Cosa visitare in Puglia Puglia

Cosa vedere a Alberobello (Bari)

Alberobello è notoriamente conosciuta come la “capitale dei Trulli“, costruzione tipica della Valle d’Itria. Il comune pugliese, nella città metropolitana di Bari, è una delle mete turistiche più visitate della Puglia. La città è Patrimonio dell’Umanità dal 1996. Scoprite cosa vedere assolutamente nella guida di Barbie in Town.

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Alberobello

Avventurarsi tra i trulli di Alberobello, tra stradine in salita e piccole attività, è una esperienza sorprendente che poche località possono darvi. Immersa tra la Valle d’Itria e le alture della Murgia, la Capitale dei Trulli (definita così in quanto unico centro abitato nel quale è presente un intero quartiere di trulli) è caratterizzata dalle tipiche case dai tetti affusolati. La città ha ricevuto il titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996. Attività commerciali di ogni genere e ristoranti che offrono i piatti tipici della tradizione pugliese, rendono Alberobello la tappa più gettonata della regione Puglia da turisti di tutto il mondo.

Cenni storici

Una prima antropizzazione dell’area prese avvio solo nei primi anni del XVI secolo su impulso del conte di Conversano Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, figlio di Giulio Antonio Acquaviva. Andrea Matteo introdusse dal feudo di Noci una quarantina di famiglie di contadini per bonificare e coltivare le terre, con l’obbligo di consegnargli la decima dei raccolti.

Il suo successore, il conte Giangirolamo II, nel 1635 al centro della zona eresse una locanda con annessi refettorio, taverna e oratorio dedicato alla Madonna di Loreto e ai Santi Cosma e Damiano, che diede avvio all’urbanizzazione della selva con la costruzione di un agglomerato di piccole case. L’abbondanza di materiale, soprattutto pietra calcarea e carsica e l’autorizzazione del conte a costruire case solo con muri a secco senza l’uso di malta, che divennero i caratteristici trulli, contribuirono all’espansione dell’agglomerato urbano. L’obbligo di far costruire case solo con pietre a secco fu un espediente del conte per evitare il pagamento dei tributi al viceré spagnolo del Regno di Napoli. Il centro abitato sorse sulle vie dell’antico fiume Cana/Cane, dove ora si trova il largo Giuseppe Martelotta.

Alberobello rimase feudo degli Acquaviva d’Aragona di Conversano fino al sabato 27 maggio 1797, quando il re Ferdinando IV di Borbone accolse l’istanza di una delegazione-comitato di sette gentiluomini ed emanò un decreto con il quale elevava il piccolo villaggio a città regia, liberandola dalla servitù feudale. Il 22 giugno fu eletto come primo sindaco, il fisico Francesco Giuseppe Lippolis soprannominato “Orecchie False”. Nel 16 marzo 1814 fu istituita la parrocchia e nominato primo parroco don Vito Onofrio Tulio Lippolis.

Nel 1940, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la masseria Gigante fu requisita dal governo italiano che la adibì a campo di transito e di internamento. Fu campo di internamento fascista fino ai primi di settembre del 1943. Questo uso si protrasse anche nel dopoguerra fino al 1949. Dal 1957 al 1972 la masseria fu utilizzata come scuola rieducativa minorile. All’interno vi è la chiesetta dedicata a San Francesco d’Assisi e Santa Chiara d’Assisi con dipinti in gesso del 1948.

Origini del nome

Lo storico Pietro Gioia ha congetturato che il nome Alberobello derivasse da silva alboris belli, con il significato di “bosco dell’albero della guerra” e tale derivazione, priva di riscontro documentale, è stata a lungo fatta propria dagli storici successivi.

Studi posteriori sottolineano tuttavia che il primo toponimo con il quale la località era conosciuta fu Silva Alborelli: così risulta dal più antico documento a conoscenza degli studiosi, e cioè il diploma d’investitura del 15 maggio 1481 con il quale il re Ferrante d’Aragona assegnò i beni del defunto conte di Conversano Giulio Antonio I Acquaviva d’Aragona al figlio Andrea Matteo. In questo documento si legge Silva Alborelli in provincia nostra Terra Bari.

Il nome Alberobello divenne ufficiale il 22 giugno 1797 dal primo Consiglio Comunale. In tale circostanza furono proposti anche i nomi di Ferrandina in onore di re Ferrante d’Aragona e di Ferdinandina in onore a re Ferdinando IV di Borbone. Tuttavia sino all’Ottocento furono adottate anche le dizioni alternative Arborebello o Albero Bello.

Cosa vedere a Alberobello

I Trulli

La storia di questi edifici molto particolari è legata alla pragmatica de Baronibus, un editto del Regno di Napoli del XV secolo che sottoponeva a un tributo ogni nuovo insediamento urbano.

I conti di Conversano, gli Acquaviva d’Aragona proprietari del territorio imposero ai contadini inviati in queste terre di bonifica e messa a coltura dei nuovi terreni di edificare a secco, senza utilizzare malta, le loro abitazioni, in modo che esse potessero configurarsi come costruzioni precarie e non a dimore appartenenti a un insediamento urbano permanente, in modo da esentarlo dal tributo.

Dovendo quindi utilizzare soltanto pietre, i contadini trovarono la soluzione migliore nella forma rotonda o quadrata con tetto a falsa cupola, composto di cerchi di pietre sovrapposti. I tetti sono abbelliti con pinnacoli decorativi, che secondo molti rappresentavano la firma del maestro trullaro che aveva costruito (o restaurato) il trullo, la cui forma è ispirata a elementi simbolici, mistici e religiosi o profani. La posa del pinnacolo era un momento di festa. Il corpo, in un bianco brillante, crea un contrasto con il tetto, di pietra grigia locale.

Trullo Sovrano

Il cosiddetto Trullo Sovrano, oggi adibito a museo, fu costruito intorno al 1797 per conto della famiglia del sacerdote Cataldo Perta, assai benestante, ed denominato originariamente Corte di Papa Cataldo. Esso è la più fulgida rappresentazione di quella che è la tecnica costruttiva del trullo, infatti, pur rientrando nei canoni costruttivi imposti, è l’unico trullo a svilupparsi su due piani. Con una cupola alta 14 metri, il frontone triangolare del prospetto si eleva fino al primo piano, sul quale si accede attraverso una scalinata ingegnosamente ricavata in uno dei muri portanti. Dichiarato monumento nazionale nel 1923, era inizialmente adibito a seminario dove, prima della costruzione del santuario dei Santi Medici, venivano conservate le reliquie dei santi patroni di Alberobello. [fonte]

TRULLO SOVRANO
Piazza Sacramento, 10/11
70011 Alberobello (BA)
tel/fax: +39 080 4326030
e-mail: info@trullosovrano.eu

Trulli Siamesi

Nel cuore del Rione Monti potete trovare una coppia di trulli con una forma singolare, i Trulli Siamesi, essi sembrano essere un’unica struttura abitativa, ma in realtà nettamente divise. Tralasciando la leggenda ad essi collegata, parte integrante delle curiosità riguardanti la città, questi trulli dicono molto sul modo di vivere dell’antica Alberobello e su come i complessi di trulli, basati su una struttura organizzativa familiare, venivano abitualmente accresciuti negli spazi e sul modo in cui è stato urbanizzato il territorio della Murgia dei Trulli. [fonte]

Su una roccia affiorante, percorrendo via Monte Nero, ci s’imbatte in questa arcana struttura, che racconta, secondo le narrazioni popolari, dell’amore di due fratelli per la stessa donna, la quale, promessa in sposa al primogenito, era follemente innamorata del fratello minore.

I sentimenti spinsero i tre protagonisti a vivere per un po’ di tempo sotto lo stesso tetto, fin quando la convivenza non divenne intollerabile, fin quando, il fratello maggiore, cieco di gelosia, spinse i due amanti a lasciare il trullo, pretendendo il diritto di primogenitura sulla proprietà. Il fratello minore non si arrese e rivendicò la sua parte di eredità.

Tutti e tre i cuori, infranti e non, rimasero nell’abitazione che venne divisa e alla quale vennero create due entrate su strade opposte. I trulli Siamesi, da allora divennero, per gli alberobellesi, il simbolo della vita che può dividere, allontanare e portare su strade differenti, tutto questo nonostante la vicinanza fisica e i legami di sangue. [fonte]

I Rioni di Alberobello

I due rioni della parte antica di Alberobello, il Rione Monte e il Rione Aia Piccola, sono quelli da visitare assolutamente. La maggior parte dei Trulli è concentrata in essi.

Rione Monti

Il distretto di Rione Monti è composto da ben 1030 trulli. Questi sono allineati lungo i margini di otto stradine irregolari che procedono verso la sommità del colle, sulla cima del quale spicca la chiesa di Sant’Antonio da Padova, anch’essa a forma di trullo. Qui sorgono trulli di ogni tipo, i più conosciuti tuttavia sono i Trulli Siamesi. Molti dei trulli di questa zona ospitano negozietti e botteghe artigiane in cui fare un po’ di shopping.

Per ammirare il Rione Monti dall’alto e godere di un panorama spettacolare basta andare ad Alberobello centro, in piazza Gian Girolamo D’Acquaviva D’Aragona. Qui si trova la terrazza-tetto Belvedere o Terrazza di Santa Lucia, resa pubblica ai visitatori negli Anni ’90. [fonte]

Rione Aia Piccola

Il Rione Aia Piccola è una zona che comprende 400 trulli, quasi tutti abitati. Un posto perfetto per immergersi nell’atmosfera del vecchio borgo medievale. Infatti, rispetto alle altre zone della città, è l’unica a non essere invasa dalle attività commerciali. In questa zona sorge il Trullo Sovrano.

Tra Aia Piccola e piazza del Popolo sorge Casa Pezzolla, un complesso architettonico unico nel suo genere, composto da 15 trulli comunicanti tra loro. Oggi è la sede del Museo del territorio, ideale per chi vuole conoscere la cultura del territorio scoprendo le attività produttive principali della zona. [fonte]

TRULLO CASA PEZZOLLA
Piazza XXVII Maggio, 10/11
70011 Alberobello (BA)
tel: +39 380 411 1273
e-mail: centrostudi_sylva@libero.it

Le chiese di Alberobello

La Chiesa di Sant’Antonio è una chiesa a croce greca posta in cima al rione Monti, unica nel suo genere poiché interamente realizzata a trulli. L’edificazione è abbastanza recente, è stata costruita infatti nel 1927.

Per ovviare al disagio degli abitanti del Rione Monti a recarsi nella più distante e “borghese” Chiesa dei Santi Medici, il parroco locale decise far costruire una chiesa. Nel Rione Monti infatti dal 1910, data della elezione a monumento nazionale, era vietato costruire abitazioni di tipo diverso dal trullo. Costituiva dunque il quartiere povero di Alberobello.

Elementi inconfondibili dello skyline di Alberobello sono le due torri campanarie della Basilica Minore dei Santi Medici Cosma e Damiano, patroni della Città. L’impianto attuale risale al 1885, opera del noto architetto alberobellese Antonio Curri. La Chiesa è legata al culto dei santi. All’interno si trovano due statue lignee (1782 e 1784) ed il reliquiario contenente dei frammenti ossei di San Cosma e San Damiano. Il progetto dell’architetto Antonio Curri, fu portato avanti nel corso degli anni fino ad essere terminato nell’aspetto attuale solo nel 1914. Unico elemento mai realizzato presente nel progetto del Curri fu la maestosa cupola prevista al centro della pianta a forma di croce latina. Nei giorni tra il 26 ed il 27 settembre ricorre la celebrazione della festa patronale. Richiama folle di pellegrini dai paesi limitrofi, i quali, come vuole la tradizione, percorrono l’intero tragitto interamente a piedi. [fonte]

Cosa fare in un giorno ad Alberobello?

Barbie in Town vi consiglia 3 cose da fare in un giorno ad Alberobello:

Alberobello: cosa vedere nei dintorni

Dove andare al mare nei dintorni di Alberobello

Alberobello si trova nell’entroterra pugliese, quindi non affaccia sul mare. La spiaggia più vicina dista da Alberobello circa 25 km ed è quella del litorale di Monopoli. Tra le spiagge più belle ci sono quelle della Riserva Naturale e Duna Costiera di Torre Canne e Savelletri, e le spiagge di Polignano a Mare che si trova 28 km a nord di Alberobello.

Dove si trova Alberobello

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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