Info Caserta

Questa volta siamo saliti sul treno e siamo andati in una destinazione che sognavamo da tempo: Caserta. Dopo l’ormai nota tappa di Napoli, siamo tornati in Campania per rimanere abbagliati dalla bellezza della Reggia di Caserta, ma non solo. Non siamo riusciti a vedere proprio tutto (torneremo per San Leucio e l’Acquedotto Carolino), ma ciò che abbiamo visitato ci ha fatto innamorare di questa città. Non poteva mancare una visita al borgo medievale di Casertavecchia (la vera chicca!) e una degustazione dei piatti tipici locali.

Ringraziamo per il sostegno social e tutte le informazioni che ci hanno fornito lo staff della Reggia di Caserta, i ragazzi di Fai Giovani Caserta, gli admin di Igers Caserta e Eat 4 Caserta per i consigli sui locali.

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Cenni storici

L’antica Galatia deve le proprie origini agli etruschi. Verso il 423 a.C. fu conquistata dai Sanniti e scelse di restare dalla parte di Annibale contro i Romani. Sino alla caduta dell’Impero Romano, dopo il 476 d.C., Galatia rimase una colonia.

I Longobardi, come in seguito i Normanni, gli Svevi e gli Angioini, svilupparono i loro possedimenti e le loro costruzioni intorno a chiese, santuari, monasteri benedettini, con un’economia prettamente agricola e un impianto urbanistico costituito da “ville” e “casali”. Proprio in uno di questi “casali” inizia a svilupparsi la vita della città in pianura, che di lì a qualche secolo, intorno ad un mercato settimanale, prende corpo e vita. Il casale era quello denominato della Torre.

Gli Acquaviva d’Aragona porteranno, a loro volta, Caserta ad essere una delle più belle Signorie e la cultura e la ricchezza ne faranno il fiore all’occhiello, inoltre, la vicinanza di Napoli con i Borboni, darà al territorio casertano grande stabilità politica ed economica, fino a Giulio Antonio Acquaviva che nel 1579 ottenne il titolo di Principe dello Stato di Caserta.

Carlo di Borbone, Re di Napoli e di Sicilia, nel ‘700 vuol realizzare nel territorio casertano la propria residenza estiva e collegarla a Napoli capitale anche con vie d’acqua; vuole, in realtà, fare di Caserta il centro del Regno, con un impianto urbanistico imponente, con strade che lo possano mettere in contatto con il vicino Stato Pontificio e tutto il Suo Regno. Luigi Vanvitelli esaudisce i suoi desideri con una progettazione magistrale; un Palazzo, non più una residenza fortificata, aperto alle nuove esigenze dell’epoca dove la sfarzosità doveva essere esibita al mondo intero per mostrare la magnificenza del proprio Casato, dando vita alla Reggia di Caserta.

Caserta origini del nome

Il nome di Caserta deriverebbe dal latino Casa hirta “Casa erta”, che si riferirebbe alla posizione elevata della città rispetto alla pianura circostante.

Cosa vedere a Caserta

Se pensate che a Caserta ci sia da vedere solo la Reggia, vi sbagliate di grosso. Le nostre tre giornate in città non ci sono bastate per vedere tutto, e quindi, certamente, torneremo presto. Chiese, palazzi storici, costruzioni moderne, il nuovo e il vecchio si fondono in un paesaggio che lascia a bocca aperta.

Reggia di Caserta

Progettata nel Settecento da Luigi Vanvitelli, su incarico di Carlo III di Borbone, la Reggia di Caserta rappresenta il trionfo del barocco italiano. Un’estasi per gli occhi di ogni visitatore, e noi l’abbiamo ammirata di giorno, ma anche di notte, e vi possiamo assicurare che è uno dei luoghi più romantici che abbiamo visitato.

La visione di Carlo di Borbone ha cambiato per sempre le sorti del territorio. Il fulcro del suo progetto, la Reggia di Caserta, è oggi una delle residenze reali più grandi al mondo, Patrimonio dell’Umanità dal 1997. Scorrete il testo per un approfondimento più esaustivo.

Piazza Carlo III di Borbone

Questo luogo vi introduce allo spettacolo della Reggia di Caserta, ed è altrettanto maestoso: Piazza Carlo di Borbone (fino al 2020 Piazza Carlo III) è una grande piazza dedicata a Carlo Re di Napoli, che fece costruire, appunto, la Reggia di Caserta.

Grazie alle sue imponenti dimensioni pari a circa 130.000 m², la piazza è ritenuta essere la più estesa in Italia e fra le più grandi del mondo. Il suo grande parco è luogo di ritrovo per i casertani, che vi passeggiano, fanno sport o portano i bambini a giocare. Il suo viale collega direttamente la Reggia alla stazione.

Piazza Duomo

Proprio in questa piccola ma centralissima piazza di Caserta troviamo il Duomo (o Cattedrale), intitolato a San Michele Arcangelo. Da Piazza Duomo potete raggiungere facilmete i principali luoghi da visitare in città e noi stessi ci siamo ritrovati piacevolemte in questo slargo più volte durante il nostro viaggio.

Cattedrale di San Michele Arcangelo

La cattedrale di San Michele Arcangelo, conosciuta anche come Duomo, è il principale luogo di culto cattolico della città di Caserta, sede vescovile della diocesi omonima. Situato in Piazza Duomo, l’edificio, costruito su una precedente chiesa trecentesca dedicata all’Annunziata e appartenente al complesso del convento del Carmine, fu progettato per volere del re Ferdinando I dall’architetto Giovanni Patturelli e successivamente modificato dal primo reale architetto svizzero-italiano Pietro Bianchi.

All’esterno, un’ampia scalinata in pietra bianca accompagna ai tre portali d’ingresso, sormontati dalla parte superiore della facciata in cui si aprono due nicchie che ospitano le statue in gesso di San Michele Arcangelo e San Sebastiano. All’interno, dodici colonne con capitelli corinzi dividono la chiesa in tre navate, delle quali quella centrale è tre volte più grande delle laterali. Il soffitto a cassettoni decorati in stucco è attaccato ad una soffittatura pensile fissata alle capriate lignee sovrastanti e quattro grandi archi dividono la navata centrale e la zona absidale. Il pavimento, opera di Armando Castellano, è a quadroni di marmo bianco di Carrara e di bardiglio; le pareti interne, invece, sono decorate con affreschi.

Piazza Luigi Vanvitelli

Uno dei luoghi simbolo di Caserta è Piazza Luigi Vanvitelli, una delle principali piazze della città, su cui affacciano l’attuale sede del Comune di Caserta, il cinquecentesco Palazzo Acquaviva, che ospita gli uffici di Questura e Prefettura, e il Palazzo della Banca d’Italia. Sono presenti anche negozi, caffetterie e alberghi. La piazza è caratterizzata da una grande Villa comunale con al centro il monumento a Luigi Vanvitelli e una grande fontana.

Palazzo Acquaviva

Detto anche Palazzo vecchio, il Palazzo Acquaviva per secoli fu residenza prima dei conti e dei principi di Caserta e poi dei reali di casa Borbone. Fu restaurato e ingrandito da Giulio Antonio Acquaviva D’Aragona nel XVI secolo. Ospitò Cardinali e i Viceré di Napoli. Fu acquisito da Carlo III di Borbone nel 1750, divenendo sede provvisoria della famiglia reale sino al compimento della Reggia. Ospitò Jakob Philipp Hackert e Johann Wolfgang von Goethe. Attualmente è sede della Prefettura e della Questura di Caserta.

Corso Trieste

Potremmo definirlo lo scenario delle nostre serate a Caserta: Corso Trieste è ricca di negozi, di ristoranti, di locali di ogni genere, e l’abbiamo attraversata più e più volte durante il nostro viaggio. Si sviluppa per 1130 metri in lunghezza e 18 in larghezza, dal Monumento ai Caduti fino a piazza Carlo di Borbone, ai piedi della Reggia di Caserta.

Piazza Dante

Piazza Dante è una delle più antiche di Caserta. Essa venne costruita nell’Ottocento, assumendo inizialmente la denominazione di Piazzetta ellittica del Trivio. In essa confluiva infatti la Via del Trivio, oggi via Mazzini, centro nevralgico della città. Dopo l’unificazione d’Italia, la piazzetta fu denominata Piazza Margherita, in onore della Regina d’Italia e diventò il prestigioso salotto casertano. Dal 1947 la denominazione cambia in favore di Piazza Dante, diventando il salotto di Caserta. Oggi, soprattutto nei weekend, la piazza si affolla di giovani ansiosi di vivere la movida casertana.

Planetario di Caserta

Quello di Caserta è il primo planetario interamente digitale del centro sud Italia; sotto la cupola da 7 metri è ospitata una platea da 41 posti e la struttura non presenta barriere architettoniche. Spettacoli per il pubblico sono programmati per il sabato sera e la domenica pomeriggio.

Palazzo della Camera di Commercio

Il Palazzo della Camera di Commercio di Caserta è un imponente costruzione sita nella centralissima via Roma, è datata anno 1926 e costruita dall’ingegnere Luigi Fabricat. L’edificio, con prospetto simmetrico severo, è costruito secondo lo stile in voga tra le due grandi guerre. L’ingresso è evidenziato da un ampio balcone che poggia su colonne binate.

Piazza Antonio Gramsci

Arrivando da Corso Trieste per raggiungere la Reggia di Caserta, vi imbattete nella piccola Piazza Antonio Gramsci. Da qui potete raggiungere non solo l’imponente costruzione casertana, ma anche numerose vie ricche di locali. Non solo, su di essa si affacciano i cancelli del Giardino Flora, e si trova la statua dell’Agricoltura che per molti anni rimase in deposito presso il Comune e poi negli anni ’70 fu risistemata nell’area antistante la Flora

Giardino Flora

Il giardino Flora realizzato nel 1837 è una vasta area rettangolare con aiuole, viali ed una vasca centrale dove furono messi a dimora agrumi, essenze di bosco, magnolie, fiori ornamentali. La Flora ha vissuto periodi di attività ma anche lunghi intervalli di chiusura, come l’attuale (infatti non siamo riusciti a visitarlo, ma solo ad ammirarlo da fuori).

Reggia di Caserta

Nel 1734 il diciottenne Carlo di Borbone giunge al trono di Napoli, un regno tornato indipendente dopo oltre 200 anni. Il sovrano porta in sé il segno di una cultura illuminata che gli consentirà di avviare importanti azioni di rinnovamento. Negli anni ’40 del Settecento il re comincia a immaginare un progetto visionario senza precedenti sul territorio. Il sogno di re Carlo prende forma nel 1750, con l’acquisto del feudo di Caserta per la cifra di 489.348,13 ducati. L’idea di costruire una nuova capitale nell’entroterra, non lontano da Napoli, prende vita grazie ai progetti dell’architetto Luigi Vanvitelli. Il 20 gennaio del 1752, a Caserta, il re posa la prima pietra del cantiere che cambierà le sorti dell’intera area: la Reggia di Caserta.

Essa comprende il Palazzo Reale, il Parco Reale, il Giardino Inglese, il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto Carolino. Con le sue 1.742 finestre, 123 ettari di Parco Reale, 3 km di Via d’Acqua e oltre 200 specie botaniche nel Giardino Inglese, il Complesso si configura ancora oggi come motore di sviluppo per il territorio, promotore della diffusione di cultura e simbolo di bellezza nel mondo.

Palazzo Reale e appartamenti Reggia di Caserta

L’edificio ha pianta rettangolare, con quattro cortili interni divisi dai due corpi di fabbrica centrali che si intersecano perpendicolarmente. Lo scenografico scalone d’onore, conduce al vestibolo superiore a pianta ottagonale, illuminato da finestroni. Di fronte è la Cappella Palatina, su modello di quella di Versailles. A sinistra si aprono gli Appartamenti Reali che comprendono la Sala del trono preceduta da anticamere, l’appartamento del re e quello della regina. Le anticamere sono: la Sala degli Alabardieri, la Sala delle Guardie del Corpo e la Sala di Alessandro. Di qui si aprono, a sinistra, l’appartamento del Settecento e, a destra, quello dell’Ottocento (ovvero l’ Appartamento nuovo). La vera chicca imperdibile, che vi lascerà a bocca aperta, è il teatro di Corte.

Giardini Reali Parco Reggia di Caserta

Così come il Palazzo, il Parco Reale deve le sue origini a Luigi Vanvitelli e a suo figlio Carlo. Il progetto coniuga modelli rinascimentali italiani con soluzioni di stampo francese, introdotte a Versailles dall’architetto André Le Nôtre. L’asse centrale, costituito dalla Via d’Acqua completa il cosiddetto “effetto cannocchiale” del porticato del Palazzo Reale, unendo idealmente la Reggia a Napoli tramite quello che oggi è Viale Carlo III. Protagonista assoluta del progetto di Vanvitelli, l’acqua giunge al Parco grazie ai 38 chilometri di canalizzazioni dell’Acquedotto Carolino. I 76 ettari del Bosco di San Silvestro e i 23 del Giardino Inglese completano un sistema paesaggistico articolato e suggestivo.

Casertavecchia

Ad oggi una frazione di Caserta, Casertavecchia è il borgo medievale originale. Sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 401 metri di altezza e a 10 km di distanza dalla città. Uno dei luoghi più affascinati che abbiamo potuto ammirare nel nostro viaggio, dove un senso di pace si unisce alla curiosità del visitatore, tra stradine e edifici di pietra. Sembra un mondo sospeso, che certamente ha fatto breccia nel nostro cuore.
Il borgo ha subito nel corso della storia varie dominazioni.
Con l’avvento dei Borboni e la costruzione della Reggia, Caserta diventa il nuovo centro di ogni attività a scapito di Casertavecchia. Il borgo è meta di interesse turistico per via del Duomo, del campanile, dei resti del castello e le piccole attività commerciali.
Lo splendido panorama dall’alto vi lascerà a bocca aperta.

Chiesa di San Michele Arcangelo in Casertavecchia

Il duomo di Casertavecchia è dedicato al culto di San Michele Arcangelo. La sua costruzione si colloca tra il 1113 e il 1153, come testimoniano le iscrizioni poste sui portali della facciata, caratterizzati da aggettanti sculture in stile romanico. L’edificio presenta un impianto a croce latina. Della decorazione interna del duomo restano la ricca pavimentazione a mosaico e un frammento di pittura ad affresco raffigurante una Madonna col Bambino, situato alla fine della navata destra. Accanto al duomo si trova un campanile costruito nel 1234, come è attestato dalla lapide situata sul lato che guarda alla chiesa.

Castello di Casertavecchia

Dell’antico castello di Casertavecchia rimangono dei resti e la torre.
Nell’879 fu costruita una vera fortezza adibita ad abitazione, che negli anni a seguire, sotto il dominio dei Normanni e degli Svevi, assunse l’spetto di un castello.
La struttura era costituita da quattro torri di avvistamento nei quattro punti cardini, e rappresentavano un sicuro baluardo contro ogni tipo di tentativo di aggressione nemica.
Ad oggi del castello, non restano che due sali sovrastanti ad Est dei ruderi e delle tracce di alcune bifore duecentesche, e dove ancora risalta viva la maestosità della torre.

Complesso Monumentale Belvedere San Leucio

Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, nasce dal sogno di Re Ferdinando di dar vita ad una comunità autonoma (chiamata appunto Ferdinandopoli). Il re Carlo di Borbone, consigliato dal ministro Bernardo Tanucci, pensò di formare i giovani del luogo mandandoli in Francia ad apprendere l’arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Venne così costituita nel 1778, su progetto dell’architetto Francesco Collecini, una comunità quasi totalmente indipendente nota come Real Colonia di San Leucio (con abitazioni, scuola, attività). Nel Complesso Monumentale le espressioni artistiche fanno da eco alla vita del piccolo borgo industriale.

Il progetto utopico del re Ferdinando finì con l’unità d’Italia quando tutto venne inglobato nel demanio statale, e lo speciale regime comunitario fu abolito, ma tradizione e qualità nelle produzioni di tessuti serici sono rimaste fino ad oggi.

Museo della Seta

Il Museo della Seta è composto da diverse sezioni: la sezione di archeologia industriale, ossia l’antica Fabbrica della Seta, l’Appartamento Storico e i Reali Giardini. Ciò che caratterizza questo Sito è lo strettissimo rapporto storico determinato dall’edificio-contenitore e la raccolta di beni presente in esso formandone un tutt’uno.

Acquedotto Carolino (Valle di Maddaloni)

L’Acquedotto Carolino, denominato così in onore del re Carlo di Borbone, che ne volle la costruzione ad emulazione degli antichi acquedotti romani, è una grandiosa impresa di ingegneria idraulica di Luigi Vanvitelli. Percorre ben 38 km – che attraversa quasi interamente interrato, se si eccettua il passaggio sui Ponti della Valle – prima di arrivare ai piedi del monte Briano per alimentare la cascata della Reggia di Caserta. Dal 1997 l’Acquedotto Carolino è Patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco, insieme alla Reggia di Caserta e al Real Sito di San Leucio.

Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli

Data la passione di Pietro per i campus e gli edifici universitari, anche se era domenica, siamo comunque voluti passare dall’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli per sbirciare un po’. Pensate, è stata istituita solo nel 1990, quinta in ordine cronologico nella regione Campania. Ha anche altre sedi, a Aversa, Capua, Napoli e Santa Maria Capua Vetere.

Bosco San Silvestro

L’oasi di San Silvestro è a Caserta, sulle colline di Montemaiulo e Montebriano da cui scende la Cascata che riempie con le sue acque le fontane del Parco Reale. Il Bosco, una lecceta di 76 ettari, è un Sito Borbonico che, insieme al Giardino all’Inglese ed al Complesso di S.Leucio, entrambi adiacenti, faceva parte delle “Reali Delizie” annesse alla Reggia di Caserta. Ora è riconosciuto come S.I.C. Sito di Interesse della Comunità Europea ed è inserito nel Sito dell’UNESCO. Il bosco di San Silvestro dispone di una serie di strutture attrezzate per lo sviluppo di attività didattiche interdisciplinari, attività turistiche e ricreative.

Piatti tipici di Caserta

Luogo che vai, piatti tipici che trovi, e che piatti! Noi abbiamo cercato di assaggiarli (quasi) tutti nel nostro viaggio a Caserta, ma adesso vi parliamo nel dettaglio della tradizione culinaria di questa splendida città. Si ringrazia caserta.unicusano.it per le info.

Caserta è la provincia della Campania universalmente identificata per la produzione della mozzarella di bufala DOP e per la ricotta di bufala campana, ma non solo: grazie al clima e alla conformazione dei terreni, la zona casertana è un interessante zona di produzione olivicola e vinicola. Tra i dolci imperdibili i babà e gli struffoli.

La “Menesta ‘mmaretata”, che si traduce dal dialetto in “minestra maritata”, è la classica pietanza che viene gustata sulle tavole campane in occasione di Natale e Pasqua.

La dicitura “maritata” deriva dal fatto che carne e verdura, ingredienti principali, si maritano, o meglio partecipano alla minestra. Le verdure che vengono utilizzate sono: cicoria, scarola, verza e borragine.

Un altro primo tipico della cucina casertana sono le pettolelle con fagioli, ovvero pasta fatta in casa con farina, uova e sale e condita con i fagioli cannellini, olio vergine di oliva, aglio, origano, prezzemolo tritato, sale e pepe.

Non fatevi ingannare dal nome, a Caserta e Napoli potete gustare un’ottima pasta alla genovese, la densa salsa che si ottiene cucinando con pazienza e a fuoco molto lento cipolle e carne, una sorta di ragù bianco.

Una pietanza da mangiare a Caserta è la cianfotta, essenzialmente uno stufato che si presenta come una sorta di caponata siciliana con peperoni fritti con aglio, cipolla, patate, melanzane, peperoncino, pomodori ed erbette aromatiche, il tutto accompagnato dal pane bruscato. Infine, non potete non assaggiare il maialino nero casertano. E la pizza? Be, ovviamente, cosa ve lo diciamo a fare!

Dove mangiare a Caserta

Percorrendo Corso Trieste potrere assagiare ogni sorta di piatto, della cucina tipica e di ogni parte del mondo: infatti, locali e pizzerie con piatti tradizionali, lasciano il posto a ristorante etnici, paninoteche, pasticceria e tanto altro. Ecco i luoghi che noi abbiamo provato e che vi consigliamo assolutamente:

  • 12 morsi (Corso Trieste 164) per gli amanti dei pub, dei panini gourment e dei beef bar
  • Pizz’Art (Corso Trieste 31) vi consigliamo di non prendere solo la pizza, ma assaggiare le varie stuzzicherie e primi piatti del menù
  • Mid Pancake Café (Corso Triste 102) viziatevi con deliziosi panceke in questo colorato locale frequentatissimo dai più giovani
  • Basilico (Corso Trieste 13) siamo a pochi passi dalla Reggia di Caserte e non lontano dalla stazione, fermatevi e godetevi una bella pizza al portafoglio
  • La Torre del Capitano (via della Pineta 45, Casertavecchia) se esplorate il borgo medievale fermatevi qui per una buona pizza con vista sulla valle

Dove si trova Caserta

Caserta: cosa vedere nei dintorni

Caserta meteo

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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