Dal 2023 tra i “Borghi più belli d’Italia”, Sammichele di Bari è una perla tutta da scoprire a pochi chilometri dal capoluogo pugliese. Sì, perché questa splendida cittadina non è solo la patria della zampina, ma anche un luogo da scoprire, tra palazzi d’epoca, chiese e storia da raccontare.

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Storia di Sammichele di Bari

I più antichi insediamenti umani nel territorio di Sammichele di Bari, risalenti al neolitico, sono stati scoperti in località Canale Frassineto, ai piedi di Monte Sannace. Altri reperti risalenti all’Età del Bronzo sono stati trovati in località Pentimone. La zona ha dimostrato di essere ricchissima di reperti anche di epoche successive.

Nel 1608, un mercante ebreo-portoghese, Michele Vaaz acquista la zona dell’attuale Sammichele, dal fisco, assieme al feudo di Casamassima. Il Vaaz, pur se non di nobili origini, per meriti acquisiti agli occhi del viceré di Napoli, ottiene il titolo di conte e, all’apice delle sue fortune, decide di costruire un paese che tramandi ai posteri il suo nome: Casa Vaaz.

Da atti notarili del 1617 risulta chiamarsi Casali Sancti Michaelis; evidentemente quel Casa Vaaz non piaceva a nessuno, anche se il riferimento all’Arcangelo non è casuale essendo Michele pure il nome del Conte.

Morto Michele Vaaz, gli succede il nipote Simone. Le fortune della famiglia sono, però, in declino; indebitati vendono il feudo ad Antonio de Ponte, Consigliere della Regia Camera della Sommaria. Il periodo della dinastia de Ponte, dura dal 1667 al 1794. Giacomo de Ponte nuore nel 1779 senza figli e, quindi, il feudo di Casamassima e Casal San Michele passa alla sorella Maria Giuseppa, che ha sposato Nicola Caracciolo dei duchi di Vietri. Alla morte di quest’ultimo, feudatario diventa il figlio Domenico che assume, pertanto, il titolo di duca di Vietri, Casamassima e San Michele.

Nel 1799, durante il breve ed illusorio periodo della repubblica napoletana, Casal San Michele si schiera apertamente a favore della monarchia; ha un ruolo attivo nel cosiddetto “Patto dei Casali”, stipulato per combattere la città di Bari e gli altri comuni democratici, e fa da base logistica durante l’assedio di Acquaviva. Capo realista di San Michele è don Biagio Martellotta, braccio destro del comandante don Francesco “Ciccio” Soria di Gioia del Colle, a sua volta uomo di fiducia dei corsi Boccheciampe e de Cesari che, assieme al cardinale Ruffo, restituiscono il regno ai Borbone.

Nei primi anni dell’Ottocento, con l’eversione della feudalità, i Caracciolo perdono la maggior parte dei loro territori, restando però proprietari di quella che era stata la torre Centuriona. Nel XIX secolo si ha, grazie all’opera illuminata di alcuni amministratori dell’epoca, quali i Sindaci Giuseppe Maselli, Michele Lagravinese e Giuseppe Pastore, la realizzazione delle più importanti opere pubbliche.

Nel 1924 venne portata a Sammichele, tramite una diramazione proveniente da Gioia del Colle, l’acqua dell’Acquedotto Pugliese, che zampillò da una fontanina in piazza Imbriani.

Il culto di San Michele Arcangelo e il nome di Sammichele

L’importanza del culto dell’Angelo a Sammichele di Bari è evidenziata dal nome stesso dell’abitato, che in origine era Casal San Michele, dopo essere stato per brevissimo tempo Casa Vaaz, dal nome del fondatore, Miguel Vaaz.
Intorno al 1840, comincia l’abitudine, da parte degli impiegati comunali, di scrivere sugli atti ufficiali prima Sanmichele e poi Sammichele. Con l’unità d’Italia il Comune assume definitivamente il nome di Sammichele di Bari.

Le feste patronali di san Michele Arcangelo e San Vito martire dal 2009 per Decreto Arcivescovile sono state spostate alla seconda domenica e secondo lunedì di maggio.
Fino a qualche tempo fa si festeggiava l’8 e il 9 maggio in ricordo della grazia che il santo concesse al paese e a tutti quelli limitrofi poiché, durante una grave siccità, la popolazione, come estrema ratio, chiese di portare la sacra statua in processione.

Qualche memoria storica della comunità sammichelina narra cheal momento dell’uscita sul sagrato della chiesa, dopo un violento tuono, cominciò a scendere una pioggia che durò per qualche giorno e che mise fine ai disagi causati dalla mancanza d’acqua. Per questo miracolo, il comune limitrofo, Acquaviva delle Fonti, regalò alla comunità di Sammichele una giornata per poter svolgere la fiera paesana.

Cosa vedere e a Sammichele di Bari

Centro storico e Vignali di Sammichele di Bari

Nel centro storico di Sammichele di Bari è possibile vedere ancora queste storiche costruzioni chiamate vignali. Una tradizione lunga 400 anni, che affonda le sue origini nei primi seicenteschi edifici realizzati dal conte Michele Vaaz. L’usanza era quella per i cui residenti fa erano soliti far crescere una vite rampicante sull’uscio della propria casa, in segno di buon auspicio ma anche per proteggersi dal sole.

La pianta veniva accuratamente potata, andando così a costituire nel tempo un intreccio dei rami che offriva decoro e ombra. L’uso della vite per produrre refrigerio sugli usci assolati si è protratta nel corso del tempo, trovando ancora largo impiego nelle tipiche abitazioni in pietra di fine Ottocento e inizi Novecento.

Ancora oggi è possibile scorgere esemplari di antichi vignali. Alle volte ad accompagnarli c’è ancora un fragile ma resistente tralcio di vite, altre ancora a caratterizzarle permane lo stralcio di una tendina, accuratamente cucita a mano.

A pochi passi dal Castello, padroneggiano vignali a due piani, dove ad ogni arco di ingresso al piano inferiore dell’abitazione, si accompagna puntualmente una scala in pietra che conduce al piano superiore. Seguendo, infatti, la regola sovrana di ogni tipica abitazione contadina, nulla doveva andare perso e pertanto quel che funzionalmente permetteva di accedere al piano superiore (la scala), fungeva a sua volta da copertura per il piano sottostante.

Chiesa Matrice Santa Maria del Carmine

A metà Ottocento la popolazione di Sammichele contava 3514 abitanti e la chiesetta della Maddalena era diventata troppo piccola per accogliere i fedeli. Nacque così l’esigenza di costruire una nuova Chiesa. I lavori della nuova costruzione cominciarono nel 1845 e furono completati nel 1862, ad eccezione dei due campanili previsti.

Architettura della Chiesa Matrice Santa Maria del Carmine

La Chiesa Matrice Santa Maria del Carmine, costruita in stile neoclassico, ha la facciata rivestita da conci di pietra levigati. L’ordine inferiore è diviso in tre scomparti, corrispondenti alle navate interne, da sei lesene ornate da capitelli ionici.

I due portali in bronzo furono commissionati nel 1983: quello centrale è sormontato da un timpani curvilineo contente una lunetta con un affresco della Madonna del Carmine, opera del pittore Vincenzo Crispo del 1954. Il campanile presenta una cuspide a forma di piramide ottagonale con in cima una sfera con croce.

L’interno è a tre navate divise da coppie di colonne con capitelli ionici dorati, poggiati su un unico stilobate. Nella navata a destra è posto, subito dopo l’ingresso, un battistero in marmo policromo, circondato da una balaustra sempre in marmo. Sullo stesso lato vi è un altare in pietra dedicato alla Madonna di Pompei, realizzato dal maestro Angeloronzo Rossi nel 1909.

Lungo le navate laterali sono presenti tredici tele ad olio raffiguranti la Via Crucis, dipinte da Umberto Colonna. In fondo al braccio destro, sotto l’edicola con la statua della Madonna del Carmine, è posto l’ex altare maggiore. L’abside è decorata con un grande affresco rappresentante la Vergine del Carmine con ai lati San Michele e San Simone Stok, del pittore Umberto Colonna, mentre in alto, in quattro settori laterali, sono riprodotti i quattro Evangelisti.

Nel Cappellone di sinistra è l’altare in marmo policromo con la statua di San Michele Arcangelo e una grande tela raffigurante il capitolo XII dell’Apocalisse, opera del pittore Mario Colonna. Nel Cappellone di destra c’è l’altare con la Statua del Santissimo Sacramento e una grande tela che rappresenta “La Comunità e l’Eucarestia”, opera della pittrice sammichelina Margherita Deramo, autrice anche di un’altra tela raffigurante l’Ultima Cena, situata sul portone centrale.

Arco dell’Orologio

L’orologio civico di Sammichele di Bari, che sormonta l’arco che introduce al centro storico, è certamente uno dei simboli del borgo. Venne costruito fra il 1876 e il 1878. L’edificio sorge sulla porta del vecchio borgo, difronte alla Chiesa Madre, e per realizzarlo fu espropriata e abbattuta una casa privata.

Piazza Vittorio Veneto

Eccoci nel salotto della città, Piazza Vittorio Veneto, sulla quale si affaccia la Chiesa Madre e dalla quale si accede al centro storico di Sammichele di Bari. Ampia e elegante, proprio qui sorgeva una antica cisterna, chiusa intorno al 1925 con la posa delle prime fontanine allacciate alla rete dell’Acquedotto Pugliese, e tornata alla luce negli ultimi anni.

Castello Caracciolo

La costruzione del Castello Caracciolo sorse probabilmente in epoca normanna, come avamposto di controllo e di difesa. Nel 1504, come attesta un’iscrizione su una lastra calcarea nell’androne, era di proprietà del ricco banchiere Heronimo Centurione. Nel 1609 il palazzo venne acquistato da Michele Vaaz, fondatore del paese, e rimase di proprietà della famiglia fino al 1667, quando il feudo fu venduto al Regio Consigliere Antonio De Ponte. Questi trovò l’edificio quasi cadente, e avviò i lavori di restauro, come testimonia l’incisione sul portale d’ingresso. In seguito ai restauri l’aspetto del castello mutò, passando da quello di una piccola fortificazione medievale a quello di una vera e propria residenza signorile seicentesca.

All’interno il Castello è costituito da nove ambienti, tra il piano terra e il primo piano, coperti con volta a crociera in conci di pietra, tranne quello centrale a piano terra, con volta a botte, e la corrispondente sala al piano superiore, a tutta altezza.

Nel 1779 l’edificio passò alla famiglia Caracciolo di Vietri e nel 1860 fu sottoposto a ulteriori lavori, che ne ridisegnarono il prospetto in stile goticizzante, sul modello di un castello tardomedievale.

La famiglia restò in possesso del castello fino alla prima metà del ‘900, per poi cederlo al Comune di Sammichele di Bari.

Gli ultimi lavori di restauro, a cura degli architetti Lorenzo Netti e Stefano Bianco, sono stati effettuati tra il 1991 e il 2002, con l’eliminazione delle pareti divisorie create durante gli interventi precedenti, la pulitura delle pareti esterne e la rimozione degli intonaci nelle sale interne, in modo da riportare la struttura a un aspetto quanto più vicino a quello originario.

Museo della civiltà contadina “Dino Bianco”

Il Museo della civiltà contadina nacque nel 1968 grazie all’iniziativa del prof. Dino Bianco, docente universitario e presidente della Pro Loco. Bianco ebbe l’idea di realizzare un museo proprio nel ’68, l’anno della contestazione studentesca, che segnò anche l’inizio di una profonda rivendicazione sul piano intellettuale, sociale e umano, dei diritti e dei valori della civiltà contadina, attraverso la riappropriazione, da parte di tutta la comunità, di oggetti che documentano il lavoro e la fatica dei nostri antenati, e che sono il fondamento della nostra cultura e del nostro progresso.

Nel museo, intitolato al suo fondatore e ospitato nel Castello Caracciolo, sono allestiti su quattro livelli oltre cinquemila oggetti, che rappresentano la testimonianza viva della civiltà contadina locale e di un passato ormai lontano dalla nostra quotidianità.

Per maggiori info visitate il sito www.museodinobianco.it

Chiesa della Maddalena

Le prime notizie su una cappella dedicata a Maria Maddalena si ritrovano nell’iscrizione del 1504 con la quale Geronimo Centurione stabiliva di celebrarvi una messa nei giorni festivi. Non si trattava però della chiesa attuale, di epoca barocca, ma di una piccola cappella, che occupava la stessa posizione di quella odierna ma con la facciata rivolta verso il Castelo, e risaliva alla stessa epoca di quest’ ultimo.

La nuova chiesa venne costruita tra il 1615 e il 1632 nello stesso luogo dell’antica cappella. La costruzione è più grande rispetto alla precedente, come si deduce dal fatto che sporge sui quattro lati.

Architettura della Chiesa della Maddalena

L’architettura dell’edificio si rifà al primo barocco, ed ha le caratteristiche molto semplici, il presbiterio invece è del pieno barocco, costruito probabilmente tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. La pianta è a tre navate, divise da pilastri su larghi basamenti con lesene addossate, sulle quali si impostano gli archi a pieno centro.

Sul primo altare è presente una nicchia che contiene la statua di San Michele Arcangelo; il secondo altare presenta ai lati due statue in pietra dipinta che rappresentano la Madonna e San Giuseppe, e in alto una nicchia che racchiude la statua dell’Addolorata.

L’altare maggiore, dedicato alla Madonna del Carmine, è in pietra, con un ricco paliotto.
Alle spalle dell’altare si eleva una tela raffigurante una Madonna con Bambino; negli intercolumni sono invece rappresentati a sinistra San Tommaso d’Aquino e a destra un Santo non identificato. Sulla parete sinistra del presbiterio è affrancata la nascita di Gesù, con in alto ovali che rappresentano San Francesco D’Assisi e San Francesco Da Paola.

Casa Larocca (Infopoint di Sammichele di Bari)

Fabbricato dalle linee molto semplici, con facciata in conci di pietra, sulla destra di Casa Larocca è presente il portone di accesso con scala scoperta. Al primo piano sono presenti due balconi gemelli con lunetta superiore triangolare. Costruito probabilmente nei primi anni del XIX secolo, fu acquistato dal Comune nel 1860, per essere adibito a sede municipale. Durante il Ventennio è stato sede del PNF per essere, dopo il secondo conflitto mondiale, concesso in fitto al prof. Luigi Larocca ad uso abitazione privata. Sottoposto a lavori di restauro nei primi anni Duemila, oggi l’edificio ospita l’Infopoint turistico.

Palazzo Pinto (Biblioteca Comunale)

Il Palazzo Pinto è una casa padronale sorta agli inizi del Novecento (il progetto è del 1897), per volere del signor Francesco Pinto e sita in Piazza Leonardo Netti. Nel 1958 viene ceduta al comune che ne fa prima la propria sede, poi sarà adibita a Biblioteca Comunale e poliambulatorio. In questi anni l’edificio è diventato Palazzo della Cultura tornando ad ospitare la Biblioteca Comunale e l’Archivio Storico.

Maschere apotropaiche di Sammichele di Bari

In passato, a Sammichele, è stata fiorente l’arte dello scalpellino. Intere famiglie si tramandavano quest’arte di padre in figlio. Particolarmente diffusa era l’abitudine di scolpire la chiave dell’arco della porta rappresentando maschere apotropaiche.

Apotropaico è un aggettivo di origine greca che sta ad indicare un oggetto che con la sua carica magica tiene lontani gli influssi malefici. Le maschere apotropaiche di Sammichele sono, in genere, riconducibili a quattro fasi temporali: la prima comprende volti animaleschi e mitologici (la chimera, il serpente, il grifone, ecc.), la seconda comprende volti umani ma con aspetto orrendo o irrisorio (molto diffuse le linguacce), nella terza fase si è soliti rappresentare aspetti floreali e decorativi, per tornare infine, nella quarta fase, ai volti umani ma in atteggiamento sereno e gradevole.

Lama San Giorgio

Il territorio di Sammichele di Bari è interessato dalla presenza della Lama San Giorgio. Oggi Zona Protetta in attesa di riconoscimento di Parco Regionale/Nazionale. Diventa meta di escursioni naturalistiche, anche grazie all’attività di Associazioni presenti sul territorio che organizzano giornate dedicate alla visita di questi luoghi, passeggiate e trekking.

Casa natale di Enrico Nicola Dalfino

Tra le strade del borgo di Sammichele di Bari è possibile imbattersi nella casa natale di Enrico Nicola Dalfino, sindaco della città di Bari in uno dei momenti più delicati della storia contemporanea del capoluogo pugliese. Infatti, ha gestito con pacatezza e fermezza e spirito umanitario, l’emergenza dell’accoglienza di circa 20mila profughi in fuga dal regime dittatoriale albanese, giunti l’8 agosto 1991 nel porto di Bari a bordo del mercantile Vlora.

Monumento ai caduti della grande guerra

Nella piazzetta antistante Palazzo Gentile, che un tempo era adibito a mercato, il 24 maggio del 1937 fu inaugurato un monumento, realizzato dal costruttore Lerario, per ricordare i caduti della grande guerra. Da una semplice stele emerge una testa di donna in altorilievo con un braccio nudo e muscoloso che, reggendo una fiaccola illumina i nomi dei caduti ad opera dello scultore Antonio Bassi. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alla stele fu addossata un’altra lastra di marmo con i nomi dei nuovi caduti.

Sagra della Zampina, del Bocconcino e del Buon Vino

La “Sagra della Zampina, del Bocconcino e del Buon Vino” di Sammichele di Bari, nata nel 1967 per volontà dell’Amministrazione Comunale dell’epoca con il fine di promuovere e commercializzare i prodotti tipici di Sammichele di Bari, è una delle più antiche sagre della provincia, che si è man mano sviluppata grazie all’impegno dei macellai, delle varie amministrazioni che si sono susseguite e di tutti coloro, che, attenti alle tradizioni popolari, continuano a credere nella tipicità e nella qualità.

Da quasi 60 anni, la Sagra della Zampina, del Bocconcino e del Buon Vino, che si svolge l’ultimo week end di settembre, è uno degli appuntamenti dell’enogastronomia pugliese più importanti e conosciuti che attira, da tutta la regione e non solo, tantissimi buongustai che raggiungono il piccolo centro per apprezzarla.

Durante la sagra, migliaia di persone affollano le strette viuzze dell’antico borgo, per gustare, oltre la zampina, anche le altre specialità enogastronomiche locali: il bocconcino (mozzarellina prodotta con latte fresco intero vaccino), il corposo vino primitivo, i latticini, i prodotti da forno, fra cui la “fecazze a livre”.

Le serate della sagra sono allietate, in Piazza Vittorio Veneto, da spettacoli di musica leggera che vedono la presenza di circa 25.000 persone a serata. Diverse sono inoltre le iniziative culturali collegate alla sagra. Esposizioni, convegni, mostre di artigianato locale, visite guidate al Castello Caracciolo e al Museo della Civiltà Contina, percorsi di trekking sul territorio, laboratori didattici per bambini.

Sammichele di Bari tra “I Borghi più belli d’Italia”

Sammichele di Bari nel 2023 entra nella classifica dei “Borghi più belli d’Italia” e porta a 14 il numero delle città pugliesi inserite nella prestigiosa categoria.

La città, nella provincia di Bari, ha superato l’iter di certificazione aggiungendosi ad altri 347 comuni italiani scelti come luoghi più belli del Paese.

“I Borghi più belli d’Italia sono il frutto della selezione, fatta utilizzando la verifica di ben 72 parametri presenti nella scheda di valutazione” spiega Fiorello Primi, Presidente dell’Associazione. “Un risultato importante per questi Comuni che potranno così usufruire della importante macchina promozionale dell’associazione che li aiuterà a migliorare la loro visibilità nel mercato turistico nazionale e internazionale con beneficio per tutte la comunità borghigiane che, insieme alle amministrazioni comunali, dovranno impegnarsi a migliorare le condizioni di vita all’interno del Borgo e il sistema di accoglienza e ospitalità per turisti e visitatori”.

Insieme a Sammichele fanno parte della rete dei Borghi più belli d’Italia i comuni di : Alberobello, Alberona, Bovino, Cisternino, Locorotondo, Maruggio, Monte Sant’Angelo, Otranto, Pietramontecorvino, Presicce-Acquarica, Roseto Valfortone, Specchia e Vico del Gargano.

Sammichele di Bari: cosa vedere nei dintorni

Dove si trova Sammichele di Bari

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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