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Pineta Dannunziana (Pineta D’Avalos, Pescara)

Uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi di Pescara è certamente la Pineta D’Avalos, a pochi passi dal mare, e meglio conosciuta come Pineta Dannunziana. Ma perché si chiama così e in che modo è collegata a Gabriele D’Annunzio?

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La Pineta Dannunziana di Pescara

La Riserva naturale di interesse provinciale pineta Dannunziana è altresì conosciuta come la Pineta Dannunziana è una riserva naturale che si trova nella zona meridionale della città di Pescara. Per i pescaresi, la riserva è nota come la “Pineta D’Avalos” o “Parco D’Avalos“, che è il nome della famiglia che, al tempo dei Borboni, possedeva il marchesato di Pescara. L’attuale area della riserva occupa una particella della porzione del vasto territorio che nei secoli è stato coperto da un’ininterrotta serie di pinete e dalla macchia mediterranea che si estendeva per la parte litoranea di tutto l’attuale territorio della città.

Del resto, prima del XIX secolo, tutto il litorale adriatico limitrofo era ricoperto da pinete e macchia mediterranea e così dal sud, dall’attuale comune di Francavilla al Mare (CH) fino a nord, nella zona meridionale delle Marche. L’urbanizzazione di queste aree ha interrotto la continuità di questa macchia e delle pinete. Nell’intento di proteggere l’ultima grande pineta nel territorio pescarese, la Regione Abruzzo, con L.R. 96/00 e L.R. 19/01 ha istituito la attuale riserva naturale che si estende per una superficie di 53 ettari circa, di cui solo 35 ettari restano dell’antica selva. La flora include molte specie di piante e di arbusti tipici della macchia mediterranea. [fonte]

Flora e fauna della Pineta Dannunziana

Nonostante le sue piccole dimensioni, la Pineta Dannunziana all’interno ospita numerose specie di animali vertebrati con 107 specie di uccelli, 14 mammiferi, 11 anfibi e rettili, oltre a varie specie di pesci. Tra gli uccelli molti sono migratori.

In virtù della presenza dell’acqua nel sottosuolo, vi crescono numerose specie vegetali tipiche delle zone umide salmastre come la canna di Ravenna, il giunco nero e il giunco di Tommasini (Juncus littoralis). La vegetazione dunale e retrodunale è costituita da gariga a base di cisto femmina, cisto di Creta, rosa di San Giovanni, camedreo polio, verbasco niveo, ginestrino delle spiagge e zafferanetto delle spiegge.

Alle spalle, la pineta è formata da pini d’Aleppo, dal tronco tortuoso, pino domestico, dalla chioma a ombrello e pino marittimo, dalla forma piramidale eretta. Il sottobosco è formato da mirto, lentisco, alloro, ligustro, oleandro, camedrio e smilace. Ancor più verso l’intero, la pineta di trasforma in bosco di sclerofille mediterranee, caratterizzato da lecci e roverelle, assieme a acero campestre, tiglio, olmo campestre e alcune specie esotiche come Robinia pseudoacacia ed elucalipti.

Intorno al lago presente nelle riserva, crescono pioppi bianchi, salici bianchi e salici piangenti, assieme a carici, tife, cannucce di palude, salcerelle e altre specie ripariali. [fonte]

Cosa vedere nella Pineta Dannunziana

L’area della pineta include alcuni edifici di valore storico come l’ex opificio dell‘Aurum, una struttura a ferro di cavallo disegnata dall’architetto Giovanni Michelucci, architetto, urbanista e incisore italiano che nel 1939, nonché alcune eleganti ville in stile liberty. Inoltre, la riserva è dotata di un parco dei teatri, composto dall’Auditorium Flaiano e dal Teatro monumento Gabriele D’Annunzio.

Aurum La fabbrica delle idee

L’Aurum è uno storico edificio di Pescara, un tempo sede della distilleria produttrice del liquore Aurum. Luogo ricco di memoria, oggi l’Aurum è una “Fabbrica delle Idee” dove si conservano sapori antichi e si producono fermenti sempre nuovi, fruibili da chiunque voglia immergersi nella luminosa atmosfera di questo luogo, diventato un punto di riferimento per la città di Pescara, inserendosi in un vero e proprio piano urbanistico volto alla valorizzazione dell’intera zona, inclusa la grande Pineta dannunziana, di cui l’Aurum è il cuore pulsante. Questo splendido edificio oggi si mostra al pubblico rifiorito di una nuova meraviglia, riconoscendosi come “marchio” della città di Pescara e non solo, desideroso di aprire sempre più le porte alla cultura, all’arte ed alle molteplici espressioni artistiche. [fonte]

Teatro monumento Gabriele D’Annunzio

Il Teatro monumento Gabriele D’Annunzio è un teatro all’aperto di Pescara. Costruito nel 1963 in occasione del centenario della nascita del poeta, si trova all’interno della Pineta Dannunziana e dispone di 3 000 posti a sedere all’aperto e di un auditorium al chiuso da 500 posti intitolato a Ennio Flaiano.

Gabriele D’Annunzio e la Pineta di Pescara

Nel 1904 e di nuovo nel 1912 Gabriele D’Annunzio, pescarese doc, vi allestì la tragedia pastorale la “Figlia di Iorio”: da allora la bella pineta a sud della città è soprannominata Pineta Dannunziana.

D’Annunzio amava recarsi subito nella pineta della sua città di origine, non appena vi tornava, tuttavia la sua celebre poesia “La pioggia nel pineto”, per quanto sicuramente influenzata dai tali ricordi, è ambientata in un bosco della Versilia.

Secondo la ricostruzione dell’esperta di tradizioni abruzzese Elisabetta Mancinelli, sono le vicende legate al dramma dannunziano “Figlia di Iorio”, che aveva già trovato rappresentazione pittorica nell’opera di Francesco Paolo Michetti del 1895, a collegare definitivamente la Pineta a D’Annunzio. [fonte]

Contatti Pineta Dannunziana

  • Viale della Pineta – 65129 Pescara (PE)
  • 085 4283699 e Servizio Verde Pubblico e Parchi 085 42831
  • caudullo.mario@comune.pescara.it
  • Pineta di Pescara orari: 8-21

Dove si trova la Pineta di Pescara

Cosa vedere a Pescara

Nota come la città che ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio, Pescara è la prima città dell’Abruzzo che vi raccontiamo su #BarbieInTown. Seguiteci nel nostro viaggio tra le principali attrazioni, i monumenti più famosi, le spiagge più belle e gli scorci più nascosti.

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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