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Cosa vedere a Capurso (Bari)

Capurso Madonna del Pozzo

#BarbieInTown continua l’esplorazione dei comuni della città metropolitana di Bari, quindi eccoci a Capurso. Il borgo medievale è noto soprattutto per le sue tante chiese e per la devozione alla Madonna del Pozzo. Abbiamo visitato Capurso a modo nostro, come sempre, ecco quindi la nostra guida!

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L’origine del toponimo Capurso

Sull’origine del toponimo Capurso ci sono varie interpretazioni alcune delle quali piuttosto fantasiose. Secondo una corrente di pensiero (Pacifico e D’Addosio) il nome della città sarebbe derivato da Orso, figlio di Ajone, principe di Bari e Benevento, nell’anno 888 d.C. Un’altra teoria, sostenuta dal Roppo (avvocato capursese), fa risalire l’origine del nome a Urso o Ursone, nome molto frequente nel Medioevo. Il poeta Torricella associò il nome della città all’orsa polare, ma sicuramente la più suggestiva e affascinante delle interpretazioni è quella legata alla leggenda dell’orso che riscuote grandi consensi su base popolare. Secondo tale leggenda, il nome della città sarebbe derivato dalla testa di un orso (caput ursi), ucciso dai primi abitanti del luogo, posta su un carro e fatta trainare dai buoi. Il paese sarebbe sorto nel punto in cui il carro fermò la sua corsa. Al di là di leggende e interpretazioni suggestive, studi recenti ritengono che la voce Capurso derivi da quei nomi che, nati come appellativi, acquistano poi il valore di sostantivo. Così da locus caprutius (luogo di capre) sarebbe derivato Caprutius e quindi Capurso.

Cenni storici

Recentemente in località San Pietro è stato rinvenuto un villaggio dell’età del rame risalente al 4° millennio A.C. e resti risalenti a 10.000-15.000 anni fa.

L’origine di Capurso è da collocare intorno all’anno Mille. Tracce della sua esistenza si ritrovano, anzi, già prima dell’anno Mille, come si evince dagli affreschi ritrovati nella Grotta di Santa Barbara nell’omonima contrada. Capurso è passata attraverso varie dominazioni straniere, subendo spesso devastazioni e rovine. Nel corso dei secoli si sono infatti succedute le dominazioni normanne, sveve e angioine. Solo con l’avvento degli Aragonesi e, soprattutto per merito della politica illuminata della Regina Bona Sforza, la cittadina assume una sua dignità civica.

Con la morte della regina Sforza il feudo passò nelle mani dei Marchesi Pappacoda che dominarono Capurso per due secoli dal 1556 al 1775 e per cui volontà sorse un palazzo marchesale (spesso impropriamente definito castello) andato però distrutto.

La rivoluzione francese ebbe i suoi effetti anche su Capurso nella quale si svilupparono fermenti liberali sostenitori di una Repubblica partenopea in contrapposizione alla dominazione Borbonica. Tale spirito “rivoluzionario” si evidenziò anche durante il periodo dei moti carbonari con la presenza di un associazionismo segreto di stampo liberale.

Il sacrificio dei capursesi nelle due guerre mondiali è testimoniato dalla statua di bronzo presente nella villa comunale. La fine della guerra e del ventennio fascista rappresentano un nuovo punto di partenza per la cittadina che avvia la propria ricostruzione sociale ed economica.

Cosa vedere a Capurso

Borgo medievale di Capurso

Dal punto di vista architettonico, per Capurso, emerge, prima di ogni altra cosa, il suo centro storico, di impianto tipicamente medievale, con i suoi bassi, con le corti, i gaifi o vignali, gli archi, le viuzze lastricate, su cui si affacciano le pochissime case “palazziate”, con bugne (palazzo D’Addosio) e antefisse scolpite con dignità artistica.

Gli edifici di maggior pregio architettonico di Capurso sono la Chiesa Madre, del XVI secolo, il convento di San Francesco da Paola, del 1300, i palazzi baronali e il Santuario Basilica della Madonna del Pozzo in stile tardo-barocco. A Capurso si conserva un olio su tela recentemente attribuito a Paolo Finoglio, copia di un Cristo e l’Adultera dello stesso autore conservato a Lecce.

Basilica di Santa Maria del Pozzo

La basilica di Santa Maria del Pozzo di Capurso, con l’annesso convento alcantarino, progettata dall’architetto barese G. Sforza, fu ultimata nel 1770. Al suo interno si conserva ed è venerata l’icona bizantina della Madonna, ritrovata il 30 agosto 1705 da don Domenico Tanzella all’interno del pozzo sito nella contrada Piscino, nella periferia campestre di Capurso.

Entrando nella chiesa, con un sol colpo d’occhio si osservano i poderosi pilastri con gli arconi delle cappelle laterali, l’altare maggiore con la parete di fondo, al cui centro risalta la nicchia della Madonna del Pozzo.

Il pavimento è di marmo bianco con fascioni di bardiglio, gli altari risplendono di marmi policromi e pregiati. La parete di fondo, autentica opera d’arte per la preziosità dei marmi e la tecnica compositiva, fu rivestita nel 1830 dal maestra Raffaele Trinchese, su disegno dell’architetto Antonio Barletta, ambedue napoletani. L’altare maggiore è consacrato a Santa Maria del Pozzo – Madre e Regina di Misericordia.

La cappella del pozzo

Invece la Cappella del Pozzo è stata costruita sul pozzo all’interno del quale il 30 agosto 1705 è stata ritrovata l’icona bizantina di Santa Maria da Don Domenico Tanzella. In questo luogo si compì l’evento prodigioso della guarigione del sacerdote capursese, il cui miracolo ha segnato la nascita del culto della Madonna del Pozzo.

Il culto della Madonna del Pozzo

Il culto a Capurso della Madonna del Pozzo è tra le più importanti realtà di turismo religioso mariano dell’Italia meridionale.

La solennità di Santa Maria del Pozzo ricorre l’ultima domenica di agosto. Si festeggia anche il 20 maggio, data in cui nel 1852 l’icona della Madonna del Pozzo fu solennemente incoronata dal cardinale Mario Mattei.

L’immagine canonica della Madonna del Pozzo è un’icona in stile bizantino a mezzo busto. Particolarmente suggestiva è la festa patronale che ad agosto continua a richiamare migliaia di pellegrini, con la caratteristica processione mattutina che dura oltre nove ore e la folkloristica processione serale del Carro Trionfale trainato a mano mentre attraversa le vie di Capurso l’ultima domenica del mese; è nel corso di questo evento religioso che si compie l’ascensione della statua della Madonna in cima al carro stesso.

Le altre chiese di Capurso

Capurso è ricca di chiese: oltre alla Basilica di Santa Maria del Pozzo possiamo visitare la Chiesa Madre del Santissimo Salvatore, del XVI secolo, il Convento di San Francesco da Paola risalente al 1300, la Chiesa della Madonna delle Grazie (detta di Santa Lucia, poiché all’interno è venerata la statua della martire), la Chiesa di San Antonio Abate e la Cappella della Madonna del Carmine.

Villa comunale di Capurso

Con una grandezza complessiva di quasi 9 mila mq, la Villa comunale di Capurso nacque nel 1903 dalla volontà dell’Amministrazione Comunale di rendere lo spazio del Santuario della Madonna del Pozzo in Giardino Pubblico.

Nel 1923 da parte del Consiglio Comunale furono eseguiti successivi lavori per l’inaugurazione del Monumento in bronzo eretto in memoria dei 68 cittadini di Capurso che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale.

Il Monumento realizzato dall’artista Luigi Buono nel 1918, collocato al centro della villa, rappresenta “Un milite, custode della intangibile bandiera d’Italia e armato di fucile, sfida dall’alta roccia d’impervia montagna, ogni evento, la morte stessa, pur di raggiungere la sacra terra irredenta e di piantarvi trionfalmente e definitivamente il Tricolore in nome della Patria”. Nel 1941 il Podestà Francesco Cardone donò il Monumento alla Patria.

Agli inizi del 1950 il Presidente dell’Associazione Combattenti di Capurso G. Petrosino e il maestro Francesco Cardone commissionarono allo scultore Buono un nuovo Monumento ai Caduti per il Comune di Capurso.

Si tratta di un monumento in pietra rappresentante due soldati di cui uno ferito a morte che stringe la bandiera e l’altro che si erge fiero quasi a voler sfidare la morte.

Negli anni ’80 fu realizzato il progetto di una biblioteca comunale, denominata Biblioteca Comunale Giuseppe D’Addosio che venne risanata nel 2019.

All’interno della Villa inoltre è collocata la Statua dedicata a San Francesco da Paola, scultura in bronzo che poggia su una base in pietra e che venne costruito in occasione dell’ottavo centenario della nascita del Santo (1182-1982). Presente anche un’area giochi per i più piccoli. [fonte]

Festa patronale di San Giuseppe

credits: www.comune.capurso.bari.it

Nei giorni di fine Maggio si rinnova per i capursesi un appuntamento irrinunciabile: la festa del Santo Patrono San Giuseppe. Il culto di San Giuseppe è antichissimo.

La “Matrice” dedicata al SS. Salvatore, è la casa di San Giuseppe, patrono di Capurso, edificata, a metà del Cinquecento, grazie all’intervento della regina Bona Sforza, che aveva acquistato il feudo di Capurso a giugno del 1535.

Dal marzo 1725, ogni anno hanno luogo festeggiamenti pubblici e privati in suo onore. Fino alla seconda metà del ‘900, uno spettacolo molto popolare era quello dell’albero della cuccagna.

Oggi la festa rappresenta un forte momento religioso, un’occasione per riunire la comunità, risvegliare il legame con le proprie origini e vestire delle luci e dei colori dei fuochi d’artificio e delle luminarie, e del suono folcloristico dei concerti bandistici e della folla in festa.

Dove si trova Capurso

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