La cattedrale di San Cetteo è un edificio di culto cattolico della città di Pescara, cattedrale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne e sede dell’omonima parrocchia. È dedicata a san Cetteo, il patrono della città. Il nome originale dell’odierna costruzione, Tempio della Conciliazione, è legato al concordato dello Stato italiano con la chiesa cattolica.

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Storia della Cattedrale di San Cetteo

La costruzione della chiesa è legata all’attività edilizia intensificatasi in città dopo l’istituzione della provincia di Pescara del 1927: la vecchia chiesa del Santissimo Sacramento risalente al XVII secolo, situata dove sorge l’odierna Cattedrale e ridotta in pessimo stato venne demolita per fare posto alla nuova. Sino al 1892 era in piedi l’adiacente chiesetta di Santa Maria di Gerusalemme, del XIII secolo a pianta circolare, poi demolita. Rimaneva insieme alla torre campanaria l’arco di ingresso, volgarmente detto Porta Nuova, da cui il nome allo storico quartiere di Pescara vecchia. Nel 1902 anche l’arco e la torre furono abbattuti per realizzare il piazzale della parrocchia, benché questa avesse la facciata ruotata su via dei Bastioni e piazza Garibaldi; restano, di questa chiesa dei ruderi lungo viale D’Annunzio presso il sagrato di San Cetteo, riemersinegli scavi archeologici del 1992.

La costruzione della chiesa nuova fu fortemente voluta da Gabriele D’Annunzio, il quale mise a disposizione anche fondi finanziari propri. D’Annunzio si consultò con l’architetto Cesare Bazzani e volle trovare in questa chiesa un luogo di sepoltura per la madre, la cui cappella si trova sulla destra dell’altare maggiore.

Il tempio divenne cattedrale nel 1949 e sede dell’Arcidiocesi Metropolitana nel 1982. Negli anni ’70 la chiesa tornò ad ospitare la storica statua lignea di San Cetteo del XVII secolo, nel frattempo conservata per sicurezza a Chieti nella relativa cattedrale. Nel 2018 è stato restaurato il campanile con nuova cuspide.

Cattedrale di San Cetteo: interno

La chiesa fu costruita seguendo i criteri della tradizione romanica abruzzese, dalla facciata di forma rettangolare e decorata a rosoni. Ha un impianto architettonico a basilica a tre navate. La tripartizione è data da colonne in marmo. Il soffitto della navata principale è a cassettoni lignei non intagliati, le colonne delle arcate sono cilindriche con capitelli ionici; il coro è sottolineato da un’abside semicircolare. La chiesa dispone di un transetto, rialzato come nella tradizione romanica: da un lato del transetto si trova una cappella dedicata a San Cetteo, con un suo busto in argento. Dall’altra parte, il transetto si conclude con la tomba di Luisa De Benedictis, madre di Gabriele D’Annunzio, alla quale Arrigo Minerbi ha dedicato il monumento funebre: si tratta di un’arca sormontata dalla figura di una giovane donna addormentata.

Cattedrale di San Cetteo: esterno

Sulla facciata sono presenti tre portali strombati con lunetta a botte dipinta, ad archi a tutto sesto. Il portale centrale inoltre è sormontato da tre statue di santi tra cui San Cetteo, il patrono. La lunetta è decorata con in mosaico bizantino del Cristo Pantocratore. Due lesene aggettanti mettono in evidenza la suddivisione interna in tre navate.

A sinistra della facciata, un campanile a torre su base quadrata si conclude con tamburo a pianta ottagonale, dove sono collocate le 3 campane maggiori del concerto, una base superiore per ospitare ai quattro lati l’orologio parrocchiale e il resto del concerto delle campane minori, e infine la cuspide conica, mentre a destra la facciata è fiancheggiata dal piccolo battistero. Sulla parete c’è un bassorilievo diviso in quattro parti coi simboli dei Quattro Evangelisti, progettati dal prof. Restituto Ciglia.

Cetteo di Amiterno

San Cetteo o Ceteo, detto anche Pellegrino (VI secolo – Fiume Aterno, 13 giugno 597) è stato un vescovo italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica; è patrono della città di Pescara e dell’arcidiocesi di Pescara-Penne.

Attorno al 590, sotto il pontificato di papa Gregorio I, venne eletto vescovo di Amiternum in Sabina (nei pressi di San Vittorino, nella Conca aquilana). Secondo una passio ampiamente leggendaria, venne ingiustamente accusato di aver tradito la sua città al tempo della discesa dei longobardi in Italia: avrebbe subito il martirio per annegamento nel 597, e il suo corpo, gettato nel fiume Aterno-Pescara con una mola di pietra legata al collo, sarebbe stato miracolosamente trasportato dalla corrente fino alla foce del fiume, a Pescara, dove sarebbe stato raccolto e sepolto nella chiesa che poi gli fu intitolata (l’attuale cattedrale di San Cetteo).

Un’altra versione vuole che Cetteo fosse vescovo di Aternum, ossia Pescara, dove venne martirizzato dai conquistatori longobardi e gettato nel fiume dal ponte romano ivi presente.

San Cetteo patrono di Pescara

La statua attuale risale al XVII secolo, conservata dal 1975 presso la cattedrale. La festa storica di San Cetteo consisteva in una processione di barche dei pescatori lungo il fiume Aterno, luogo del martirio. Il suo nome fu iscritto nel Martirologio Romano al giorno 13 giugno, ma nella città di Pescara se ne fa memoria la 1ª domenica di luglio e il 10 ottobre.

Cosa vedere a Pescara

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