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Cosa vedere a Massafra (Taranto)

Abbarbicata sulle colline che circondano Taranto, a una trentina di minuti d’auto dal capoluogo di provincia, Massafra si presenta come una piccola e antichissima cittadina, che fonda le sue radici agli albori della nascita dell`uomo. Massafra sorge sulla roccia di strutture geologiche singolari e uniche, le gravine che ne determinano anche la struttura del piccolo ma grazioso centro storico, dominato dal Castello e ricco di chiese.

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Storia di Massafra

Le origini di Massafra si disperdono nell’infinito delle leggende, anche se negli ultimi tempi, grazie alle ricerche del nostro stimato concittadino Fernando Ladiana, sono stati rinvenuti reperti del neolitico in alcune zone del territorio massafrese, che attesterebbero primitivi insediamenti umani. Si ha notizia di un altro successivo stanziamento (nel 500 a.C.) a sud, lungo l’ex stradone, che avrebbe originato l’abitato vero e proprio nella sua organicità .

Alcuni affermano che nel 754 a.C. esisteva già un villaggio fortificato sull’altura di Citignano, la cui gente si sarebbe spostata nella sottostante gravina della Madonna della Scala. In questo contesto si colloca l’ipotesi del passaggio di Annibale, che avrebbe lasciato un distaccamento di soldati.

Nei primordi dell’era volgare, con il passaggio di s. Pietro e di s. Marco, secondo il consueto e ricchissimo leggendario petrino, si ha il trapasso dall’ambito pagano a quello cristiano, che troverà il suo culmine dal VI-VII secolo in poi, con l’immigrazione greco-bizantina, che costituirà quel periodo misterioso e fascinoso del vivere in grotta della cosiddetta Civiltà rupestre, di cui restano dirette testimonianze in tutto il territorio.

Data la vicinanza a Taranto, è stata spesso coinvolta in numerose vicende diventando o rifugio o avamposto secondo le necessità tattiche e organizzative. Nel X secolo fu sede di Castaldato. In seguito, il feudo massafrese venne aggregato alla contea di Mottola e di Castellaneta, mentre si ha la documentata notizia della donazione della chiesa di s. Lucia insieme al fiume Patemisco, al monastero di Cava dei Tirreni.

Con i Normanni la chiesa di Massafra passò alla Diocesi di Mottola. Con la venuta degli Svevi, secondo una tradizione popolare, Federico II pare frequentasse il castello di Massafra (da lui restaurato) per trascorrere le notti con Bianca Laura figlia del Maletta, dalla cui relazione sarebbe nato Manfredi.

Dopo la rivoluzione napoletana del 1799 e la fine della feudalità , anche a Massafra si respirà aria risorgimentale con nuove strategie politiche, assetti amministrativi, strutturazioni urbanistiche, aneliti patriottici, relazioni sociali, prospettive economiche, travolgimenti partitici e associazionismi laici e cattolici.

Per cosa è famosa Massafra?

Massafra è famosa per il suo castello, le chiese rupestri, la gravine e la lunga tradizione storica.

Cosa vuol dire Massafra?

Accantonata per sempre l’ambiziosa ipotesi dell’origine messapica, sono stati in molti a dissertare sull’etimologia del toponimo Massafra. Si è parlato di Massa-afrorum, nucleo di africani lasciati da Annibale, di Massa-fracta (roccia fratturata); di Massa-fera (luogo selvaggio); di Man-sapris (ambiente grottale di eremiti).

Cosa vedere a Massafra

Centro storico di Massafra

Di origine medievale, il centro storico di Massafra è un piccolo scrigno custode di tante bellezze da scoprire. È un intricato reticolo di stradine e viuzze, molte delle quali percorribili solamente a piedi tra scalini e spazi angusti. Un intreccio che sembra quasi un labirinto, difficile da decifrare per chi vede la città per la prima volta.

In Vico I° Santi Medici, nel centro storico di Massafra, potete trovare anche un simpatico cartello: “Kiss me, please. In questo luogo è obbligatorio baciarsi” recita la scritta, un trucchetto social per immortalare e condividere Massafra su tutti i nostri profili.

Castello di Massafra

Del castello di Massafra si parla, per la prima volta, in un documento longobardo del X secolo. Certamente fu un edificio fortificato sotto i Normanni. Esso faceva parte di un grande feudo che nel 1080, con Mottola e Castellaneta, fu assegnato a Riccardo Senescalco. Fu poi Carlo D’Angiò che lo cedette ad Oddone di Soliac.

Successivamente appartenne ad altre famiglie feudatarie. Nel 1497 la terra e il castello passarono ai Pappacoda, che tennero il feudo per un secolo e mezzo. Essi restaurarono il vetusto edificio, che era stato fortemente danneggiato dai francesi e lo abbellirono, completandolo con nuovi bastioni e mura rinnovate.

Dal 1633 al 1791 fu dato in possesso agli Imperiali che, ai primi del ‘700, ricostruirono la torre ottagonale che affaccia sulla Gravina di San Marco. La costruzione di questa torre diede al castello una fattura caratteristica ed estremamente originale.

Qualche ipotesi fantasiosa ha azzardato che essa fosse stata voluta da Federico II (l’ottagono era infatti il suo simbolo) ma, in realtà, la costruzione della torre ottagonale è certamente successiva al regno di Federico II.

Il castello ha forma quadrilatera con quattro torri ai lati: tre a forma circolare e l’altra, come già detto, a forma ottagonale (sud-est). Le sue strutture e i suoi motivi architettonici sono comuni ad altri castelli pugliesi: fossato, rampa, archi ogivali, merlature, beccatelli ornati, stemmi in pietra nei due portali, un oratorio, diversi sotterranei, oscuri passaggi segreti, vecchie scuderie, prigioni, una stanza della tortura ed ampi camini.

Si ipotizza, in base a racconti di provata affidabilità, che da esso si dipartano numerosi cunicoli che avrebbero avuto lo scopo di creare vie di fuga in seguito ad assedi. Anche la stanza delle torture è celata da un mistero, si suppone essere collocata nella torre ottagonale, ma la “sala del mutapensiero” (il nome con la quale era conosciuta nell’alto medioevo) di fatto non è mai stata trovata.

Nel castello è prevista la sistemazione del Museo del Territorio e gli sforzi dell’Amministrazione sono attualmente rivolti in questa direzione. [fonte]

Chiesa Madre dedicata a San Lorenzo Martire

La chiesa, dedicata all’Immacolata Concezione di Maria poiché coeva nella posa della sua prima pietra alla proclamazione del dogma mariano 1854, è sede della parrocchia di San Lorenzo Martire di Massafra ed è ancora chiamata sin dagli anni della sua costruzione anche “Chiesa Nuova”.

La sua costruzione fu iniziata nel 1853, su suolo donato dalla marchesa Pizziferri e su progetto dell’architetto A. Bruni di Napoli e fu completata a cura dell’allora arciprete Antonio Ladiana. I lavori ebbero termine nel 1931 su disegno dell’ingegner Giulio Giorgis di Roma.

Il colonnato esterno è di pietra locale, tagliata nelle cave di Citignano e l’interno ha pianta a croce greca, coperta a cupola, con capitelli scolpiti ed una larga iscrizione in latino sul cornicione riportante la preghiera dell’Ave Maria.

Tra gli altari spicca quello del Sacramento; vi si conservano tele e statue, molte delle quali provenienti da altre chiese dirute, come San Rocco alla Palata (la statua del Santo) e in modo particolare da Santa Maria di Costantinopoli demolita nel 1929. In attesa di una loro ricollocazione nell’Antica Chiesa madre di San Lorenzo M., dopo i relativi restauri il Duomo custodisce due tavole cinquecentesche ritraenti rispettivamente la Madonna degli Angeli e Gesù Risorto, come anche un prezioso abito settecentesco della Madonna del Rosario venerata nella stessa Chiesa madre.

La chiesa, ben visibile da qualunque punto del circondario per la grande cupola che sovrasta l’abitato, è divenuta, assieme al Castello ed ai ponti, uno dei simboli della città. All’interno si conservano le statue del Patrono principale della città San Michele Arcangelo, San Rocco, San Gerardo, Sacro Cuore, Gesù morto, Martirio dei santi medici, Santa Rita, San Giovanni Bosco, Sant’Antonio da Padova, Santa Lucia, Madonna Immacolata, Addolorata, San Giuseppe e numerosissime tele e dipinti del 700, tra le quali una tela del Martirio di San Lorenzo Martire già pala d’altare dell’omonimo oratorio del Castello, e altre come La Natività di Diego Bianco.

Piazza Garibaldi (Municipio e Torre dell’orologio)

La torre dell’orologio è considerata il simbolo del borgo antico. Ha un’altezza di 22 metri con campane settecentesche e presenta una decorazione baroccheggiante, in sintonia con la chiesa di San Benedetto. La torre è situata in piazza Garibaldi, all’inizio di via Vittorio Veneto, con fronte a Via Laterra.

Percorrendo via Vittorio Veneto giungiamo al Municipio: è stato costruito su progetto dell’architetto M. Campanella nel 1841. L’edificio è stato restaurato ed adibito ad una più moderna funzionalità a disposizione di una parte degli uffici municipali; in esso inoltre è presente la sala consiliare. Ubicato tra i locali a piano terra dell’edificio è presente il Teatro comunale, anch’esso recentemente restaurato.

Chiesa di San Benedetto

Realizzata tra il 1689 e il 1744, per volere di donna Maddalena Capreoli, la chiesa di San Benedetto a Massafra è in stile rococò ed è ornata di preziosi stucchi e pregiate tele. Tra queste ricordiamo una tela raffigurante la Vergine con il Bambino e San Benedetto sull’altare centrale, mentre negli altari laterali campeggiano: il Battesimo di Gesù, la Deposizione, la Presentazione al Tempio, la Visitazione e il miracolo di San Mauro e di San Placido.

Del ‘700 sono le statue lignee di Santa Gertrude, di Santa Scolastica, di San Benedetto e l’organo posizionato nel coro. Alla Chiesa è annesso un convento, nato per accogliere le suore benedettine di clausura, che lo abbandonarono nella Prima Guerra Mondiale. Lo stesso è affidato, dal 1921, alla cura delle Suore dell’Immacolata Concezione di Ivrea.

Parrocchia del Carmine

La chiesa della Madonna del Carmine è stata costruita nel 1935 e successivamente ampliata: sorge su un’antica cappelletta del 1875, oratorio della tuttora esistente omonima Confraternita. È stata la seconda parrocchia istituita a Massafra, eretta canonicamente nel gennaio del 1934, dopo quella dedicata a San Lorenzo Martire, ed è situata nell’allora Borgo di Santa Caterina, la cui forte espansione era cominciata negli ultimi decenni dell’Ottocento.

Antica Chiesa Madre di San Lorenzo Martire

Da non confondere con la Chiesa Nuova, l’antica Chiesa Madre, sotto il titolo di San Lorenzo, sorge sulla preesistente chiesa rupestre e, secondo la communis opinio, sarebbe stata costruita tra il 1533 e il 1541, cioè in Età Moderna. Ne farebbero fede le date riportate sul capitello della semicolonna a destra entrando in chiesa e sullo stemma della città sulla chiave di volta.

La chiesa fu consacrata l’11 febbraio del 1582 dal vescovo Jacopo Michele, come riporta la lunga iscrizione sita sulla porta d’ingresso. La chiesa presenta la facciata e i fianchi ad arcate cieche, coronate da caditoi simili a quelli presenti sul castello. La facciata, con rosone è coronata da un timpano che ospita la statuetta chiamata Sande Miseriédde. Alla sinistra di essa, accessibile anche dalla sagrestia, è presente una cappella, dedicata al Purgatorio, quasi interamente affrescata all’interno, presentando evidenti segni della necessità di restauri, nella quale sono custodite le statue della Processione dei Misteri del Venerdì Santo.

Convento di Sant’Agostino

Al momento chiuso e inaccessibile. Il complesso dedicato a Sant’Agostino è espressamente barocco e risale alla metà del XVI secolo. La chiesa è attualmente sconsacrata, quindi non più adibita al culto, e insieme all’annesso convento, dopo una ristrutturazione interna, è stata dedicata allo svolgimento di concerti ed eventi culturali

Ponte Vecchio

Il Ponte Vecchio, oggi Ponte Giuseppe Garibaldi, attraversa la Gravina di San Marco, collegando due parti di Massafra. Il ponte vecchio, con la sua vista panoramica su tutta la città, fu costruito su progetto dell’architetto Sante Simone di Conversano, che curò anche la lottizzazione del nuovo nucleo cittadino, impostato in maniera estremamente regolare su una maglia urbana quadrata, il Borgo Santa Caterina, che rimarrà disabitato, a parte qualche villa isolata, fino ai primi anni del XX secolo.

Lungovalle Niccolò Andria

Ci sono luoghi della Città che più di tanti altri ci raccontano la storia di Massafra. Il lungovalle è senza dubbio uno di questi luoghi. Questa “nuova” area pedonale, il “Lungovalle Niccolò Andria”, è stata riaperta dopo importanti lavori. Oltre ad offrire ampio spazio per i cittadini all’aria aperta, è un affaccio sulla città, con una vista meravigliosa sul Castello e sulla Gravina di San Marco.

Santuario della Madonna della Scala

credits: https://www.massafraturismo.it/

Il santuario è situato all’interno della gravina omonima ed è accessibile tramite una scalinata di 125 gradini, che secondo la tradizione popolare non possono essere contati, in quanto scendendo le scale risulta un numero e salendo un numero diverso.

L’attuale santuario, dedicato alla Madonna della Scala, fu costruito sopra una cappella più antica a partire dal 1729, su progetto dell’ingegnere Scarcia di Taranto, e venne terminato ed aperto al culto nel 1731. La facciata è in stile barocco e l’interno è a croce latina.

Sull’altare maggiore è collocata l’icona della Madonna della Scala.

Devozione alla Madonna della Scala a Massafra

credit: https://www.viviwebtv.it/

La devozione verso la Madonna della Scala trae origine dal “Miracolo delle Cerve“: secondo leggenda alcuni pastori videro questi animali soffermarsi ripetutamente presso un masso tufaceo sul quale si conservava una raffigurazione affrescata della Vergine, resto di una piccola cappella crollata. L’evento, ritenuto un segno miracoloso, diede vita a pellegrinaggi devozionali e alla costruzione di una chiesa, in seguito sostituita da quella attuale.

Piazza Blasi

In questo spazio verde della città, Piazza Blasi, sono presenti degli ampi giardini pubblici, e proprio su di essi si affaccia la Chiesa Evangelica di Massafra, in via Brindisi.

Parco naturale regionale Terra delle Gravine

La città fa parte del Parco naturale regionale Terra delle Gravine. Le gravine hanno una lunghezza che va da 1 a 10 km e una larghezza dai 10 ai 300 m, con una profondità massima di 50 m. Le pareti sono caratterizzate da grotte naturali e artificiali.

Sul territorio di Massafra insistono 11 gravine: oltre a quelle di Vuolo, Polvere, Colombato, Portico del Ladro, Giulieno, Palombaro, Capo di Gavito e Canale Lungo, le tre gravine di Madonna della Scala, San Marco e Santa Caterina delimitano l’insediamento urbano.

Gravina di San Marco (Massafra)

A nord dell’abitato di Massafra , la gravina di San Marco ha origine nelle vicinanze della “Masseria Pantaleo”. Si estende ad est del centro storico, separandolo dal resto del paese. Completamente inglobata nell’abitato, prende il nome da una chiesa rupestre dedicata a San Marco.

Fu in passato chiamata Il Paradiso di Massafra (dal greco paradeisos ovvero giardino), perché, lungo i costoni e i terrazzamenti, si sviluppa una rigogliosa vegetazione spontanea insieme con orti terrazzati, giardini, agrumeti e una vasta coltivazione di fichi d’India.

Dove andare a mare a Massafra?

Sebbene Massafra non si affacci sul mare, questo non è distante. La grande maggioranza delle spiagge di Massafra si trovano nelle località vicine o le sue frazioni. Tra queste spiccano Chiatona e Marina di Ferrara, borgate marine che si affacciano sul mare Ionio. Marina di Ferrara sorge nei pressi della foce del fiume Patemisco mentre Chiatona vicino al confine con il comune di Palagiano. Si animano d’estate grazie al turismo balneare.

Non è difficile neanche raggiungere Castellaneta Marina, Lido Bruno e la Spiaggia Termitosa. La costa è principalmente sabbiosa, con mare limpido e ampie spiagge libere, ma non mancano lidi attrezzati, bar e ristoranti.

Massafra: cosa vedere nei dintorni

Dove si trova Massafra: Massafra maps

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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