Cosa visitare in Puglia Puglia

Cosa vedere a Putignano (Bari) | programma Carnevale di Putignano 2024

Con la collaborazione del Comune di Putignano, dell’associazione del Carnevale Di Putignano, dell’assessora alla cultura Rossana Delfine, dell’addetta alla comunicazione Veronica Satalino, e delle guide Francesco Russo e Gaia Redavid, abbiamo potuto esplorare il comune pugliese scoprendo curiosità, storia, tradizione e visitare i luoghi di maggiore interesse, dai laboratori dei maestri della cartapesta ai principali monumenti di Putignano.

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Barbie in Town a Putignano. In foto da sinistra: Rossana Delfine, Gabriele Del Buono, Pietro Milella, Gaia Redavid e Francesco Russo.

Il Carnevale di Putignano

Grazie al Comune Di Putignano abbiamo potuto visitare alcuni dei sette lotti utilizzati ogni anno dai sette partecipanti al Carnevale Di Putignano. I partecipanti vengono solitamente selezionati con cura in autunno, dopo la presentazione dei bozzetti dei carri allegorici da parte dei maestri della cartapesta, negli ultimi anni ideati seguendo un tema scelto dall’associazione del Carnevale.

Il Carnevale di Putignano ha radici antichissime, infatti alcuni studiosi sostengono che ci fossero riti pagani propiziatori volti al culto di Dionisio, dio dell’estasi, dell’ebbrezza e della liberazione dei sensi, risalenti ad alcuni secoli prima di Cristo quando l’allora piccolo paese era sotto la dominazione della Magna Grecia.

La manifestazione però è nata ufficialmente solo nel 1394, quando si decise di traslare le reliquie di Santo Stefano dall’abbazia omonima, che si trova sulla costa sud di Monopoli. Quel giorno, il 26 dicembre, divenne festa patronale, celebrata con canti e balli in strada, e ancora oggi con il rito delle Propaggini, si apre il Carnevale proprio in questa data.

Farinella

Farinella, con il costume a losanghe colorate che ricorda quello tipico di un giullare unito ad un jolly, è la maschera simbolo del Carnevale di Putignano. Nasce dalla penna di Mimmo Castellano, originario di Gioia del Colle. Prende il nome dalla farinella, piatto tipico locale, che consiste in uno sfarinato di ceci e orzo tostati con l’aggiunta di sale.

L’arte della Cartapesta

La lavorazione artistica della cartapesta prende piede a Putignano intorno agli anni ’40. Si parte da materiali poveri come carta di giornale, colla fatta in casa, ottenuta dalla miscela di acqua e farina e poi colori acrilici per dipingere i manufatti.

Per creare un carro l’ente fondazione investe per ogni maestro circa 42000 euro. I carri sono fatti interamente in carta, alti quasi 15 metri (come un palazzo di 5 piani), camminano su 16 ruote e sono automatizzati. La carta pesta viene usata per vincere la forza di gravità, più l’opera è leggerea, meno ferro viene usato per sorreggere la struttura.

La lavorazione parte dalla realizzazione in 3D del bozzetto in carta, viene plasmato un bassorilievo in argilla che costituisce il positivo. Una volta lavorato tale calco viene ottenuto il negativo colando del gesso liquido sul positivo.Il negativo, altrimenti detto la “femmina” del calco sarà quello utilizzato come guida tridimensionale per l’applicazione dei ritagli di giornale intinti nella colla di farina che poi genererà il manufatto. I più giovani riempiono il calco con i fogli di giornale per uno spessore di circa 5/7 millimetri. I fogli sono messi a trama alternati con la colla. Una volta essiccata la carta nel forno viene scollata e inizia la decorazione. Ottenuto il grezzo, il maestro cartapestaio passa alla fase di finitura attraverso la colorazione.

La parte più complicata da realizzare è quella di creare tutti i movimenti senza svelare i macchinari che ci sono dietro. I maestri cartapestai sono proprietari dei manufatti e a fine evento, o dopo la sfilata estiva, vengono solitamente rivenduti. Come raccontatoci durante la nostra visita sono tantissime le persone che collaborano alla realizzazione di un carro, e quello che si viene a creare in quei mesi è una vera e propria famiglia. Si dedica tutto il tempo libero, e spesso si mangia nei capannoni tutti insieme. I tempi di lavoro sono di circa quattro mesi, e nell’ultimo periodo si lavora h24. Le spese che rientrano sono irrisorie rispetto a tutto il tempo e l’impegno impiegati.

È il cuore che batte per il carnevale che manda avanti questa macchina. È una tradizione che si tramanda da generazione in generazione. Ci sono maestri cartapestai che hanno lavorato per circa 50 anni. La più grande soddisfazione è partire da zero e poi vedere l’opera realizzata. Si parte dalle collaborazioni con altri maestri per poi diventare indipendenti.

La sfilata dei carri

Il Carnevale Di Putignano si compone di quattro sfilate complessive, di cui tre di domenica (di solito le ultime tre domeniche prima della Quaresima) e una martedì Grasso.

Sono stimati circa centomila visitatori ogni anno, su un percorso di circa 1 km. Lungo il percorso che circonda il borgo antico, definito per tale motivo Estramurale, sfilano i carri allegorici che sulle loro ruote presentano i Giganti di cartapesta che i maestri hanno preparato attenendosi al bozzetto presentato alla Fondazione del Carnevale con il tema presentato ai partecipanti al concorso.

E’ dal 1939 che il percorso si snoda dal corso principale, Corso Umberto I per disegnare una sorta di uncino e concludersi a largo Porta Nuova, ampio spazio che si affaccia su Via Castellana Grotte. Ciascun carro allegorico è inframezzato da gruppi mascherati a tema e maschere di carattere, che sfilano, ballano e fanno divertire il pubblico ospite. Ogni sfilata è una festa con più di tre ore di spettacolo, dove tutto è concesso, parrucche, cappellini colorati, maschere di soggetti più disparati e coriandoli. L’animazione artistico/musicale continua anche dopo la sfilata con il percorso accessibile solo a pedoni che possono ammirare i giganti di cartapesta che stazionano in punti strategici pronti ad essere co protagonisti nei selfie di migliaia di turisti e ospiti.

FONDAZIONE CARNEVALE DI PUTIGNANO
Via Conversano 3/f
70017 Putignano (BA)
tel/fax: +39 080 4911532
e-mail: info@carnevalediputignano.it
PEC: fondazionecp@peclegalmail.it

Carnevale di Putignano 2024 – Carnevale da Capogiro

A Putignano è tutto pronto per un “Carnevale da Capogiro”. I visitatori sono invitati a fare un salto nel vortice del divertimento che li porterà a viaggiare nel tempo, grazie al tema scelto per l’edizione 630 del Carnevale di Putignano.

L’anniversario numero 630 del Carnevale di Putignano sarà celebrato con un ricchissimo programma di eventi e nomi eccellenti del panorama artistico Italiano.

Gli artisti in programma sono: Alan Sorrenti, Jo Squillo e Double Dee (Danny Losito) che saranno protagonisti del Revival Party di apertura il 4 febbraio; il rapper ERNIA che si esibirà domenica 11 febbraio; i Terraross nella serata del Martedì Grasso con uno spettacolo esclusivo presentato su una postazione luminosa molto speciale; e i DJ Albertino e Fargetta che animeranno la notte del Closing Party.

630 anni di storia vanno celebrati e festeggiati in grande stile, – evidenzia la Presidente del Carnevale di Putignano, Carmela Curci – per questo siamo particolarmente felici degli artisti coinvolti e del programma realizzato, in attesa di poter comunicare anche chi saranno gli ospiti speciali di questa edizione. Il Carnevale di Putignano continua a crescere, a diventare una manifestazione che, senza dimenticare le sue antiche origini, anzi valorizzandole, punta con decisione al futuro e di questo siamo molto fieri”.

A fare da cornice al Carnevale con le parate dei Giganti di Carta e dei gruppi mascherati saranno anche le installazioni. Fra queste, è pronta a diventare iconica dell’edizione 2024  L’ILLUMINANTE MACCHINA DEL TEMPO, opera imponente realizzata interamente in luminarie artistiche, che darà il benvenuto ai visitatori, alle maschere e ai carri in parata.

In primo piano in questa edizione del carnevale sarà anche la pietanza tipica della tradizione culinaria del luogo, la farinella, da cui ha origine il nome della maschera. A questo sfarinato di ceci e orzo tostati sarà dedicato PIAZZA FARINELLA, luogo in cui poter degustare piatti con vari abbinamenti, assistere a show cooking e ovviamente divertirsi. Il vortice del divertimento abbraccerà quindi davvero tutti i cinque sensi.

Le meravigliose opere in cartapesta e i variopinti gruppi che animano le sfilate sono da sempre i protagonisti del Carnevale di Putignano, ma attorno a questo grande evento abbiamo costruito un programma in grado di affascinare, coinvolgere e soprattutto divertire il nostro pubblico anche prima e dopo la parata, – sottolinea il Direttore Organizzativo del Carnevale, Gianluca Ignazzi – penso alle istallazioni luminose come la grandiosa Macchina del Tempo, installazione alta oltre 23 metri che avrà al centro un gigantesco lampadario fatto di luminarie che si abbasserà sparando in aria coriandoli colorati e catapultando tutti noi ogni volta in una nuova epoca. Inoltre, avremo un Lighting Photo Booth, un cubo di luminarie interattivo che regalerà ai visitatori foto ricordo d’autore. Piazza Farinella è un’altra grande scommessa, in largo Porta Nuova daremo vita ad una piazza dedicata interamente alla gastronomia per permettere ai visitatori di assaggiare la nostra farinella in vari abbinamenti; una piazza con un manto stradale completamente dipinto da street artists d’eccezione che accenderanno di colori un luogo che sarà anche contenitore di eventi. Tante ragioni quindi per passare non due ore ma una giornata intera a Putignano”.

Numerose le iniziative collaterali che si realizzano grazie ad associazioni e partner del territorio. Fra le tante segnaliamo: “Butta i coriandoli e non il cibo!” (presentazioni e divulgazione contro lo spreco alimentare e la rivisitazione di ingredienti e ricette antiche in Piazza Farinella); “A pressione N’de Jos’r” a cura di Trullando; il “FestivalBal” in Piazza Farinella; “Uno spettacolo da pazzi”, show di motocross acrobatico a cura di Dangerfarm.

Quando si fa il Carnevale di Putignano 2024

Quattro le sfilate-evento del Carnevale di Putignano con i maestosi carri in cartapesta, le maschere di carattere e i gruppi mascherati, a cui si uniranno lungo il percorso tanti particolari artisti di strada.

Per ogni giornata un ricco programma di intrattenimento con finale in musica:

  • Domenica 4 febbraio si fa festa con un REVIVAL PARTY: start eventi alle ore 11.00; inizio della 1^ grande parata alle ore 15.30; Live di Alan Sorrenti, Jo Squillo, Double Dee (Denny Losito) dalle ore 18.30 sull’Amaro Mediterraneo Stage in piazza Principe di Piemonte; alle ore 21.00 Show Radio Carro “La ruota del tempo” con DJ set; a seguire show a cura di Autodromo Club;
  • Domenica 11 febbraio THE GREATEST SHOW: start eventi alle ore 10.00; inizio parata alle ore 11.00; Show Radio Carro “La ruota del tempo” con Radio Live; dalle ore 18.30 show con ERNIA + Urban Legend sull’Amaro Mediterraneo Stage in piazza Principe di Piemonte; a seguire show a cura di Autodromo Club;
  • Martedì 13 febbraio TONN TONN TONN PARTY: start eventi alle ore 11.00; inizio parata alle ore 19.00; Show Radio Carro “La ruota del tempo” con Radio Live; in serata spettacolo speciale dei Terraross “Tïembë e Fraschë – Popolare, dal passato al futuro”;
  • Sabato 17 febbraio il grande CLOSING PARTY: start eventi dalle ore 15.00; inizio parata alle ore 19.00 con due ospiti speciali; Show Radio Carro “La ruota del tempo” con Radio Live; alle ore 21.00 la premiazione e a seguire il DJ Set live di Albertino e Fargetta sull’Amaro Mediterraneo Stage.

Putignano cosa vedere in città – visitare Putignano

Scopriamo cosa vedere nella città di Putignano e cosa visitare nel centro storico.

Il centro storico di Putignano

Le origini del nome del Comune Di Putignano restano ancora oggi incerte, ma quello che è innegabile è che al susseguirsi delle epoche si deve l’ ammirabile convivenza di stili, gusti e progetti urbani differenti, principalmente nel centro storico.

Camminando per le strade lastricate di chianche, l’influenza urbanistica medievale è quella più evidente, dall’unica bifora ancora presente alle case che conservano ancora l’antico patio.

Tante le case signorili nel centro storico, di secoli differenti. Una particolarità sono le Porte di ingresso e uscita dal centro storico, Porta Basento, in direzione di Alberobello, Porta Nuova, in direzione di Castellana, e Porta Grande, che si apre verso Noci e Gioia del Colle.

Piazza Plebiscito

Piazza Plebiscito è il cuore del Comune Di Putignano , e lo è stato sempre nel corso dei secoli. I poteri principali hanno sempre convissuto in questo spazio, tra palazzi signorili e chianche consumate dall’andare e venire dei cittadini.

In primis il centro del potere politico, l’odierno palazzo del Museo Civico – Principe Guglielmo Romanazzi Carducci di Santo Mauro , dove risiedevano i Balì. Durante il governo dei cavalieri di Malta questa zona ha sempre avuto una grande stabilità politica, con il periodo di maggior splendore sotto il Balì Carafa.

Diversa la sorte dell’attuale sede della Proloco di Putignano. Qui sorgeva il potere amministrativo, ma l’edificio è stato anche adibito a Università, a carceri e altre funzioni cittadine.

Infine il potere religioso, con la chiesa principale dedicata a San Pietro, una chiesa monumentale, mai stata cattedrale. Si ritiene che l’apostolo Pietro sia passato qui durante il viaggio nell’anno 45 o 46 dopo Cristo. Per ricordo a questo evento si è voluta edificare questa chiesa. Probabilmente nello steso sito c’era un tempio paleocristiano, e grazie agli scavi effettuati si è potuto scoprire che questa era anche una zona cimiteriale.

Chiesa di Santa Maria la Greca

Le prime informazioni risalgono al 1365. L’edificio ha subito nel corso dei secoli molteplici trasformazioni tanto da stravolgerne l’aspetto originale: nel 1771, l’impianto viene trasformato a croce greca con cupola al centro, vengono sostituiti il tavolato e le travi del soffitto della navata centrale e soprattutto viene realizzata la facciata barocca, con alternanza di superfici concave e convesse, ancora oggi visibile. Il campanile, del 1669, è stato ricostruito nel 1899.

All’interno, l’edificio custodisce una pregevole icona bizantina, da cui la chiesa prende il nome e un prezioso reliquiario databile fra fine XII e prima metà del XIII secolo contenente un frammento della testa di Santo Stefano: le vicende riguardanti la sacra effige e il reliquiario appaiono poco chiare; tuttavia, la tradizione ritiene che i due manufatti siano stati trasferiti da Monopoli (l’icona presenta analogie con la Madonna della Madia conservata nella cattedrale monopolitana), continuamente minacciata dal pericolo delle scorrerie dei turchi. La presenza della reliquia di Santo Stefano ha dato origine al culto del Santo Protomartire che, eletto protettore del paese nel 1646, è ancora oggi solennemente festeggiato il 3 agosto, unico giorno in cui il prezioso reliquiario viene portato in processione ed esposto al pubblico.

All’interno della chiesa, oltre all’altare marmoreo dove è collocata la statua di Santo Stefano, è possibile ammirare altri due altari riccamente decorati. Di grande interesse anche l’altare maggiore, in marmi policromi a intarsio, che si armonizza con il Cappellone superiore al quale si accede attraverso due scalinate. Nei depositi della chiesa da poco ritrovata una pregevole opera lignea. In un bassorilievo marmoreo, della metà circa del 1700, è raffigurata la Trinità, presente alla base di uno dei bellissimi altari settecenteschi di scuola napoletana. [fonte]

Chiesa di San Pietro Apostolo

In Piazza Plebiscito si erge la chiesa principale, dedicata a San Pietro Apostolo. Non si conosce l’anno della sua edificazione, ma certamente è stata consacrata nel 1158. Pare sia stata costruita su un tempio paleocristiano, e che in passato possedesse anche una zona cimiteriale, come dimostrato da scavi effettuati nella piazza antestante.

Nonostante non sia mai stata “promossa” a Cattedrale, era il fulcro del potere religioso del borgo. Per secoli è stata l’unica chiesa parrocchia. L’aspetto che vediamo oggi risale al 1474 quando il Balì dei Cavalieri di Malta, Giambattista Carafa volle ricostruire la chiesa adeguandola alle nuove esigenze della città, con l’aumento della popolazione.

La ricostruzione le ha dato un aspetto romanico pugliese, oltre all’impostazione medievale e rinascimentale. L’interno è stato abbellito, sommando il barocco all’arredo antico, da maestranze di provenienza napoletana. C’e molta finezza nelle sculture e negli oggetti artistici.

Tante le statue, tra le quali quelle di San Pietro e San Sebastiano, opera del maggiore scultore del Rinascimento pugliese, Stefano da Putignano. Affreschi, statue e un presepe la cui grotta è costruita con vera pietra locale, ci conducono all’altare maggiore, realizzato in marmi policromati e decorazioni a rilievo, realizzato da Giovanni Cimafonte. Due ampie scalinate attirano lo sguardo dei fedeli, partono dall’altare maggiore per condurre a un secondo altare, minore, in cima, un luogo dove in passato si celebravano diversi culti.

Chiesetta di Santo Stefano Piccolo

Nel 1402 venne edificata una chiesetta che in seguito venne dedicata a Santo Stefano, protettore di Putignano. La pianta interna è a forma di croce, i tetti spioventi ricoperti di chiancarelle tipiche rispecchiano l’antica forma delle costruzioni del centro storico di Putignano. E’ identificata, anche, come la chiesetta della fontana proprio per la presenza sulla parte esterna laterale di una delle prime fontane pubbliche installate nel borgo antico. Sul portone di ingresso, nella lunetta, vi è l’affresco di Santo Stefano Protomartire cui la chiesetta è dedicata.

All’interno della chiesetta, oggi sconsacrata, ci sono tre opere pittoriche dell’artista molfettese Vito Calò (1744-1817), allievo e seguace dell’altro più famoso pittore molfettese Corrado Giaquinto. La tela presente sull’altare centrale della chiesetta raffigura l'”Immacolata Concezione” ed è opera del pittore molfettese. Sempre dello stesso artista sono le due rappresentazioni pittoriche delle cappelle laterali e nello specifico in quella destra vi è “la lapidazione di Santo Stefano Protomartire” mentre in quella sinistra “la Crocifissione di Gesù Cristo”. Lo stesso Calò dipinse una tela, oggi presente all’interno del Conservatorio “Santa Maria degli Angeli in Putignano”, con la rappresentazione della tradizionale iconografia dell’Immacolata Concezione con una corona di 12 stelle e la luna ed il serpente sotto i piedi si può riscontrare già nel bel quadro. [fonte]

Casa Museo Romanazzi Carducci

L’odierno Museo Civico – Principe Guglielmo Romanazzi Carducci di Santo Mauro venne costruito, con buona approssimazione nel XIV Secolo, per mano dei Cavalieri Gerosolomitani che la fecero diventare dimora dei balì che si avvicendarono in quei secoli. Il Balì era l’insegna più alta in grado dei Cavalieri Gerosolomitani in un territorio. Gli ambienti del piano rialzato del palazzo sono l’esigua testimonianza, arrivata ai giorni nostri, della permanenza dell’ordine dei Cavalieri di Malta. Divenuta casa nobiliare nel corso dei secoli, il Principe Guglielmo nel 1967 donò il palazzo e ogni suo arredo e preziosi, al comune di Putignano, perché lo trasformasse in un museo, oggi identificato come museo civico, più comunemente, come Museo del Principe.

Dall’ingresso principale, si entra nell’atrio caratterizzato da una facciata a doppio loggiato che immette attraverso una breve scalinata al primo piano nobile, costituito da una fuga di sale armoniose nelle linee architettoniche, riccamente decorate e arredate con preziosi mobili, quadri, libri, arazzi porcellane, argenterie e cristallerie. Buona parte del patrimonio artistico è di provenienza napoletana, affluito in seguito ai matrimoni susseguitisi. Gli oggetti più prestigiosi, acquisiti probabilmente tramite il matrimonio con la Principessa di Saluzzo di Corigliano, sono i dipinti costituiti da capolavori di varia provenienza e databili tra il XVI e Il XX secolo, ascrivibili a varie scuole pittoriche. Si segnala anche una ricchissima collezione di arti minori, realizzata dalle più importanti maestranze italiane e francesi fra ‘800 e ‘900, tra le quali spiccano gli orologi da tavolo, una vera passione del principe.

Cuore del piano nobile è il “Salone giallo”, un tempo luogo privilegiato della mondanità, adibito alla conversazione e a “romantiche” serate da ballo. La volta conserva ancora quelli che per anni sono stati ritenuti affreschi, ma si tratta in realtà di carta da parati. L’arredamento è composto da quattro divani alla turca sistemati negli angoli, da un sofà e da una consolle dorata con piano in velluto di fattura napoletana; le pareti sono impreziosite dalle tappezzerie di damasco giallo oro utilizzato anche come tende su porte interne e finestre che ben si armonizzano con la specchiera in legno dorato. [fonte]

Il prospetto laterale presenta un corpo settecentesco al di sopra del quale si apre una terrazza con giardino pensile. Pare sia stato il primo nella zona di Putignano. La sua particolarità, oltre al fatto di essere l’ultima parte del palazzo che conserva connotati medievali, è l’affaccio sull’antica via delle botteghe. Infatti il terrazzo ha un’ampia visuale su uno dei corsi principali del centro storico, una volta ricco di attività commerciali e artigianali. Alcuni busti, della collezione del Principe, sono ancora situate nel giardino.

Nelle sale il palazzo Romanazzi raccoglie arredi rococò, tele del Seicento e Settecento, argenterie, armi, libri e stampe. Ma una delle attrazioni principali è il giardino pensile, il primo della zona, nel quale pare che da sempre un pergolato di uva, alberi di percoco, colonne e statue rendevano l’atmosfera godibile, con una vista su tutto il centro storico. Da un estratto del Cabreo del Baliaggio di Santo Stefano del 1748 si evincono queste e altre informazioni sul passato del palazzo, prima che arrivasse nelle mani della famiglia Romanazzi Carducci.

Uno degli oggetti che desta più curiosità è una finta cassaforte, o meglio un armadio blindato in realtà vuoto, probabilmente destinato a confondere eventuali male intenzionati. Il Museo accoglie, inoltre, nei locali al piano terra con accesso da Corso Vittorio Emanuele, la Collezione civica Giuseppe Albano (1899-1967), scultore di origine pugliese del primo Novecento, attivo tra la Puglia e Firenze.

Principe Guglielmo di Santo Mauro

Guglielmo, Principe di Santo Mauro, (1881-1968) era l’ultimo discendente di una nobilissima famiglia putignanese che ha espresso, lungo i secoli, personalità illustri. Figlio di Giovanni Antonio Romanazzi Carducci (più volte Consigliere Comunale e Provinciale) e della baronessa Maria d’Amely Melodia, studiò a Cava dei Tirreni, a Napoli e a Firenze. Brillante Ufficiale di Cavalleria, sposò nel 1904 donna Giulia contessa Saluzzo di Corigliano Principessa di Santo Mauro. Partecipò alla I guerra mondiale. Prima e dopo la guerra si dedicò con passione all’opera di trasformazione terriera nel suo feudo di Palagiano. Partecipò anche alla vita politica: fu Consigliere Comunale di Palagiano, Consigliere Provinciale di Taranto; Podestà di Putignano. Si interessò di manifestazioni artistiche: a Napoli promosse e diresse l’Ente Autonomo del Teatro San Carlo; a Bari gestì per quattro anni il Petruzzelli, offrendo spettacoli memorabili. [fonte]

Nel palazzo si conserva ancora parte della collezione di scarpe del Principe e in una delle stanze da bagno, stampe e prodotti di bellezza. Tra le tante collezioni, la più ricca è la raccolta d’armi. Particolare un Pinocchio in legno, conservato nella camera dove dormiva gli ultimi anni, portato da un viaggio in Giappone. In casa è presente anche una piccola cappella privata. Poco tempo prima di morire, Don Guglielmo Romanazzi – Carducci ha donato al Comune di Putignano il Palazzo e la Villa di San Pietro Piturno, il primo perchè se ne faccia un Museo cittadino, la seconda da destinare a Casa di riposo. Si tratta di «un nobile gesto di magnifica munificenza e di principesco mecenatismo, che non ha avuto l’uguale nell’arco della storia secolare del nostro Comune», come si legge nel verbale della solenne seduta del Consiglio Comunale del 16 gennaio 1967, nella quale si accettò la donazione.

CASA MUSEO ROMANAZZI CARDUCCI
Piazza Plebiscito
70017 Putignano (BA)
tel/fax: +39 080 4911532
e-mail: museo@comune.putignano.ba.it

Grotta del Trullo

La Grotta Del Trullo di Putignano, a poca distanza dal centro abitato, sulla strada che conduce a Turi, è stata scoperta il 29 maggio del 1931 durante alcuni lavori di scavo per la rete fognaria. Si tratta della la prima grotta turistica aperta in Puglia in cui i visitatori possono ammirare un tesoro naturale nascosto nelle profondità della terra. È un simbolo per la speleologia naturale, soprattutto per il patrimonio che conserva. Sono grotte carsiche, paesaggio tipico della Puglia. È formata dalla roccia calcarea, l’unica che diventa solubile quando l’acqua è acida. Proprio l’acqua ha creato le stallattiti e la conformazione che possiamo ammirare.

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