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Santuario del Beato Giacomo Illirico (Bitetto)

Una tappa obbligata nella vostra visita a Bitetto è il Santuario del Beato Giacomo Illirico, luogo di devozione molto importante nella città metropolitana di Bari. Situato nella periferia a sud-ovest della città di Bitetto, è un complesso conventuale di Frati Minori meta di intenso pellegrinaggio in quanto ospita l’urna contenente il corpo incorrotto del Beato Giacomo.

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Santuario del Beato Giacomo Illirico

Il Santuario dedicato al culto del Beato Giacomo venne eretto contemporaneamente al convento (oggi casa di formazione per i giovani frati postnovizi) negli anni 1432-1433. Qui che riposano le spoglie del Beato Giacomo di Zara, detto da Bitetto. Il suo culto si deve alla sua opera prestata nel periodo della peste, il frate si dedicò molto agli ammalati.

L’edificio di culto che è possibile visitare oggi, però, non rispecchia quello originario, ma è frutto di una serie di opere di ristrutturazione avvenute nel corso dei secoli. Nei pressi del Santuario è possibile visitare il museo della Devozione e del Lavoro aperto tutti i giorni, con il relativo Parco al cui interno è situata la statua della Madonna.

Il convento

Il Convento fondato nel 1432, per circa due secoli è stato abitato dai frati minori osservanti e ceduto nel 1625 ai frati minori Riformati. Oggi si presenta come un notevole complesso architettonico costituito: dalla bellissima chiesa seicentesca; dal chiostro con i suoi affreschi; dal convento stesso, che ha subito notevoli rifacimenti dal 1400 al 1800; da un ampio parco verde all’interno del quale è presente la Via Crucis, la grotta della Madonna, la cappella dell’estasi e la cascata con la statua di san Francesco.

I due alberi del Beato Giacomo

La devozione popolare ha coinvolto, soprattutto nel passato, anche due alberi, che sarebbero stati piantati dal Beato. Il primo può essere osservato dal giardinetto accanto all’ingresso del santuario. Era un ginepro che sarebbe cresciuto dal bastone di fra Giacomo mentre coltivava il giardino. Le sue coccole, abbrustolite e polverizzate, erano somministrate come pozioni miracolose alle gestanti e ai malati gravi. Seccò il secolo scorso.

Il secondo albero si trova nel chiostro. Era un arancio selvatico che il Beato piantò il 1485, come si rivela dall’iscrizione latina che corre intorno sull’epistilio. Nel 1750, come si dice nella stessa iscrizione fu costruita l’elegante struttura ottagonale, scandita dai pilastrini con le basi scolpite a disegni diversi. L’albero fornì i suoi frutti, che venivano distribuiti ai devoti, fino al 1930 circa, quando seccò per colpa di una improvvida potatura.

La chiesa

La chiesa è sorta contemporaneamente al convento negli anni 1432-33, quando il papa Eugenio IV su richiesta del vescovo Carlo Arcamone e dall’Università di Bitetto, li autorizzò, con il breve “Piis fidelium”, a fondare una casa religiosa per accogliervi una comunità di Frati Minori Osservanti.

L’impianto architettonico e strutturale della chiesa cinquecentesca era diverso da quello attuale, sia per dimensioni che per orientamento. Unica testimonianza dell’edificio del XV secolo è l’affresco che raffigura la Vergine col Bambino in grembo collocato sulla parete destra di controfacciata.

La copertura originaria della navata centrale in legno venne sostituita da una volta a botte lunettata innestata sulla trabeazione e illuminata da finestre barocche. Nel 1761 venne rimaneggiata e ampliata anche la facciata della chiesa, con la collocazione in alto delle tre statue raffiguranti la Vergine degli Angeli, San Pasquale Baylon e San Pietro di Alcantara. Il dossale dell’altare maggiore è un’opera lignea riccamente decorata attribuita dallo storico Perrone all’intagliatore fra’ Giuseppe da Soleto.

La Cappella del Beato Giacomo

Sul lato sinistro del presbiterio, è situata la Cappella del Beato Giacomo, ùrisultato di numerose trasformazioni ed ampliamenti. La cappella è suddivisa in due campate con copertura a volta a crociera. Sullo sfondo è collocato l’altare marmoreo sormontato dalla tribuna che accoglie l’urna in vetro del Beato, alla quale si accede tramite due rampe di scale laterali. Sulle volte stuccate e sulla campata interna dell’arco di ingresso vi sono dipinti a tempera eseguiti nel 1943 dal pittore e restauratore bitettese Francesco Turchiano, raffiguranti angeli e miracoli del Beato.

Il chiostro

Il chiostro è un porticato a pianta quadrilatera, con tre archi per ogni lato, sormontato da terrazze scoperte sulle quali si affacciano le celle del primo piano. I portici hanno le volte a crociera, e un tempo erano tutti affrescati sulle campate e sui pilastri con lunette ed ovali. Nelle lunette sono rappresentate scene che riguardano San Francesco, il Beato Giacomo e S. Antonio, mentre i medaglioni dipinti posti tra le lunette e sui pilastri del portico riportano figure di santi e sante, martiri, beati e frati illustri.

Museo della devozione e del lavoro

Il Museo della Devozione e del Lavoro occupa gli spazi dell’antico convento francescano in cui ha vissuto fra Giacomo, svolgendo le più umili mansioni. In quelle che in origine erano le cucine e le celle dei frati del vecchio convento, oggi sono raccolte le testimonianze della religiosità popolare. Vi troviamo un presepe permanente che riproduce le suggestioni del centro storico di Bitetto, una sezione di arredi e paramenti sacri, una sala con gli ex voto e i ricordi di fra Giacomo.

Un ampio settore è dedicato a gli attrezzi da lavoro e domestici delle famiglie della civiltà contadina. All’interno delle celle sono stati ricreati gli ambienti dei vari mestieri come il sellaio, il vasaio, il cestaio, il bottaio, il carradore e il barbiere. Nel museo sono inoltre presenti i costumi popolari dei paesi limitrofi, realizzati dall’Accademia delle Belle arti di Bari. Una volta all’anno gli ambienti del museo si animano per dare vita alla rappresentazione del presepe vivente.

Giardino del convento

Attraversato un corridoio, dalla chiesa giungiamo giardino del convento. Come indicato dai cartelli direzionali, possiamo notare altri angoli d’interesse presenti all’interno del santuario. Troviamo, infatti, la grotta di Lourdes e la cappella dell’estasi, oltre a una fontana a cascata con la statua di San Francesco. Attraversando i suoi piccoli sentieri e il pergolato vi semberà di mettervi in contatto con l’aria mistica del santuario e la natura che lo circonda.

Chi è il Beato Giacomo Illirico da Bitetto

Giacomo Varingez, il Beato da Bitetto, detto anche ‘Illirico’ da Illiria, l’antica provincia romana che includeva la sua terra d’origine, nacque a Zara nei primi del ‘400. Qui, nella chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, venne battezzato proprio col nome che ha conservato anche da frate. Suoi genitori, secondo la tradizione, furono Beatrice e Leonardo Varingez che lo educarono secondo principi cristiani.

Il passaggio di Giacomo in Puglia fu favorito dalla circostanza di alcuni signori mercanti del suo paese che facevano domicilio da queste parti. Arrivato in Puglia a Bitetto conosce la fraternità francescana del convento di san Francesco. Attirato dall’ideale di Francesco, Giacomo vestì l’abito francescano proprio a Bitetto, intorno al 1437.

Fra Giacomo da Bitetto

La presenza del frate laico nel convento bitettese può considerarsi certa sino al 1463, anno in cui, si sarebbe trasferito, secondo la tradizione, a Bari presso il convento francescano costruito in quegli anni. Dopo il 1469, il beato Giacomo fu certamente a Cassano presso il convento di S.Maria degli Angeli al quale lo legano alcuni episodi tramandati dalla devozione popolare. Tra questi la presenza di un cipresso, ancor oggi visibile nel lato nord del convento, che si vorrebbe piantato dal frate o l’aneddoto della costruzione di ‘sette casubbole o trulli’ dove fra Giacomo ‘ogni notte vi faceva le stazioni in onore delle sette chiese di Roma’.

Dal 1480 sino agli inizi del 1483, fra Giacomo tornò a Bitetto dove imperversava la peste. Alla popolazione non fece mancare il suo conforto materiale e spirituale, prodigandosi nella preghiera, nella cura e nell’assistenza degli appestati. Nel 1656, imperversò nuovamente la peste nel Regno di Napoli ma questa volta Bitetto rimase immune da essa, il popolo attribuì il merito dello scampato pericolo al Beato Giacomo, ‘che quasi visibilmente parve tenere distesa la mano in aria per trattenere l’ira di Dio’, e lo elesse suo compatrono.

Tra il 1483 e il 1485, fra Giacomo dimora nel convento di S. Maria dell’Isola di Conversano, come testimonia Agostino da Ponzone, nel registrare la presenza del frate al castello ducale nella circostanza della malattia e miracolosa guarigione del piccolo Giovanni Battista Acquaviva. Dal 1485 in poi ritorna definitivamente a Bitetto dove più che altrove la gente sperimentò i suoi carismi. Qui nacque e si consolidò la fama di potente intercessore presso Dio, che l’accompagnò sia in vita che dopo la morte. Il suo sottomettersi ai lavori più umili, l’orto, la cucina, il questuare di porta in porta elargendo a tutti parole di conforto, furono qualità che lo fecero sentire fratello degli umili.

Fra Giacomo Muore a Bitetto nel 1496.

La beatificazione di Fra Giacomo da Bitetto

Le numerose grazie e miracoli raccolte dai suoi biografi sin dal tempo in cui era in vita, giustificano l’acclamazione spontanea del popolo che lo trasse fuori dal sepolcro collocandolo sull’altare. Ciò avvenne vent’anni dopo la sua morte quando, in occasione della sepoltura di un altro frate, il suo corpo fu rinvenuto incorrotto e ancora flessibile. Il processo canonico fu avviato solo il 1629, poi sospeso e ripreso nel 1694 durante il vescovado di Mons. Odierna. A conclusione dell’iter processuale, riconosciuti i carismi di Giacomo Varingez e la secolare devozione di Bitetto e dei paesi vicini, il 29 dicembre del 1700, Clemente XI lo dichiarò Beato.

Dopo più di tre secoli dalla beatificazione e dopo 5 secoli di culto e devozione ininterrotti, nel 1986 l’evento storico della ricognizione medico canonica alla presenza di un scelta equipe di medici e professori universitari, fu l’occasione per riaprire il processo di canonizzazione. Il 19 dicembre 2010 la Congregazione delle Cause dei Santi promulgò il decreto sulle virtù eroiche dell’umile fraticello. Oggi si è in attesa che la Chiesa riconosca la santità di fra Giacomo e lo proponga alla venerazione universale.

Festa del Beato Giacomo a Bitetto

I festeggiamenti religiosi per il Beato Giacomo a Bitetto iniziano la sera del giorno 26 Aprile con la processione del Quadro (custodito presso la Cattedrale di Bitetto) raffigurante il Frate di Zara, lungo le vie del paese. La processione termina collocando il quadro stesso nel centro della Piazza su un altare appositamente allestito.

Il giorno seguente (27 Aprile) presso il Santuario vengono celebrate sin dal primo mattino le messe solenni a devozione del Beato Giacomo. Segue il rito di gala fatto da persone che si prestano per portare in processione l’urna contenente il dito di fra’ Giacomo. La processione attraversa le vie principali del paese concludendosi dopo circa due ore presso la Cattedrale di S. Michele Arcangelo, nella quale è allestito un trono su cui viene appoggiata la cappelletta contenente l’urna.

Il giorno successivo alla festa (28 Aprile), in serata si svolge la fiaccolata che accompagna la reliquia al Santuario e successivamente c’è il ritorno in Cattedrale del Quadro, accompagnato dai banbini con in mano una candelina accesa. Naturalmente in questi giorni di festa, alle celebrazioni di carattere religioso si mescolano quelle di carattere civile, bande musicali, fuochi d’artificio e sfarzose illuminazioni, e il lancio di un pallone aerostatico il giorno della festa.

Dove si trova il Santuario del Beato Giacomo Illirico

Situato sulla strada che collega Bitetto a Grumo Appula, il Santuario del Beato Giacomo sorge nella parte occidentale della città a un chilometro dal centro storico.

Cosa vedere a Bitetto

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