innamorati, è stata realizzata nel 1927 dallo scultore Antonio Mazzotta e inaugurata nell’ottobre dello stesso anno.

Interamente realizzata in pietra di Trani, la Fontana dell’Armonia è costituita da canne d’organo di diversa lunghezza che sono tra loro legate con le punte verso il basso. È proprio attraverso queste che zampilla l’acqua che viene poi raccolta nella vasca circolare.

Ciò che in questi anni ha reso la Fontana dell’armonia particolarmente affascinante è stata la sua parte superiore, posizionata il 30 gennaio del 1928 e costituita da due sculture bronzee che bevono dalla stessa conchiglia, mantenuta dalle loro mani incrociate. La coppia, un uomo e una donna, sono però nudi. Questa scelta, spesso criticata, è stata in realtà giustificata dall’artista incaricato della loro realizzazione come un inno alla giovinezza e all’amore. Il fascio delle canne d’organo che sostiene i due giovani che si bagnano, infatti, non è casuale ma è frutto di una studiata allegoria da parte di Mazzotta.

Palazzo della Banca d’Italia

Il Palazzo della Banca d’Italia, la cui costruzione iniziò nel 1900 ad opera del ferrarese Giovanni Travagli , realizzato in stile neorinascimentale con caratteri fiorentini, altera tutta la planimetria dell’isola del Governatore (viene chiamata così Piazza Sant’Oronzo), e dei vari assi che su di essa convergono. Il nuovo edifico regolarizza anche la pianta prospiciente la Chiesa di Santa Chiara, assumendo così una forma rettangolare con al centro il monumento a Vittorio Emanuele. Inoltre i lavori portarono anche alla luce il pozzo che alimentava la fontana di fronte alla Chiesa delle Grazie. Nel corso dei lavori, durante gli scavi per la costruzione della Banca, venne portato alla luce l’Anfiteatro romano. Sul palazzo nell’angolo è stato posizionato lo Stemma della città di Lecce.

Massaia Salentina

In una bottega di Lecce si produce un oggetto che ha portato la figura della donna tradizionale salentina sotto i riflettori: si tratta della Massaia Salentina, un souvenir tipico della zona, simbolo indiscusso del mondo contadino di non molto tempo fa, rappresentata con le sue particolari caratteristiche.

Questo oggetto, semplice ma comunque ricercatissimo, ha fatto la sua prima apparizione nel 1990, grazie alle abili mani di Maria Gabriella Epifani che, dal suo laboratorio artigianale nel centro storico di Lecce, diede forma e colore a questo simbolo salentino.

Un souvenir che nasconde nelle sue fattezze un grande significato e che intende valorizzare la massaia salentina per eccellenza, quella che per secoli ha lavorato instancabilmente nei campi, rappresentando il punto fermo delle famiglie, capace di accudire i figli, la casa e il marito sempre con la stessa dedizione e passione.

LA MASSAIA SALENTINA
Via Galateo, 1
73100 Lecce (LE)
tel: +39 349 1977506 | +39 340 3529150
e-mail: lamassaiasalentina@gmail.com | info@lamassaiasalentina.com

Pietra leccese

La pietra leccese è una roccia calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti marnose e risalente al periodo miocenico. È un litotipo tipico della regione salentina, noto soprattutto per la sua facilità di lavorazione.

La pietra leccese affiora naturalmente dal terreno e si estrae dal sottosuolo in enormi cave a cielo aperto, profonde fino a cinquanta metri e diffuse su tutto il territorio salentino, in particolare nei comuni di Lecce, Corigliano d’Otranto, Melpignano, Cursi e Maglie.

Cartapesta

L’arte della cartapesta leccese, fenomeno unico in Puglia, risale ad un periodo tra il XVII e il XVIII secolo. Con lo sviluppo delle arti legato al moltiplicarsi delle chiese e dei monumenti, gli artigiani leccesi trovarono nell’arte di “plastificare” la carta, la possibilità di realizzare una miriade di lavori sacri, che richiamavano al culto i fedeli.

Questi artigiani non disponevano di materie pregiate, e dovettero così avvalersi di altre materie povere quali paglia, stracci, colla e gesso, e di pochi e modesti attrezzi, ma soprattutto di pazienza certosina, temperamento ed estro.

Il bisogno di inventare nuove forme di avvicinamento dei fedeli alla Chiesa, produsse un vasto campionario di motivi decorativi presi in prestito dalla realtà e adottati dagli scalpellini, illusionisti della pietra, e dai cartapestai, prestigiatori della carta.

Oggi la produzione della cartapesta, che in provincia di Lecce è concentrata esclusivamente nel capoluogo, costituisce senza dubbio il risultato di una lavorazione artigiana assai vicina alla pura espressione d’arte. [fonte]

Villa comunale

Unica oasi verde fra i palazzi e l’asfalto delle vie cittadine. Parliamo della villa comunale di Lecce, un piccolo polmone naturale, l’unico degno di nota al centro del capoluogo e che separa o per meglio dire congiunge la zona nuova al centro storico.

La villa chiamata “Giardini pubblici” é punto di ritrovo delle famiglie di turisti e vacanzieri che per una ragione o per l’altra a Lecce, magari solo di passaggio o di soggiorno. Questo ciò che avviene da giugno a settembre, mentre dall’autunno in poi torna ad essere il luogo privilegiato di ritrovo dei leccesi, un’oasi di ristoro e un’occasione per far respirare un po’ d’aria sana ai bambini piccoli. Ci sono alberi d’alto fusto, querce, lecci e lambertiane garantiscono quel minimo di ossigeno che si conviene ad ogni città moderna. [fonte]

Il rustico e il pasticciotto leccese

credits: bariviva.it

Non potete visitare Lecce senza assaggiare la cucina tipica locale. Tra i piatti tipici sono da menzionare:

  • il rustico leccese, due dischi di pasta sfoglia ripieni di mozzarella, besciamella, pomodoro, pepe e noce moscata; 
  • la puccia, un pane di grano duro di forma tonda e piccolina;
  • il famosissimo pasticciotto leccese, ripieno di crema classica, al cioccolato o amarena, che va mangiato rigorosamente caldo.

Località balneari: dove andare a mare a Lecce

Lecce non si affaccia direttamente sul mare, ma ci sono numerose località balneari per gustare il Salento in tutte le sue attrattive:

  • Torre Rinalda: località balneare salentina, frazione di Lecce. Prende il nome dall’omonima Torre cinquecentesca fatta costruire dagli Spagnoli per difendere il Salento dagli attacchi dei pirati Saraceni. A poca distanza da Torre Rinalda, nell’entroterra, si trova la Abbazia di Santa Maria delle Cerrate;
  • Grotta della Poesia / Roca Vecchia: Roca Vecchia è sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. La Grotta della Poesia fa parte di un complesso carsico che comprende un’altra incantevole piscina naturale di dimensioni più piccole;
  • Punta Prosciutto: nota anche col nome di Palude del Conte, è situata poco più a sud di Torre Colimena, presso la frazione balneare omonima che segna il confine tra la provincia di Lecce e quella di Taranto. Si tratta di una bellissima spiaggia di soffice sabbia bianca vergine ed incontaminata, dal fascino selvaggio;
  • Baia Verde / Gallipoli: è situata nei pressi della suggestiva località omonima, che si distende sul mare 1,5 chilometri a sud di Gallipoli sul Lungomare Lido San Giovanni. Si tratta di una bellissima spiaggia di soffice sabbia chiara, orlata da bassi sistemi dunali punteggiati di vegetazione;
  • Castro Marina: una gita qui può comprendere una visita alla vicina Grotta Zinzulusa. La spiaggia ha scogliere alte. Le persone del posto hanno costruito delle scalette per immergersi in acqua;
  • Torre Mozza / Ugento: la spiaggia prende il nome dalla presenza di una rovina di una torre di guardia. Comoda da raggiungere e con molti parcheggi nelle vicinanze;
  • Le Maldive del Salento / Santa Maria di Leuca: il mare cristallino, la sabbia bianca finissima danno davvero l’impressione di essere alle Maldive. Il fondale è molto basso, qua e là dei piccoli isolotti affiorano dalle limpide acque.

Lecce: cosa vedere nei dintorni

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