Ci siamo trovati in un buio giorno di pioggia a Gioia del Colle, ma siamo riusciti comunque ad ammirare le bellezze del comune, nota per il suo castello ma anche per la mozzarella DOP.

La cittadina in provincia di Bari sorge sull’altopiano delle Murge. Il paesaggio è caratterizzato da grandi superfici boschive. L’attuale abitato di Gioia del Colle nasce intorno a un castello di origini bizantine. Il suo nome deriva da Joha, riduzione del cognome Joannakis, famiglia bizantina presente in questi luoghi in età medioevale. Ma sull’origine del toponimo ci sono molte opinioni e perfino leggende. La sua attrazione più nota è il Castello normanno-svevo.

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Gioia del Colle: cenni storici

Federico II e Bianca Lancia

Gioia del Colle è luogo di storie e narrazioni, ma certamente le più note riguardano il personaggio di Bianca Lancia. Di origini non certe, anzi discordanti tra le fonti (si narra persino che in realtà si chiamasse Beatrice), fu l’ultima moglie di Federico II, sposata su richiesta della donna, in fin di vita, sul letto di morte, per la salvezza dell’anima e per la legittimazione dei loro tre figli.

Dalla loro relazione nacquero Costanza, Manfredi e Violante. Si racconta che di ritorno da Israele, Federico II soggiornò nell’Italia Settentrionale e proprio in Agliano conobbe la bella Bianca. Innamoratosi perdutamente di lei, le disse di essere vedovo di Iolanda di Brienne, da cui in realtà viveva separato. A partire dal 1225 Bianca mantenne una relazione illegittima con Federico II.

Una leggenda vuole che presso il castello di Monte Sant’Angelo Bianca fosse stata tenuta prigioniera della gelosia dell’imperatore. Stessa storia è tramandata a proposito della rocca di Gioia del Colle, dove sarebbe stata rinchiusa dall’imperatore per aver commesso adulterio. Nel piccolo sotterraneo, adibito in antichità a prigione, su una parete sono scolpite due rotondità, che secondo la leggenda riproducono i seni di Bianca Lancia. Stando alla medesima leggenda, l’Imperatrice partorì Manfredi proprio nella prigione del Castello di Gioia.

Cosa vedere a Gioia del Colle

Castello normanno-svevo

Il Castello normanno-svevo di Gioia del Colle è il risultato di tre interventi costruttivi: uno del periodo bizantino, uno normanno e l’ultimo di quello svevo. Inizialmente era costituito da un recinto fortificato in conci lapidei, fu ingrandito nel XII secolo dal normanno Riccardo Siniscalco, che lo trasformò in una residenza nobiliare.

La sistemazione definitiva del castello si deve a Federico II di Svevia intorno al 1230, epoca in cui si presenta con un cortile quadrangolare, saloni e stanze che si affacciano su di esso, ed è delimitato da quattro torri angolari. Delle quattro torri angolari originarie, oggi ne restano solo due: quella De’ Rossi e quella dell’Imperatrice.

Si nota una varietà di motivi artistici all’interno del cortile e delle sale. Il materiale di costruzione del Castello è prevalentemente pietra calcarea e carparo rosso. Numerose monofore, bifore, una trifora e feritoie si aprono in maniera disordinata sulle cortine e sulle torri, confermando le diverse fasi costruttive.

Dalla scalinata monumentale del cortile si sale al primo piano, dove è presente la Sala del trono. In fondo a questa si trova un trono in pietra, costruito nel corso del restauro del 1907, con frammenti scultorei recuperati nel Castello in seguito alle demolizioni. Dalla Sala del Trono si accede alla Sala del Camino, cosiddetta per la presenza di un camino rinascimentale.

Museo Archeologico Nazionale

Il Museo archeologico nazionale di Gioia del Colle è situato nelle sale del castello normanno-svevo e raccoglie i reperti archeologici provenienti dagli scavi nelle aree di Monte Sannace e Santo Mola, che hanno portato alla luce un insediamento di antichi Peucezi. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Puglia. I reperti esposti risalgono al Neolitico e all’Età del bronzo e del ferro. Gli oggetti in esposizione comprendono vasi geometrici e figurati, armi e oggetti in bronzo, fibule e ornamenti personali, statuine fittili, che componevano i corredi delle sepolture, Ceramica d’uso domestico e da mensa, pentole, fornelli, macine e utensili vari, riferibili alla vita quotidiana e alle attività dell’antica popolazione. Fra gli oggetti in esposizione, inoltre, alcuni bronzi che costituivano parte dell’armatura di guerrieri del V secolo a.C. (un elmo di tipo corinzio e un omerale).

CASTELLO NORMANNO SVEVO / MUSEO ARCHEOLOGICO
Piazza dei Martiri 1799, 1
70023 Gioia del Colle (BA)
tel: +39 080 3481305
e-mail: drm-pug.museogioiadelcolle@beniculturali.it

Parco archeologico di Monte Sannace

Il sito, distante 5 km dal centro abitato in direzione di Turi, è stato oggetto di scavi archeologici a partire dal 1957 da parte della Soprintendenza alle antichità della Puglia e del Materano. Gli scavi, terminati nel 1961, hanno portato alla luce un insediamento degli antichi Peucezi risalente al IX secolo a.C. e che perdura, con brevi interruzioni, fino al periodo ellenistico-romano (all’incirca fino al I secolo d.C.).

Il parco archeologico comprende alcuni tratti dei circuiti difensivi e la porta nord, oltre a buona parte dell’abitato, numerose tombe e diversi edifici dell’acropoli.

I reperti provenienti dagli scavi sono conservati nel Museo archeologico nazionale situato all’interno del Castello normanno-svevo.

PARCO ARCHEOLOGICO DI MONTE SANNACE
Strada Provinciale 61 Gioia del Colle – Turi Km 4,5
70023 Gioia del Colle (BA)
tel: +39 0803483052
e-mail: info@parcomontesannace.it

Chiesa di Sant’Angelo

Un po’ di storia

Nel Centro storico di Gioia è ubicata una delle chiese più antiche del comune. Da alcuni documenti normanni del XII secolo apprendiamo che intorno al 1170 l’abate Arivie avrebbe fatto costruire a sue spese, nei pressi del castello, una chiesa dedicata a santo Stefano. In un successivo periodo questa veniva chiamata chiesa “di San Giovanni”.

Tra la fine del secolo XV ed il principio del successivo giunge a Gioia un contingente di soldati Albanesi, detti anche Schiavoni. Erano al seguito di Bartolomeo Paoli, per offrire il proprio aiuto agli Aragonesi. Molti di quei soldati al termine delle operazioni militari non rientrano nella loro terra, ma rimangono a Gioia e fissano la propria dimora nella zona che va dalla parte est del castello a quella nord della Chiesa Matrice, rione che da loro prende il nome di Borgo degli Albanesi o degli Schiavoni.

Poiché gli Albanesi professavano la religione greco-ortodossa, tra il 1500 e il 1506, per praticare il loro culto, pensano di ampliare, restaurare ed abbellire l’antica Chiesa di S. Giovanni” o S. Maria di Costantinopoli, in cui si officiava secondo il rito greco.

L’evoluzione e lo stile della chiesa

Dalla sua fondazione, la Chiesa di Sant’Angelo di Gioia del Colle, ha cambiato sette portali principali. Il primo portale fu creato dal fondatore della Chiesa, l’Abate Arivie che lo volle in legno d’ulivo proveniente da Gerusalemme.

La Soprintendenza alle Belle Arti di Bari riconosce la Chiesa di S. Angelo Monumento Nazionale, in quanto opera di rilevante valore storico e architettonico. Il prospetto della Chiesa è diviso in tre parti in senso verticale, divise da lesene ornate di capitelli ionici schiacciati. La parte destra costituisce la base su cui si sviluppa la torre campanaria. Nel senso orizzontale la facciata è divisa in due parti; quella sottostante, in pietra, caratterizzata da un ampio portale sormontato da un’iscrizione; quella superiore, in tufo, presenta una grossa apertura e termina a forma di settore circolare.

Il primitivo nome di S. Maria di Costantinopoli e quello di Sant’Angelo sono sottolineati dalla presenza di numerosi quadri che li raffigurano.

La chiesa al suo interno: gli altari policromi

L’interno della Chiesa presenta una navata con volte a botte, decorata con stucchi. Si passa poi alla zona presbiterale e all’abside, che termina con una semicupola. Varcato l’ingresso della Chiesa, sui due lati si nota un’acquasantiera di marmo, a forma di conchiglia. Nel primo arco di destra è situato un altare in marmo policromo, che presenta l’ iscrizione: A Gesù vera vittima d’amore i fedeli nel 1906. Sull’altare vi è una teca in cui è presente una statua di Gesù riposto nel sepolcro. Al di sopra ve n’è un’altra che contiene la statua della Madonna Addolorata.

Nel secondo arco è inserito un altro altare in marmo policromo, sovrastato da una tela raffigurante l’Arcangelo Gabriele. Il terzo arco racchiude una tela raffigurante la Madonna, che regge fra le braccia il Figlio Gesù. Il presbiterio è occupato da un altare in marmo policromo e da un grande quadro che raffigura la Madonna di Costantinopoli, opera del XVIII secolo. Al centro del dipinto vi è la Madonna che reca in braccio il Bambino Gesù, mentre sul lato sinistro è raffigurato San Giovanni Battista insieme a San Luigi e sul lato destro San Filippo Neri. Al lato destro una nicchia racchiude una statua che rappresenta Gesù risorto, mentre al lato sinistro la nicchia racchiude una statua di San Michele Arcangelo con una spada.

Una teca che sovrasta l’altare contiene le statue dei Santi Medici. Una lapide in marmo onora la memoria di Donato Pugliese, che istituì in questa chiesa il culto dei SS. Medici, di Santa Rita da Cascia e della Madonna del Pozzo.

Il secondo altare a sinistra, in marmo policromo, è sormontato da una nicchia che contiene un Crocifisso, Santa Rita da Cascia ( che si festeggia solennemente il 22 maggio) e un Angelo.

L’altare centrale è circondato da un coro ligneo con numerosi stalli. L’altare maggiore è in pregevole marmo policromo. Alle sue spalle un dipinto raffigurante S. Michele, con la spada sguainata, che tiene sotto i suoi piedi il diavolo.

Accostato al prospetto della Chiesa vi è un campanile non molto più alto dell’edificio sacro. [fonte]

Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore

La facciata della Chiesa è scandita in tre parti da lesene, in senso verticale. Nel senso orizzontale è divisa in due ordini ed è coronata da una balconata e da un fastigio a cornucopie.

Sul prospetto della Chiesa sono visibili: un gruppo scultoreo in pietra, raffigurante una Madonna in trono con il Bambino Gesù, probabile opera dello scultore Stefano da Putignano, inserita nella nicchia presente sul lato destro della facciata. Poi una statua raffigurante San Filippo, inserita in una nicchia presente sul lato sinistro e due bassorilievi in pietra che rappresentano altrettanti leoni rampanti.

Sul portone centrale un’epigrafe riporta l’anno della ricostruzione della Chiesa, il 1764. La facciata superiore presenta un grosso finestrone a forma di campana, sul quale è incisa la data del 1771, periodo in cui fu eseguita questa parte dell’edificio sacro. Sul fastigio, delimitato da due cornucopie un’altra epigrafe, ci fa conoscere che la facciata fu completata da Pasquale Montanaro nel 1893. Tra il lato sinistro della Chiesa e la Cappella s’innalza un modesto campanile.

Presenta al suo interno numerosi affreschi risalenti a diversi periodi storici e una cripta in cui è sepolto il corpo del principe Carlo III De’ Mari. Ricostruita nel corso dei secoli, conserva ancora lo stipite originale del portone di ingresso e un sarcofago adibito a lavabo (conservato in sagrestia).

Teatro Rossini

Il Teatro comunale Rossini, più noto come Teatro Rossini, è il teatro della città di Gioia del Colle. L’edificio, pre esistente, venne restaurato e riadattato ad uso teatro nel 1841, ad opera dell’ingegner Felice Ravillon. L’inaugurazione avvenne nel 1843, anche se le decorazioni interne risalgono solo al 1858, ad opera del pittore Tommaso Bianchi, e al 1862, per mano di Giulio Jacobellis.

Il teatro si presenta con due ordini di palchi e può accogliere 230 spettatori seduti. Interventi negli anni successivi furono mirati a migliorare l’arredamento interno e reimpostare la struttura interna . Nel 1867 il comune acquista un giardino adiacente al fine di ingrandire il teatro divenuto insufficiente a soddisfare le esigenze delle crescente popolazione. Il successo del teatro presso i gioiesi fu tale che la struttura si sostentasse esclusivamente grazie agli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti e dai contributi delle compagni teatrali.

Nel 1900 vengono realizzati i tre busti di gesso posti, sulla facciata del teatro, per mano dello scultore gioiese Giuseppe Masi. Il teatro venne dotato di impianto elettrico nel 1906. A partire dal 1925, il teatro viene adibito a cinematografo, fino al 1941. Dal 1987 prese il via l’iter per l’approvazione e la realizzazione del progetto di restauro del teatro, che si concluse nel 1997.

TEATRO ROSSINI
Via Gioacchino Rossini, 1
70023 Gioia del Colle (BA)
tel: +39 080 348 4453
e-mail: teatrorossini@libero.it

Festa Patronale di San Filippo Neri

credits: www.regnodimarzagaglia.it

A Gioia del Colle, ogni 26 maggio, si festeggia la festa patronale dedicata a San Filippo Neri. Le celebrazioni prevedono le consuete messe dedicate, la processione della statua del santo, concerti della banda in Piazza Plebiscito e le luminarie che decorano la città.

Filippo Romolo Neri nacque a Firenze nel 1515 e morì a Roma nel 1595. Fu un educatore che attirò a sé molti giovani, ragazze e ragazzi. Per il suo carattere giocoso fu chiamato anche il “santo della gioia” o il “giullare di Dio”.

A Gioia del Colle la sua venerazione inizia tradizionalmente nel 1731 dopo un tremendo terremoto che sconvolse la zona. Terremoto dal quale la città di Gioia del Colle si sarebbe salvata per essere ricorsa alla protezione e intercessione del santo.

Sin dal 1799  una Confraternita intitolata a San Filippo Neri svolge attività di culto e beneficenza, con sede nella Chiesa di Sant’ Angelo.

I prodotti tipici di Goia del Colle: le mozzarelle e il vino primitivo

credits: www.regione.puglia.it

Gioia del Colle è rinomata per la mozzarella e il vino Primitivo. Inoltre sono presenti importanti produttori di pasta e olio extravergine di oliva. L’agricoltura, le industrie casearie, le cantine, i pastifici e i frantoi assieme alle imprese commerciali rappresentano il motore economico di questo paese.

La Mozzarella di Gioia del Colle DOP è un formaggio fresco a pasta filata, prodotto da solo latte intero di vacca addizionato di siero-innesto. Si presenta in tre diverse forme: sferoidale, di nodo e di treccia.

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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