Con la collaborazione del Comune di Putignano, dell’associazione del Carnevale Di Putignano, dell’assessora alla cultura Rossana Delfine, dell’addetta alla comunicazione Veronica Satalino, e delle guide Francesco Russo e Gaia Redavid, abbiamo potuto esplorare il comune pugliese scoprendo curiosità, storia, tradizione e visitare i luoghi di maggiore interesse, dai laboratori dei maestri della cartapesta ai principali monumenti di Putignano.
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Indice dei contenuti
Il Carnevale di Putignano


I partecipanti vengono solitamente selezionati con cura in autunno, dopo la presentazione dei bozzetti dei carri allegorici da parte dei maestri della cartapesta, negli ultimi anni ideati seguendo un tema scelto dall’associazione del Carnevale.
Il Carnevale di Putignano ha radici antichissime, infatti alcuni studiosi sostengono che ci fossero riti pagani propiziatori volti al culto di Dionisio, dio dell’estasi, dell’ebbrezza e della liberazione dei sensi, risalenti ad alcuni secoli prima di Cristo quando l’allora piccolo paese era sotto la dominazione della Magna Grecia.
La manifestazione però è nata ufficialmente solo nel 1394, quando si decise di traslare le reliquie di Santo Stefano dall’abbazia omonima, che si trova sulla costa sud di Monopoli. Quel giorno, il 26 dicembre, divenne festa patronale, celebrata con canti e balli in strada, e ancora oggi con il rito delle Propaggini, si apre il Carnevale proprio in questa data.
Farinella


Farinella, con il costume a losanghe colorate che ricorda quello tipico di un giullare unito ad un jolly, è la maschera simbolo del Carnevale di Putignano. Nasce dalla penna di Mimmo Castellano, originario di Gioia del Colle. Prende il nome dalla farinella, piatto tipico locale, che consiste in uno sfarinato di ceci e orzo tostati con l’aggiunta di sale.
L’arte della Cartapesta


La lavorazione artistica della cartapesta prende piede a Putignano intorno agli anni ’40. Si parte da materiali poveri come carta di giornale, colla fatta in casa, ottenuta dalla miscela di acqua e farina e poi colori acrilici per dipingere i manufatti.
Per creare un carro l’ente fondazione investe per ogni maestro circa 42000 euro. I carri sono fatti interamente in carta, alti quasi 15 metri (come un palazzo di 5 piani), camminano su 16 ruote e sono automatizzati. La carta pesta viene usata per vincere la forza di gravità, più l’opera è leggerea, meno ferro viene usato per sorreggere la struttura.
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La sfilata dei carri


Il Carnevale Di Putignano si compone di quattro sfilate complessive, di cui tre di domenica (di solito le ultime tre domeniche prima della Quaresima) e una martedì Grasso.
Sono stimati circa centomila visitatori ogni anno, su un percorso di circa 1 km. Lungo il percorso che circonda il borgo antico, definito per tale motivo Estramurale, sfilano i carri allegorici che sulle loro ruote presentano i Giganti di cartapesta che i maestri hanno preparato attenendosi al bozzetto presentato alla Fondazione del Carnevale con il tema presentato ai partecipanti al concorso.
FONDAZIONE CARNEVALE DI PUTIGNANO
Via Conversano 3/f
70017 Putignano (BA)
tel/fax: +39 080 4911532
e-mail: info@carnevalediputignano.it
PEC: fondazionecp@peclegalmail.it
Putignano cosa vedere in città – visitare Putignano
Scopriamo cosa vedere nella città di Putignano e cosa visitare nel centro storico.
Il centro storico di Putignano


Le origini del nome del Comune Di Putignano restano ancora oggi incerte, ma quello che è innegabile è che al susseguirsi delle epoche si deve l’ ammirabile convivenza di stili, gusti e progetti urbani differenti, principalmente nel centro storico.
Camminando per le strade lastricate di chianche, l’influenza urbanistica medievale è quella più evidente, dall’unica bifora ancora presente alle case che conservano ancora l’antico patio.
Tante le case signorili nel centro storico, di secoli differenti. Una particolarità sono le Porte di ingresso e uscita dal centro storico, Porta Basento, in direzione di Alberobello, Porta Nuova, in direzione di Castellana, e Porta Grande, che si apre verso Noci e Gioia del Colle.
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Piazza Plebiscito


Piazza Plebiscito è il cuore del Comune Di Putignano , e lo è stato sempre nel corso dei secoli. I poteri principali hanno sempre convissuto in questo spazio, tra palazzi signorili e chianche consumate dall’andare e venire dei cittadini.
In primis il centro del potere politico, l’odierno palazzo del Museo Civico – Principe Guglielmo Romanazzi Carducci di Santo Mauro , dove risiedevano i Balì. Durante il governo dei cavalieri di Malta questa zona ha sempre avuto una grande stabilità politica, con il periodo di maggior splendore sotto il Balì Carafa.
Diversa la sorte dell’attuale sede della Proloco di Putignano. Qui sorgeva il potere amministrativo, ma l’edificio è stato anche adibito a Università, a carceri e altre funzioni cittadine.
Infine il potere religioso, con la chiesa principale dedicata a San Pietro, una chiesa monumentale, mai stata cattedrale. Si ritiene che l’apostolo Pietro sia passato qui durante il viaggio nell’anno 45 o 46 dopo Cristo. Per ricordo a questo evento si è voluta edificare questa chiesa. Probabilmente nello steso sito c’era un tempio paleocristiano, e grazie agli scavi effettuati si è potuto scoprire che questa era anche una zona cimiteriale.
Chiesa di Santa Maria la Greca


Le prime informazioni risalgono al 1365. L’edificio ha subito nel corso dei secoli molteplici trasformazioni tanto da stravolgerne l’aspetto originale: nel 1771, l’impianto viene trasformato a croce greca con cupola al centro, vengono sostituiti il tavolato e le travi del soffitto della navata centrale e soprattutto viene realizzata la facciata barocca, con alternanza di superfici concave e convesse, ancora oggi visibile. Il campanile, del 1669, è stato ricostruito nel 1899.
All’interno, l’edificio custodisce una pregevole icona bizantina, da cui la chiesa prende il nome e un prezioso reliquiario databile fra fine XII e prima metà del XIII secolo contenente un frammento della testa di Santo Stefano: le vicende riguardanti la sacra effige e il reliquiario appaiono poco chiare; tuttavia, la tradizione ritiene che i due manufatti siano stati trasferiti da Monopoli (l’icona presenta analogie con la Madonna della Madia conservata nella cattedrale monopolitana), continuamente minacciata dal pericolo delle scorrerie dei turchi. La presenza della reliquia di Santo Stefano ha dato origine al culto del Santo Protomartire che, eletto protettore del paese nel 1646, è ancora oggi solennemente festeggiato il 3 agosto, unico giorno in cui il prezioso reliquiario viene portato in processione ed esposto al pubblico.
All’interno della chiesa, oltre all’altare marmoreo dove è collocata la statua di Santo Stefano, è possibile ammirare altri due altari riccamente decorati. Di grande interesse anche l’altare maggiore, in marmi policromi a intarsio, che si armonizza con il Cappellone superiore al quale si accede attraverso due scalinate. Nei depositi della chiesa da poco ritrovata una pregevole opera lignea. In un bassorilievo marmoreo, della metà circa del 1700, è raffigurata la Trinità, presente alla base di uno dei bellissimi altari settecenteschi di scuola napoletana. [fonte]
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Chiesa di San Pietro Apostolo


In Piazza Plebiscito si erge la chiesa principale, dedicata a San Pietro Apostolo. Non si conosce l’anno della sua edificazione, ma certamente è stata consacrata nel 1158. Pare sia stata costruita su un tempio paleocristiano, e che in passato possedesse anche una zona cimiteriale, come dimostrato da scavi effettuati nella piazza antestante.
Nonostante non sia mai stata “promossa” a Cattedrale, era il fulcro del potere religioso del borgo. Per secoli è stata l’unica chiesa parrocchia. L’aspetto che vediamo oggi risale al 1474 quando il Balì dei Cavalieri di Malta, Giambattista Carafa volle ricostruire la chiesa adeguandola alle nuove esigenze della città, con l’aumento della popolazione.
La ricostruzione le ha dato un aspetto romanico pugliese, oltre all’impostazione medievale e rinascimentale. L’interno è stato abbellito, sommando il barocco all’arredo antico, da maestranze di provenienza napoletana. C’e molta finezza nelle sculture e negli oggetti artistici.
Tante le statue, tra le quali quelle di San Pietro e San Sebastiano, opera del maggiore scultore del Rinascimento pugliese, Stefano da Putignano. Affreschi, statue e un presepe la cui grotta è costruita con vera pietra locale, ci conducono all’altare maggiore, realizzato in marmi policromati e decorazioni a rilievo, realizzato da Giovanni Cimafonte. Due ampie scalinate attirano lo sguardo dei fedeli, partono dall’altare maggiore per condurre a un secondo altare, minore, in cima, un luogo dove in passato si celebravano diversi culti.
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Chiesetta di Santo Stefano Piccolo


Nel 1402 venne edificata una chiesetta che in seguito venne dedicata a Santo Stefano, protettore di Putignano. La pianta interna è a forma di croce, i tetti spioventi ricoperti di chiancarelle tipiche rispecchiano l’antica forma delle costruzioni del centro storico di Putignano. E’ identificata, anche, come la chiesetta della fontana proprio per la presenza sulla parte esterna laterale di una delle prime fontane pubbliche installate nel borgo antico. Sul portone di ingresso, nella lunetta, vi è l’affresco di Santo Stefano Protomartire cui la chiesetta è dedicata.
All’interno della chiesetta, oggi sconsacrata, ci sono tre opere pittoriche dell’artista molfettese Vito Calò (1744-1817), allievo e seguace dell’altro più famoso pittore molfettese Corrado Giaquinto. La tela presente sull’altare centrale della chiesetta raffigura l'”Immacolata Concezione” ed è opera del pittore molfettese. Sempre dello stesso artista sono le due rappresentazioni pittoriche delle cappelle laterali e nello specifico in quella destra vi è “la lapidazione di Santo Stefano Protomartire” mentre in quella sinistra “la Crocifissione di Gesù Cristo”. Lo stesso Calò dipinse una tela, oggi presente all’interno del Conservatorio “Santa Maria degli Angeli in Putignano”, con la rappresentazione della tradizionale iconografia dell’Immacolata Concezione con una corona di 12 stelle e la luna ed il serpente sotto i piedi si può riscontrare già nel bel quadro. [fonte]
Casa Museo Romanazzi Carducci



L’odierno Museo Civico – Principe Guglielmo Romanazzi Carducci di Santo Mauro venne costruito, con buona approssimazione nel XIV Secolo, per mano dei Cavalieri Gerosolomitani che la fecero diventare dimora dei balì che si avvicendarono in quei secoli. Il Balì era l’insegna più alta in grado dei Cavalieri Gerosolomitani in un territorio. Gli ambienti del piano rialzato del palazzo sono l’esigua testimonianza, arrivata ai giorni nostri, della permanenza dell’ordine dei Cavalieri di Malta. Divenuta casa nobiliare nel corso dei secoli, il Principe Guglielmo nel 1967 donò il palazzo e ogni suo arredo e preziosi, al comune di Putignano, perché lo trasformasse in un museo, oggi identificato come museo civico, più comunemente, come Museo del Principe.
Dall’ingresso principale, si entra nell’atrio caratterizzato da una facciata a doppio loggiato che immette attraverso una breve scalinata al primo piano nobile, costituito da una fuga di sale armoniose nelle linee architettoniche, riccamente decorate e arredate con preziosi mobili, quadri, libri, arazzi porcellane, argenterie e cristallerie. Buona parte del patrimonio artistico è di provenienza napoletana, affluito in seguito ai matrimoni susseguitisi. Gli oggetti più prestigiosi, acquisiti probabilmente tramite il matrimonio con la Principessa di Saluzzo di Corigliano, sono i dipinti costituiti da capolavori di varia provenienza e databili tra il XVI e Il XX secolo, ascrivibili a varie scuole pittoriche. Si segnala anche una ricchissima collezione di arti minori, realizzata dalle più importanti maestranze italiane e francesi fra ‘800 e ‘900, tra le quali spiccano gli orologi da tavolo, una vera passione del principe.



Cuore del piano nobile è il “Salone giallo”, un tempo luogo privilegiato della mondanità, adibito alla conversazione e a “romantiche” serate da ballo. La volta conserva ancora quelli che per anni sono stati ritenuti affreschi, ma si tratta in realtà di carta da parati. L’arredamento è composto da quattro divani alla turca sistemati negli angoli, da un sofà e da una consolle dorata con piano in velluto di fattura napoletana; le pareti sono impreziosite dalle tappezzerie di damasco giallo oro utilizzato anche come tende su porte interne e finestre che ben si armonizzano con la specchiera in legno dorato. [fonte]
Il prospetto laterale presenta un corpo settecentesco al di sopra del quale si apre una terrazza con giardino pensile. Pare sia stato il primo nella zona di Putignano. La sua particolarità, oltre al fatto di essere l’ultima parte del palazzo che conserva connotati medievali, è l’affaccio sull’antica via delle botteghe. Infatti il terrazzo ha un’ampia visuale su uno dei corsi principali del centro storico, una volta ricco di attività commerciali e artigianali. Alcuni busti, della collezione del Principe, sono ancora situate nel giardino.



Nelle sale il palazzo Romanazzi raccoglie arredi rococò, tele del Seicento e Settecento, argenterie, armi, libri e stampe. Ma una delle attrazioni principali è il giardino pensile, il primo della zona, nel quale pare che da sempre un pergolato di uva, alberi di percoco, colonne e statue rendevano l’atmosfera godibile, con una vista su tutto il centro storico. Da un estratto del Cabreo del Baliaggio di Santo Stefano del 1748 si evincono queste e altre informazioni sul passato del palazzo, prima che arrivasse nelle mani della famiglia Romanazzi Carducci.
Uno degli oggetti che desta più curiosità è una finta cassaforte, o meglio un armadio blindato in realtà vuoto, probabilmente destinato a confondere eventuali male intenzionati. Il Museo accoglie, inoltre, nei locali al piano terra con accesso da Corso Vittorio Emanuele, la Collezione civica Giuseppe Albano (1899-1967), scultore di origine pugliese del primo Novecento, attivo tra la Puglia e Firenze.
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Principe Guglielmo di Santo Mauro


Guglielmo, Principe di Santo Mauro, (1881-1968) era l’ultimo discendente di una nobilissima famiglia putignanese che ha espresso, lungo i secoli, personalità illustri. Figlio di Giovanni Antonio Romanazzi Carducci (più volte Consigliere Comunale e Provinciale) e della baronessa Maria d’Amely Melodia, studiò a Cava dei Tirreni, a Napoli e a Firenze. Brillante Ufficiale di Cavalleria, sposò nel 1904 donna Giulia contessa Saluzzo di Corigliano Principessa di Santo Mauro. Partecipò alla I guerra mondiale. Prima e dopo la guerra si dedicò con passione all’opera di trasformazione terriera nel suo feudo di Palagiano. Partecipò anche alla vita politica: fu Consigliere Comunale di Palagiano, Consigliere Provinciale di Taranto; Podestà di Putignano. Si interessò di manifestazioni artistiche: a Napoli promosse e diresse l’Ente Autonomo del Teatro San Carlo; a Bari gestì per quattro anni il Petruzzelli, offrendo spettacoli memorabili. [fonte]
Nel palazzo si conserva ancora parte della collezione di scarpe del Principe e in una delle stanze da bagno, stampe e prodotti di bellezza. Tra le tante collezioni, la più ricca è la raccolta d’armi. Particolare un Pinocchio in legno, conservato nella camera dove dormiva gli ultimi anni, portato da un viaggio in Giappone. In casa è presente anche una piccola cappella privata. Poco tempo prima di morire, Don Guglielmo Romanazzi – Carducci ha donato al Comune di Putignano il Palazzo e la Villa di San Pietro Piturno, il primo perchè se ne faccia un Museo cittadino, la seconda da destinare a Casa di riposo. Si tratta di «un nobile gesto di magnifica munificenza e di principesco mecenatismo, che non ha avuto l’uguale nell’arco della storia secolare del nostro Comune», come si legge nel verbale della solenne seduta del Consiglio Comunale del 16 gennaio 1967, nella quale si accettò la donazione.
CASA MUSEO ROMANAZZI CARDUCCI
Piazza Plebiscito
70017 Putignano (BA)
tel/fax: +39 080 4911532
e-mail: museo@comune.putignano.ba.it
Grotta del Trullo


La Grotta Del Trullo di Putignano, a poca distanza dal centro abitato, sulla strada che conduce a Turi, è stata scoperta il 29 maggio del 1931 durante alcuni lavori di scavo per la rete fognaria. Si tratta della la prima grotta turistica aperta in Puglia in cui i visitatori possono ammirare un tesoro naturale nascosto nelle profondità della terra. È un simbolo per la speleologia naturale, soprattutto per il patrimonio che conserva. Sono grotte carsiche, paesaggio tipico della Puglia. È formata dalla roccia calcarea, l’unica che diventa solubile quando l’acqua è acida. Proprio l’acqua ha creato le stallattiti e la conformazione che possiamo ammirare.



Festa di San Martino
San Martino – Ogni mosto diventa vino torna a Putignano con la terza edizione nel 2024. Un evento imperdibile che trasformerà il suggestivo borgo antico di Putignano in una celebrazione dei sapori pugliesi, dei vini della regione e di tanto divertimento per tutte le età.
Racconti di Carta

Dopo il successo della prima edizione sperimentale del 2021 dedicata a Dante Alighieri, torna nel 2024 a Putignano Racconti di Carta, per le vie del centro storico. L’edizione 2024, la seconda, è dedicata a Marco Polo. Putignano si veste d’Oriente per celebrare i 700 anni dalla morte di Marco Polo con la cartapesta e portando alla luce i meravigliosi fiori orientali che simboleggiano i suoi epici viaggi attraverso regioni ricche di biodiversità florale.
Borgo Stregato

Il 30 e 31 Ottobre, nelle Notti di Halloween, il centro città di Putignano si trasforma ogni anno in un 𝗕𝗼𝗿𝗴𝗼 𝗦𝘁𝗿𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼 popolato da mostri, avvolto da atmosfere tenebrose e animato da ipnotiche suggestioni, il tutto corredato dalle creazioni dei maestri della cartapesta. Nel 2024 la 10^ edizione di Borgo Stregato. L’itinerario, infestato da residenti indemoniati, si estende dai vicoli del centro storico, all’esterno, per ospitare al meglio quanti vorranno vivere un evento da paura. Non mancano aree gastronomiche con cibi buoni da ‘morire’ che potranno essere assaporati lungo un percorso fatto di suggestione prodotta da installazioni in cartapesta e addobbi realizzati con materiali di recupero. Il tutto animato da artisti e musicisti da strada.