Il viaggio di #BarbieInTown ci porta a Turi, un borgo della terra di Bari raccolto tra antiche mura, quelle del suo Palazzo Marchesale, tra chiese, edicole votive e case basse. Cosa vedere a Turi? Scoprilo insieme a noi!

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Storia di Turi

Turi sorse in epoca bizantina, in una zona abitata fin da tempi precedenti, come testimoniano le tombe e gli altri reperti archeologici rinvenuti nelle sue vicinanze, che attestano la presenza sul posto di insediamenti peucetici.

Secondo alcuni studiosi sarebbe stata fondata sul luogo dell’antica THURIAE, di cui continuerebbe il nome. Seguendo le sorti del resto della provincia, nel corso dei secoli è stata assoggettata a più dominazioni e a svariate gestioni feudali: possedimento dei principi baresi, passò poi agli Acquaviva, ai quali subentrarono i Caracciolo e altre nobili famiglie, tra cui i Moles e i Venusio.

La storia successiva all’abolizione del feudalesimo, sancita dalle riforme napoleoniche, all’inizio dell’Ottocento, non fa registrare avvenimenti di rilievo. Tornata sotto il dominio borbonico, all’indomani del congresso di Vienna, partecipò alle vicende nazionali e internazionali del periodo post-unitario. [fonte]

Cosa vedere a Turi

Centro storico

Il Borgo Antico di Turi, quartiere situato nella parte centrale del paese, corrisponde alla parte più alta del centro abitato. Di antiche origini, esisteva già dal XVI sec. Qui possiamo trovare il Palazzo Marchesale, numerosi edifici religiosi e locali che animano la vita del borgo. Il paese vecchio è un caratteristico centro storico che conserva l’aspetto tipico dei piccoli centri mediterranei: le case piccole e raccolte, i muri bianchi di calce, le viuzze strette e lastricate, i caratteristici “sottani” e le edicole votive dedicate a vari santi.

Palazzo Marchesale Moles-Venusio

Il Palazzo Marchesale Moles-Venusio presenta alcuni elementi di architettura normanna, risalenti ai tempi di Goffredo, nipote di Roberto il Guiscardo. È stato sicuramente un castello medievale per la sua posizione al margine dell’abitato, e per il grande accesso alla piazza interna ed è situato a più di 270 metri sul livello del mare.

Durante i lavori di ristrutturazione, i nobili spagnoli Francesco e Beatrice Moles trasformarono nel XVI sec. la corte interna in piazza. L’attuale struttura presenta tutti gli elementi che caratterizzavano le costruzioni settecentesche. Il palazzo ed i corpi feudali di Turi, consistenti in circa duemila ettari di terra nel 1741 furono venduti dai Moles al Barone Ottavio Venusio di Matera che in seguito fu elevato al titolo di Marchese da Ferdinando IV di Borbone.

Ha due corpi laterali, appena accennati, e un’altra zona basamentale in blocchi di pietra. Il piano nobile presenta ampie finestre aperte su balconi di stile barocco corredati da ringhiere bombate in ferro battuto. Il maestoso portale di gusto napoletano presenta lateralmente delle lesene ruotate in fuori e presentava, fino a qualche anno addietro, sulla trabeazione uno stemma lapideo araldico dei Marchesi Venusio in fregio. Al cortile interno, di notevole decoro, si accede da un grande androne.

Palazzo Leuzzi

Nei vicoli del centro storico di Turi si trova anche Palazzo Leuzzi, un bellissimo palazzo, un edificio eclettico con splendidi dettagli neogotici. Palazzo Leuzzi è stato edificato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo dalla famiglia turese dei Leuzzi. Questo edificio, oggi della famiglia Larizza, è uno degli esempi più importanti degli edifici che hanno portato Turi ad adeguarsi al “Moderno”, e che in breve tempo ne hanno modificano il volto urbano. L’edificio, a tre livelli, presenta una facciata scandita da un grande basamento lapideo che termina con una pronunciata fascia marcapiano che, nella sua parte centrale, forma un piccolo ed elegante balcone a cui si accede da una bifora, mentre l’ultimo livello era decorato da due mezzibusti di terracotta neri. A chiusura vi è un cornicione con figure ogivali. L’interno conserva ancora gli arredi dei primi del Novecento. [fonte]

Chiesa Santa Maria Assunta

La Chiesa Santa Maria Assunta (Chiesa Madre di Turi), risale quasi certamente al XII secolo. Alcuni documenti attestano che nel 1407 era collegiata. Ha facciata neoclassica, in cui quattro paraste doriche sostengono una trabeazione. La chiesa, a tre navate con presbiterio rialzato e maestoso altare maggiore, subì una profonda trasformazione nei primi decenni del Settecento, con l’aggiunta delle cappelle laterali. Tuttavia, una cappella ha mantenuto un prospetto tardo rinascimentale e conserva al suo interno un altare dedicato alla Madonna, nelle cui nicchie sono posizionate le figure plastiche della Vergine con il Bambino, al centro, dell’Eterno Padre, in alto, e dei Santi Cosma e Damiano, ai lati, tutte in pietra policromata.

credits: https://www.facebook.com/ParrocchiaChiesaMadreTuri

La semplicità dell’esterno contrasta con la ricchezza di decorazioni dell’interno, che conserva manufatti lignei come il pulpito e la cantoria con l’organo, e opere di rilevante importanza artistica, quali le sculture dedicate alla Madonna di Terra Rossa ed alla Trinità dell’artista rinascimentale Stefano da Putignano (XVI secolo), e le pregevoli tele della Cena di Emmaus di Giuseppe De Mattia e della tela dell’Assunta sull’altare maggiore, opera di Alessio D’Elia (1755), oltre a tele di Nicola De Filippis e Nicola Gliri. Nella cappella dell’Immacolata, inserita nell’altare settecentesco, è una pregevole statua lignea di san Giacomo Apostolo dello scultore napoletano Aniello Stellato, commissionata nel 1640 dal musicista Giovanni Maria Sabino. Il fonte battesimale, di epoca rinascimentale, è costituito da una vasca circolare collocata su di un toro stiloforo di età basso medievale da riferire verosimilmente alla chiesa più antica. Il campanile risale al 1731 ed è opera dell’architetto molfettese Pietro Magarelli.

Villa comunale di Turi

La villa comunale di Turi è sita in Piazza Sandro Pertini, a pochi metri dal centro storico e dalle principali attrattive del comune. Si tratta di un ampio spazio verde nel cuore di Turi.

Cappellina di San Rocco

La Chiesa di San Rocco (o dell’Annunziata) detta la “Cappellina”, ha forme proto-romaniche (XI-XII secolo), con influenza bizantina. Sconosciuta è la sua originaria dedicazione, ma qualche studioso locale ha avanzato l’ipotesi che fosse dedicata all’Addolorata, ipotesi giustificabile dall’intitolazione della Confraternita custode del tempio dal 1781 al 1880 detta “dei sette dolori”. È uno dei migliori esempi di chiesa a due cupole in asse tuttora esistenti.

La Chiesa è realizzata in conci regolari di pietra e l’unica decorazione di questo edificio compatto è una serie di denti di sega posti su due file. La porta originaria ha un architrave litica con un’epigrafe. Tra il XII e il XIII secolo si arricchì di un piccolo campanile a vela, cuspidato, tuttora esistente e nel tardo Rinascimento subì trasformazioni tra cui lo spostamento dell’ingresso sul lato corto opposto a quello originario. Tra il 2007 e il 2008, su progetto e direzione dell’architetto turese Pietro Antonio Logrillo la chiesa di San Rocco è stata oggetto di un importante intervento di restauro, lavori che hanno previsto anche la realizzazione della circostante piazza, oggi dedicata alla SS. Annunziata.

Torre dell’Orologio

credits: https://www.ilpaesemagazine.it/

Originariamente si era pensato di sistemare l’orologio in una torretta sulla facciata del Municipio, ma poi, per problemi di staticità, si decise di erigere altrove una vera e propria torre. La collocazione della Torre in stile liberty, evidente simbolo laico della cittadina, non fu casuale, ma ricercata. Infatti in virtù del suo utilizzo doveva essere visibile da quanti più punti d’osservazione possibile. Così si scelse d’erigerla a fianco della chiesa francescana di San Giovanni Battista, affidando la progettazione all’architetto conversanese Sante Simone, e i lavori al mastro scalpellino turese Giuseppe Schettini, che la terminò nel 1892. A

La particolarità della macchina costruita per la torre di Turi, che la distingue dalle altre, è quella di azionare non uno, ma bensì tre quadranti posti in direzioni diverse. Tutto ciò contribuisce a renderla una tra le più belle torri dell’Orologio, della Terra di Bari.

Statua di Sant’Oronzo

Nato a Rudiae nel 22 d.C e morto a Lecce nel 68 d.C, Sant’Oronzo è stato, come da tradizione, il primo vescovo di Lecce. Il titolo gli fu dato proprio da San Paolo. È patrono di Turi, ma anche di Lecce, Campi Salentina, Botrugno, Diso, Acaya, Maglie (copatrono), Caprarica, Ostuni. La sua statua è sita in Piazza Aldo Moro a Turi.

Palazzo Municipale di Turi

Il Palazzo Municipale di Turi, sito in Piazza Silvio Orlandi, nacque come sede del Collegio dei Padri Scolopi che vi si stabilirono nel 1645 grazie al lascito testamentario del benefattore notar Santo Cavallo. Nel Palazzo furono ospitate anche le Scuole Pie, che impartirono l’istruzione gratuita a tanti turesi fino al 1809, anno della soppressione.

Dopo i lavori di restauro, che ebbero inizio nel 1845 su progetto dell’arch. Domenico Morea, il palazzo, dotato di una nuova facciata (quella attuale), venne adibito a sede comunale.

Chiesa di Santa Chiara

La costruzione del Convento e Chiesa di Santa Chiara inizia nel 1623, così come testimonia la lapide commemorativa sul portale di ingresso della Chiesa S. Chiara, e termina nel 1631. Fu costruita per volere e lascito dei fratelli Vittore ed Elia De Vittore. La chiesa si presenta come un ambiente rettangolare. Le cappelle laterali, affiancate, sono segnate da paraste con capitelli e trabeazione, alla cui altezza corrisponde il piedritto degli archi del matroneo. Sull’ultima parasta di sinistra c’è una grande corona in legno dorato. La volta è a botte lunettata. Sull’altare maggiore un’imponente tela di Carlo Amalfi del 1771 raffigurante la morte della santa titolare mentre sul soffitto una tela che raffigura Santa Chiara che scaccia i Saraceni da Assisi del pittore Fedele Fischetti. È adiacente a una struttura monasteriale il cui primo nucleo, risalente agli ultimi del XVI secolo, occupava le case adiacenti all’attuale chiesa.

Festa di sant’Oronzo a Turi

credits: https://www.facebook.com/FestaPatronaleSantOronzoTuri

La Festa patronale di Sant’Oronzo si svolge tra il 24 ed il 30 agosto.

La sera del 25 una suggestiva ed imponente processione di fedeli accompagna pregando, con candele votive, il busto del Santo Vescovo, dalla Chiesa Madre alla periferica Chiesa di Sant’Oronzo alla Grotta, attraversando in piena notte senza illuminazione il viale di cipressi del cimitero comunale.

La mattina del 26, alle prime luci dell’alba, molti pellegrini, raggiungono a piedi la grotta, per assistere alla messa votiva. Nella chiesa madre il Vescovo celebra la solenne Messa, e segue la Processione di gala del Santo per le vie del Paese. Alla processione vi partecipano, cavalcate in abiti storici, seguita da sbandieratori, dalle antichissime confraternite cittadine, dall’immagine del Santo e dalle autorità, civili e militari. Il Busto del Santo portato il 25 alla grotta, viene eretto sulla torre lignea tutta decorata da maestri ebanisti locali fratelli Albano.

La sera del 26 agosto il Carro Trionfale rientra in paese trainato da sei muli, tra ali di folla festante. In piazza il carro viene accolto da luminarie, lanci di fiori, palloncini, fuochi d’artificio e la musica delle Bande (quella di Turi, sul Carro, quella ospite sulla cassa armonica) che si danno “battaglia” a suon di note.

Il 27 agosto avviene la discesa del santo dal Carro Trionfale con il rientro all’interno della chiesa Matrice. La sera del 28 agosto in conclusione dei festeggiamenti in onore di Sant’Oronzo vi è una gara di fuochi pirotecnici, con l’assegnazione della migliore bomba d’apertura ed il miglior fuoco pirotecnico. Infine, per concludere i festeggiamenti la sera del 30 agosto si svolge un concerto di musica leggera.

Turi: cosa vedere nei dintorni

Dove si trova Turi

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