Cosa visitare in Puglia Puglia

Cosa vedere a Gravina in Puglia (Bari)

#BarbieInTown continua ad esplorare la regione pugliese e giunge finalmente a Gravina in Puglia. Il paesaggio mozzafiato rupestre ci ha lasciati senza parole, ma siamo rimasti affascinati anche da Gravina Sotteranea, e abbiamo attraversato il comune tra vicoli nascosti. Se volete sapere davvero tutto di questa splendida località dell’entroterra della Puglia leggete la nostra guida!

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Cenni storici

Il toponimo “Gravina” proviene dalle gravine, che caratterizzano il suo territorio. Sul motto del gonfalone cittadino è riportata una curiosa paretimologia: vi è scritto “Grana dat et vina” (trad. “offre grano e vino”), attribuito alla città da Federico II di Svevia, il quale amava questa città tanto da definirla “giardino di delizie”.

Egli, infatti, fece realizzare in loco un castello, del quale restano delle rovine visitabili, che aveva la funzione di ospitare lui ed i suoi uomini, prima e dopo le battute di caccia svolte nel territorio murgiano. Signore del castello fu capostipite dei Gravina, nobile famiglia di origine normanna il cui ramo italiano prese il nome dalla città.

Un possedimento dei Gravina nei pressi di Catania divenne noto nel XVII secolo con il nome di Gravina Plachi, poi Gravina di Catania, dunque Gravina divenne Gravina in Puglia.

Le gravine

Le gravine, spaccature della crosta terrestre simili a canyon, si sono formate grazie ai corsi d’acqua, che nei millenni hanno scavato il territorio fino a creare delle grosse insenature. Il torrente, che scorre all’interno, è sempre stato un’importante risorsa idrica per gli abitanti di Gravina in Puglia, e le gravine il fulcro attorno al quale è nata e si è evoluta la città.

Cosa vedere a Gravina in Puglia

Ponte dell’Acquedotto

Il Ponte dell’Acquedotto a Gravina è una delle maggiori attrazioni del comune pugliese.

Al confine tra Puglia e Basilicata, Gravina di Puglia attira ogni anno tantissimi turisti grazie alle sue bellezze paesaggistiche e storiche come il suo ponte sospeso sul torrente Gravina. Il centro storico e la zona più moderna della cittadina sono collegati da questo antico ponte altissimo che lascia sempre i visitatori a bocca aperta.

Non solo, negli ultimi tempi è conosciuto simpaticamente anche come “James Pont” poiché ha fatto da set (oltre ad altri film) anche a “No Time To Die“, l’ultimo e avventuroso film di 007, ovvero James Bond, con protagonista Daniel Craig.

Non si conosce con esattezza la data in cui venne costruito (alcune fonti storiche datano la sua esistenza almeno al 1686) ma ciò che sappiamo con certezza è che venne realizzato per permettere l’attraversamento del Crapo (l’antico nome con cui veniva indicato il torrente Gravina) consentendo così ai fedeli della cittadina murgiana di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella.

Il ponte crollò nel terremoto del 1722 e venne ricostruito verso la metà del secolo grazie all’impegno e al volere della famiglia Orsini di Roma che si era trasferita nel feudo di Gravina. Fu la famiglia degli Orsini a trasformare l’antico ponte in un un vero e proprio acquedotto che consentisse il trasferimento dell’acqua delle sorgenti vicine di Sant’Angelo e San Giacomo direttamente sotto le mura della città.

Habitat rupestre

Ci sono circa ottanta siti rupestri nella Gravina, alcuni hanno ambienti molto ampi, come la grotta delle sette camere. Molti sono chiese, alcune di notevole interesse storico e artistico. Tra questi la cripta di San Vito Vecchio, il santuario della Madonna della Stella e la chiesa di San Michele delle grotte, tutti scavati nel tufo. San Michele delle grotte è situata alla fine del rione Fondovico. Era la chiesa madre dei profughi, che la circondarono di abitazioni e favorirono la nascita di Gravina in Puglia.

Se percorri il ponte-acquedotto e raggiungi il versante est, trovi il bastione medievale: l’unico elemento ancora esistente dell’antica cinta muraria che ha difeso questa città dai tanti assedi subiti nei secoli.

Basilica Cattedrale Santa Maria Assunta

La concattedrale di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Gravina in Puglia, concattedrale della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.

Il conte Umfrido d’Altavilla, parente di Roberto il Guiscardo, convinse l’arcivescovo di Acerenza a dare alla città di Gravina in Puglia il comando episcopale, e nel 1092 fece costruire la cattedrale. Era in stile romanico a tre navate. Questa chiesa andò distrutta tra il 1447 ed il 1456, dapprima a causa di un incendio e poi per il terremoto che sconvolse l’intera regione. Si attese trent’anni per la sua ricostruzione, cui mise mano il vescovo Matteo D’Aquino. Tra il XVII ed il XVIII secolo ha subito all’interno vari interventi barocchi. Oggi la chiesa si presenta come una sintesi di diversi stili architettonici: il tardo-romanico, il rinascimentale ed il barocco.

Con regio decreto n. 1746 del 21 novembre 1940, la concattedrale di Santa Maria Assunta di Gravina in Puglia è riconosciuta come monumento nazionale italiano, mente il 19 agosto 1993 papa Giovanni Paolo II la elevò alla dignità di basilica minore.

L’interno della chiesa è a tre navate divise da colonne con capitelli di spoglio. Il soffitto è in legno intagliato e dorato, in stile barocco. Su di esso furono applicati nel Seicento quattro grandi tele. Diverse sono le cappelle laterali.

Sotto la cattedrale si trova un’altra chiesa a tre navate dedicata alla Santa Croce, conosciuta come “soccorpo della cattedrale”.

L’organo a canne della cattedrale è stato costruito nel 1907 dall’organaro cremasco Pacifico Inzoli ed in seguito restaurato dai suoi eredi.

Chiesa rupestre della Madonna della Stella

Adagiata sul costone occidentale della gravina, la chiesa rupestre dedicata alla Madonna della Stella si trova tra i siti archeologici di Padre Eterno e Botromagno a Gravina, ed è accessibile attraverso l’antica cinta muraria, percorrendo il ponte viadotto-acquedotto settecentesco.

Annunciata dal campanile, ben visibile dalla strada, la chiesetta è ad aula unica, rettangolare, con la presenza di un vano dietro l’altare centrale, che probabilmente fungeva da sagrestia, e deve il suo nome all’affresco della Vergine, ingentilita da una stella sulla fronte, ritrovato sulle pareti.

Nominata santuario mariano nel 1550, secondo numerose ipotesi, la chiesa è stata in passato un luogo di culto pagano o una sinagoga, come lasciano supporre i rilievi scolpiti nel tufo e le tracce di antiche frequentazioni, sopravvissute ai successivi rifacimenti barocchi.

Castello Svevo

Il castello di Gravina è un edificio eretto dall’imperatore Federico II. Servì principalmente per le battute di caccia che l’imperatore era solito svolgere, ma anche per le riunioni della Curia. L’esistenza dell’edificio è testimoniata da antichi documenti, ma anche da studi più recenti.

Il castello, a pianta rettangolare, fu costruito in mazzaro e conteneva 4 torri, che lo fiancheggiavano, e diverse sale sotterranee. Il federiciano maniero di Gravina constava di tre piani (compreso l’ammezzato), di cui oggi restano soltanto parte dei muri perimetrali e del basamento. Non appena entrati, ci si ritrovava in un grande cortile per metà coperto e per l’altra metà scoperto. Qui si trovavano le porte che davano accesso ai locali del pianterreno: scuderie, cucine, magazzini, tinelli e altri ambienti.

Nel castello era presente una grande scalinata regia, che dava accesso all’ammezzato. Qui si trovavano ambienti adibiti alla falconeria e al personale di servizio. Il piano superiore era riservato agli alloggi imperiali: le sale degli appartamenti nobiliari erano illuminate da meravigliose finestre bifore, ornate di pietra gentile intagliata.

Da queste finestre era ed è ancora possibile ammirare la città di Gravina, l’Appennino lucano e gran parte delle Murge.

Gravina Sotterranea

L’esperienza più affascinante che abbiamo vissuto a Gravina in Puglia (e forse in generale nei nostri viaggi) è stata certamente Gravina sotterranea @gravinasotterranea .

Lo spettacolare reticolo sotterraneo che si snoda nei meandri cittadini è un patrimonio raro se non unico nel suo genere. Queste opere di grande ingegneria civile sono state lasciate in stato di abbandono per molto tempo fino a quando sono state recuperate e date a nuova vita dall’omonima associazione.

Il percorso più completo che si può effettuare dura circa 1 ora e mezza e comprende diversi siti sotterranei che spesso non sono comunicanti tra di loro. La partenza è da via Meucci 10.

I diversi percorsi proposti conducono il visitatore in un reticolo di gallerie e meandri, grande due volte l’attuale centro storico e comprende anche pozzi, acquedotti maestosi e torrioni medievali, tutti scavati interamente nella roccia.

Per ogni piano che veniva edificato, se ne scavava uno sottostante nella roccia, tutto grazie a un sistema di archi e cupole. Erano spesso adibiti a depositi. Sebbene inizialmente nacquero con l’intendo di ottenere del materiale da costruzione, successivamente i cunicoli vennero adibiti ad altri scopi, come la realizzazione del vino.

Ancora oggi, se osservate l’altezza di un edificio potete capire il livello di profondità degli scavi sottostanti.

Particolare è la conformazione delle pareti che costituiscono i cunicoli. Sembrano essere realizzati con uno strumento di precisione in quanto il materiale estratto è tutto della stessa dimensione.

Bosco Difesa Grande

Il Bosco “Difesa Grande”, con i suoi circa 1890 ettari è uno dei più importanti complessi boscati dell’intera Puglia. Situato a 6 km dal centro abitato di Gravina, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano, si estende su un terreno collinare compreso tra il torrente Gravina ad Est ed il torrente Basentello ad Ovest, entrambi affluenti del Bradano.
Il bosco era da sempre vissuto come una fonte di approvvigionamento di legname per la collettività gravinese.

Il Bosco “Difesa Grande” è un bosco naturale, spontaneo e rappresenta una residua testimonianza della rigogliosa foresta mesofita che ricopriva gran parte dell’intera Puglia.

Fiera di San Giorgio

La fiera regionale di San Giorgio è la fiera più antica d’Italia, si svolge sempre dal 20 al 25 aprile nel quartiere fieristico in via Spinazzola. Sembra che sia nata da un’idea del feudatario francese di Gravina in Puglia e Altamura Ludovico de Bellojoco (XIII sec. d.C.) e vi è un documento che attesta il ripristino della fiera, concesso da Carlo d’Angiò risalente al 1294, la fiera vede l’esposizione dei propri prodotti da parte degli operatori nel settore dell’agricoltura, artigianato, enogastronomia. Durante i giorni fieristici, viene anche organizzata una rievocazione storica medioevale.

In concomitanza con la secolare fiera, l’associazione “Conte Giovanni di Montfort” rievoca la prima edizione della fiera, con una sfilata di figuranti con abiti dell’epoca e la lettura dell’editto d’apertura.

Festa Patronale di San Michele Arcangelo

La festa patronale di Gravina, dedicata a San Michele Arcangelo, è un evento che si svolge gli ultimi giorni di settembre ed è un momento di grande importanza sia religiosa che civile.

Nell’occasione si festeggia il santo patrono ma anche la fine dell’estate, motivo per il quale l’evento si anima di spettacoli, giochi pirotecnici, convegni e musica.

Come per tutte le feste religiose, l’evento si disloca in momenti di devozione e preghiera, con processione in portantina del santo ed altri ludici e di svago, con concerti, fuochi d’artificio e gastronomia.

Cucina e prodotti tipici di Gravina in Puglia

Cenni storiografici indicano Gravina come città del grano e del vino (Grana Dat et Vina: offre grano e vino) come scritto nello stemma araldico cittadino. La flora dell’Alta Murgia offre una vasta gamma di verdure selvatiche autoctone che caratterizzano la cucina gravinese nella sua completezza.

Prodotto di pregio è il Cardoncello, fungo selvatico che cresce nella Murgia gravinese.

La filiera lattiero-casearia rappresenta una punta di eccellenza grazie ai latticini a pasta filata ed ai formaggi sia freschi che stagionati, fra i quali il Pallone di Gravina e il Fallone di Gravina.

Gli estesi vigneti garantiscono una produzione ampia e diversificata, nell’ambito della quale spicca un vino autoctono quale la Verdeca.

Fra i prodotti da forno, si ricorda il Sasanello gravinese, il tarallo piccilatiedd’, la focaccia di San Giuseppe: u’ruccl preparato con l’impasto della focaccia in tanto olio extravergine d’oliva e ripieno con acciughe, cipolla lunga, uva sultanina. U’ruccl assieme ad altre pietanze come i calzoni alla ricotta dolce e il pollo ripieno dolce rappresentano il sapore agro-dolce della cucina gravinese nella propria autenticità.

Anche le carni, inoltre, offrono altre specificità culinaria d’eccellenza: quali la salsiccia tagliata a punta di coltello con seme di finocchio e la ventresca.

Gravina in Puglia: cosa vedere nei dintorni

Dove si trova Gravina in Puglia

Gravina in Puglia meteo

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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