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Cosa vedere a Altamura (Bari)

Nella terra di Bari una tappa davvero appassionante è Altamura, non solo città del Pane, ma luogo di storia e fede, con la grandiosa manifestazione medievale Federicus, in onore di Federico II, il rosone della sua Cattedrale, il Mudima e, ovviamente il Museo Archeologico con il suo Uomo di Altamura.

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Cenni storici

Il nome ricorda la mitica regina Altea, e nel passato prese anche il nome di Altilia, fiorente città dell’antica Peucezia.

La presenza dell’uomo, ad Altamura, è antichissima. Ne sono una prova, ad esempio, i resti dell‘Uomo di Altamura scoperti nel 1993 nella grotta di Lamalunga, appartenuti a un Neanderthal vissuto all’incirca 150.000 anni fa, oltre che i numerosi reperti recuperati negli scavi archeologici del territorio. Cinquecento anni prima di Cristo, vennero elevate le poderose Mura Megalitiche. Nel 1232, invece, Altamura lega la sua storia all’imperatore Federico II di Svevia.

La città rinasce: l’imperatore, per devozione verso la Madonna dell’Assunta, fece costruire una grande Cattedrale, una delle quattro basiliche imperiali di Puglia. Federico II dichiarò Altamura ed il suo territorio, città libera, dipendente soltanto dal re.

Sul feudo di Altamura si alternano signorotti e baroni. Poi le sorti della città vennero affidate agli Orsini del Balzo, principi di Taranto, che elevarono chiese e conventi nel centro storico. Nel 1463, lo stemma comunale fu sormontato dalla corona, per espressa concessione dell’imperatore Ferdinando I d’Aragona.

Nel 1531 gli stessi cittadini la riscattarono, pagando ben 20.000 ducati, pur di farla tornare libera, con la sua autonomia municipale. Altamura fu dote di matrimonio di Margherita d’Austria, figlia dell’imperatore Carlo V d’Asburgo.

La città, tra ‘500 e ‘700, cresce con chiese e palazzi.

La cultura degli altamurani fu premiata nel 1748 da Carlo III di Borbone che istituì, in città, l’Università degli Studi, dove insegnarono professori di chiara fama. Le idee di libertà, uguaglianza e fraternità fiorirono in fretta: nel 1799 venne piantato l’Albero della Libertà con i simboli della rivoluzione francese e venne proclamata la Repubblica.

Il sogno di libertà durò pochi giorni poichè giunsero immediatamente le truppe della Santafede, guidate dal cardinale Fabrizio Ruffo, in assedio della città. Il 10 maggio dello stesso anno, l’esercito filoborbonico entrò in città, saccheggiandola. Per il coraggio dimostrato e la fierezza ribelle dei suoi cittadini, Altamura venne soprannominata la Leonessa di Puglia.

Lo spirito rivoluzionario si fece sentire anche nel Risorgimento tanto da fare di Altamura, la sede del Comitato Insurrezionale Barese e, dopo l’Unità del 1860, fu la sede del primo Governo Provvisorio per la Puglia. Il resto della storia è altrettanto gloriosa, dal Novecento fino ai nostri giorni.

Cosa vedere a Altamura

Porta Bari

Porta Bari (chiamata in passato porta de Bari) era una delle porte di accesso della città di Altamura, prima che la cinta muraria fosse quasi del tutto abbattuta nel corso dell’Ottocento.

La porta, nella forma odierna, fu realizzata a cavallo tra XVI e XVII secolo. La precedente porta era molto diversa dal prospetto che è possibile vedere oggi. In particolare, prima del rifacimento, la porta era sormontata da una piccola chiesa, la chiesetta di SS. Annunziata. La presenza della chiesetta compare per la prima volta in un documento del 1490 ed era super portam de Bari. Documenti di visite successive alla chiesa testimoniano alcuni disagi relativi alla chiesa, raggiungibile solo attraverso una scala scomoda e posizionata sopra una delle porte della città.

La porta, con l’adiacente struttura architettonica, si è salvata dall’abbattimento presumibilmente per via del pregio architettonico o perché inscindibile da Palazzo De Angelis-Viti.

Centro storico e i claustri di Altamura

Il centro storico di Altamura si presenta con una forte identità: con i suoi 3.199 abitanti, ha una storia e caratteristiche proprie che permettono di considerarlo un piccolo borgo all’interno della città.

Sotto il regno di Federico II accorsero molte genti, compresi greci, arabi ed ebrei, che andarono ad abitare i quartieri dell’antico borgo medievale, alternato con stradicciole e claustri, tipiche piazzette chiuse. Se ne contano oltre 80 e si sono create quasi spontaneamente, per il ritrovarsi assieme di famiglie o gruppi etnici, tra cui anche greci, mori e giudei, come Claustro Giudecca, Claustro Cionno e così via. Claustro vuol dire “luogo chiuso”.

Ne esistono di due tipi: quello a stile greco, con slargo tondeggiante con al centro solitamente un pozzo, e quello a stile arabo, come una piccola strada, stretta, con in fondo il pozzo per la raccolta delle acque piovane.

Il claustro garantiva il vivere in comunità della gente, ma anche la difesa perché, essendo a vicolo cieco, poteva essere una trappola per gli assalitori, dove poter tendere insidie: sassi, olio o acqua bollente. Ogni comunità aveva il suo spazio religioso.

Presenti ancora oggi, sono una delle attrazioni più visitate e fotografate del centro storico di Altamura.

Piazza Duomo

La piazza del Duomo (più frequentemente detta piazza Duomo) è la piazza principale e più centrale della città di Altamura. È nota soprattutto per essere al centro del corso più importante e centrale della città di Altamura, ossia corso Federico II di Svevia. Inoltre, nella piazza si trova la chiesa principale della città, la cattedrale di Altamura. Qui sorse l’albero della libertà durante la Rivoluzione di Altamura (1799).

Il monumento al centro della piazza è dedicato proprio ai martiri della rivoluzione altamurana.

Palazzo Melodia

Palazzo Melodia è un edificio in puro stile neoclassico. Si affaccia in piazza Duomo, di fronte all’entrata principale della Cattedrale. Fu edificato a metà dell’Ottocento, su progetto dell’ing. Orazio Lerario. Il piano inferiore è impegnato da 20 alte colonne, che sostengono un ampio balcone con 10 finestroni. Da sempre proprietà della nobile famiglia Melodia.

Cattedrale di Altamura

La Cattedrale di Santa Maria Assunta è un esempio di romanico pugliese. Risale al 1232, quando l’imperatore Federico II di Svevia fece realizzare la chiesa dedicandola a Maria Assunta e la pose sotto il patronato suo e dei suoi discendenti. L’orientamento della cattedrale è invertito rispetto all’originario (abside ad est e facciata ad ovest, in origine, poi orientamento invertito con facciata rivolta ad est). All’epoca del sovrano angioino risale la realizzazione del portale settentrionale che oggi si apre in Piazza Duomo, mentre la realizzazione di una seconda torre campanaria, l’area dell’altare e dell’attuale sagrestia furono aggiunte nella prima metà del Cinquecento. Opere settecentesche sono invece la loggetta tra i due campanili con le statue della Vergine tra i SS. Pietro e Paolo, le terminazioni delle torri campanarie e il rivestimento interno in marmo. In evidenza i due leoni porta-colonnine ritoccati da un artista di Andria, Maestro Antonio.

Il rosone

Supportato da un piccolo telamone, il rosone fu probabilmente costruito intorno al 1550, è ornato da motivi floreali. Al centro c’è il “Agnus Dei”, l’agnello di Dio “. Dal centro si diramano verso l’esterno 15 esili colonne che terminano con archi arabeschi intrecciati, racchiusi in tre anelli concentrici riccamente decorati. I capitelli sono diversi l’uno dall’altro. In una forma di ruota con 15 raggi e non 12, come si vedrebbe di solito in un rosone, essa rappresenta forse la data del 15 agosto, quando viene celebrata la festa religiosa della Madonna Assunta.

Gli interni

La basilica è a tre navate, suddivise da colonne e pilastri, con matronei. I capitelli di stampo bizantiniano e le relative verticalizzazioni sono (insieme ai matronei e all’abside posto a sinistra del portale) le uniche testimonianze ancora visibili della cattedrale federiciana del XIII secolo. Il ricco soffitto ligneo è decorato con stucchi d’oro. La navata centrale termina con l’imponente altare maggiore settecentesco. La pala d’altare è di Leonardo Castellano e raffigura la Vergine Assunta (1546). Il presbiterio è poi arricchito da uno sfarzoso coro in legno di noce datato 1543, di impronta manierista.

Di grande importanza sono le cappelle delle navate minori. La prima contiene un presepe in pietra policroma del 1587. La quarta è in stile barocco, e contiene un altare (in marmo policromo anch’esso), sopra cui si erge la statua di San Giuseppe (patrono minore della città) che tiene per mano il Bambin Gesù.

Nella basilica è conservata inoltre una tela di Domenico Morelli raffigurante la Conversione di San Paolo (1876).

Mudima – Museo Diocesano Matronei Altamura

Il Mudima – Museo Diocesano Matronei Altamura è allestito nella parte sopraelevata della Cattedrale di Altamura. Per la prima volta abbiamo visitato i matronei di una cattedrale, davvero uno scenario suggestivo per allestire un museo.

I matronei, loggiati che si sviluppano lungo due camminamenti paralleli sovrastanti le navate laterali della basilica. Speculari tra loro, sono caratterizzati da volte a sesto acuto e sono divisi in vani collegati da stretti passaggi spesso muniti di porte. Ai lati del camminamento si aprono numerose trifore e bifore.

La tribuna, che collega i due loggiati interni, è sormontata dal grande rosone, progettato per dare luce alla navata centrale della chiesa e rimaneggiato ampiamente nel corso dei secoli.

Il museo contiene i reperti, statue antiche risalenti al Medioevo, al Quattrocento e Cinquecento. Sono esposti anche breviari, lettere notarili, reliquie e tutti i beni conservati all’interno della Cattedrale di Altamura. Degno di nota è anche il cosiddetto mantello di Murat. La visita termina nella Sala degli stemmi.

MUSEO DIOCESANO MATRONEI ALTAMURA
Arco Duomo 1
70022 Altamura (BA)
tel: +39 348 15 18 763
e-mail: info@museodiocesano.org

Museo Archeologico Nazionale

Il Museo Nazionale Archeologico di Altamura è aperto al pubblico dal 1997. Esso custodisce i reperti provenienti dai vari ritrovamenti e scavi della Peucezia interna e si caratterizza per la rilevante concentrazione di materiali appartenenti a importanti complessi culturali preistorici.

L’allestimento al secondo piano è volto ad illustrare il Paleolitico della Puglia, con approfondimenti sugli aspetti culturali della storia dell’uomo, valorizzando contesti e reperti paleolitici provenienti dai siti più significativi. Il ritrovamento dello scheletro fossile nella grotta di Lamalunga è inserito nello sviluppo del discorso sul Paleolitico pugliese, dando ovviamente risalto alla particolarità del contesto, che è proposto anche attraverso l’esperienza di una visita immersiva, con l’ausilio di ricostruzioni e tecnologie multimediali.

Al primo piano l’esposizione è divisa in quattro sezioni: preistorica, arcaica, classico-ellenistica, medioevale. Nel 2017 è stata presentata al pubblico ed esposta nel Museo Nazionale di Altamura, una perfetta ricostruzione dell’uomo di Altamura.

L’uomo di Altamura

L’Uomo di Altamura è una delle più straordinarie scoperte paleontologiche effettuate in Italia. IL ritrovamento dei resti avvenne nel 1993, incastonati nelle formazioni carsiche della grotta di Lamalunga, nel territorio di Altamura, in Puglia.

Si tratta degli unici resti di scheletro umano intero del Paleolitico, appartenuti a un Homo neanderthalensis vissuto tra i 180.000 ed i 130.000 anni fa, un caso eccezionale sia dal punto di vista geologico sia da quello archeologico, integro nella struttura scheletrica e in ottimo stato di conservazione.

L’Uomo di Altamura era probabilmente un maschio adulto di 160-165 centimetri di altezza che, durante una battuta di caccia, cadde in uno dei tanti pozzi carsici presenti nella zona.

Lo straordinario reperto archeologico fu individuato dal CARS – Centro altamurano ricerche speleologiche all’interno della Grotta di Lamalunga, a circa 3 Km da Altamura, caratterizzata da un sistema di cavità carsiche e stretti cunicoli.

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ALTAMURA
Via Santeramo in Colle, 88
70022 Altamura (BA)
tel: +39 080 314 6409
e-mail: drm-pug.museoaltamura@beniculturali.it

Le Mura Megalitiche

Le mura megalitiche di Altamura sono un sito archeologico situato alla periferia della città di Altamura. Erano le mura di cinta della città antica di Altamura, e risalirebbero, secondo studi archeologici, al IV secolo a.C. ca. Oggi restano solo alcune parti del muro originario, il quale si estendeva per una lunghezza di circa 3,6 km. Erano alte circa 4 metri, mentre le base delle mura superava i 5 metri.

Le mura megalitiche sono spesso confuse con il muro di cinta del centro storico odierno, del quale oggi restano dei frammenti in alcune parti. La differenza tra i due muri è sostanziale. Le mura megalitiche fanno riferimento alla città antica, la quale fu in seguito abbandonata o saccheggiata. Mentre le mura di cinta del centro storico si riferiscono al periodo successivo alla fondazione di Altamura da parte del re Federico II di Svevia.

Pulo di Altamura

Il Pulo di Altamura è la più grande dolina carsica dell’Alta Murgia. Si apre, a circa 477 m s.l.m., nell’altopiano murgiano a circa 6 chilometri a nord della città di Altamura. Condivide il termine “pulo” con tre altre grandi doline murgiane, ossia il Pulicchio di Gravina, il Pulo di Molfetta e il Pulicchio di Toritto.

Lorenzo Giustiniani ipotizzò che il Pulo di Altamura fosse nato dal “fuoco sotterraneo” e da terremoti, ipotizzando in tal modo un’origine tettonico-vulcanica.

Il primo studio scientifico completo di cui si sia a conoscenza sul Pulo di Altamura (fino ad allora pressoché sconosciuto dalla comunità scientifica) risale a Carmelo Colamonico (1917), che per primo formulò una teoria scientifica coerente sull’origine della dolina.

L’origine del Pulo di Altamura può essere spiegata attraverso il carsismo, ossia la doppia azione, meccanica e chimica, che l’acqua di pioggia esercita sulla massa rocciosa dei calcari delle Murge e del Gargano.

Chiesa di San Domenico

La chiesa di San Domenico a Altamura fa parte di un antico complesso monastico risalente ad un’epoca tra il ‘500 e il ‘700 appartenuto ai monaci domenicani. La chiesa fu edificata nel 1716 sulle rovine della antica chiesa di San Rocco e intitolata a San Domenico.

Si tratta di un un esempio di barocco pugliese e si distingue per un’importante cupola alta 37 metri decorata con piastre in maiolica, per la pavimentazione, anch’essa in maiolica e cotto e per gli altari del Settecento attribuiti a Crescenzo Trinchese.

Monumento ai Caduti di Altamura nella Grande Guerra

Il monumento ai Caduti di Altamura nella prima guerra mondiale è formato da un alto basamento marmoreo su cui è collocata una colonna prismatica spezzata in sommità, ad indicare l’avvento della guerra. La sua parte inferiore è inglobata in un altorilievo in bronzo che gira tutt’intorno e raffigura la lotta dei fanti italiani contro il nemico. Il suo collocamento risale al 1928, ma i tedeschi distrussero e fusero la statua originale per ricavarne bronzo da cannoni, ricostruita nel 1960.

Piazza Zanardelli

Come sapete noi siamo grandi appassionati di piazze, giardinetti pubblici e ville comunali, quindi non potevamo non fermarci in Piazza Zanardelli a Altamura. Qui ci sono due cose assolutamente da vedere: la così detta Fontana del Delfino, e la giostra a carosello “Gioia dei bambini. Un luogo piacevole per trascorrere il tempo libero, e molto affollato d’estate.

Villa Comunale di Altamura

Concludiamo il nostro tour nella Villa Comunale di Altamura, alle spalle della Chiesa di S. Maria della Consolazione. Nel 2020 è stato approvato il progetto di restauro e risanamento, poiché, con oltre 70 anni di storia alle spalle, rientra tra i Beni Culturali della città. Una nuova vita dunque per il polmone verde di Altamura, che ci ha donato relax dopo la lunga esplorazione del comune e delle sue bellezze.

Il pane di Altamura

Il Pane di Altamura DOP è un prodotto di panetteria ottenuto da un impasto di semola rimacinata di grano duro, lievito madre o pasta acida, sale marino e acqua.

La zona di produzione del Pane di Altamura DOP si estende ai territori compresi nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nei comuni di Altamura, Gravina di Puglia, Poggiorsini in provincia di Bari e Spinazzola, Minervino Murge in provincia di Barletta-Andria-Trani.

Il Pane di Altamura DOP si presenta nella tradizionale forma Accavallata (skuanete), con “baciature” ai fianchi, o Bassa (a cappidd d’prevte) senza “baciature”, in pezzatura di almeno 500 g. La crosta ha uno spessore di 3 mm. La mollica è soffice, di colore giallo paglierino e con alveolazione omogenea. Il profumo è caratteristico.

La storia del pane di Altamura

Sono numerose le testimonianze scritte sull’origine e sulla reputazione di questo particolare pane. Plinio, ad esempio, lo definì “il pane più buono al mondo”. Di antichissima origine locale, veniva prevalentemente impastato e lavorato tra le mura domestiche. La cottura dei pani avveniva in forni pubblici dove la riconoscibilità avveniva tramite la marchiatura sulle forme delle iniziali del capo famiglia. La città di Altamura riferisce dell’attività di panificazione nei suoi Statuti Municipali del 1527 in cui sono presenti documenti relativi al “dazio del forno”. Si sa inoltre che già nei primi anni del 1600 nella zona di Altamura erano attivi ben 26 impianti per la molinatura, confermando così la grande diffusione di questo prodotto e la sua nascita in una società agropastorale.

Federicus Festa Medievale

Divenuta ormai una attrazione molto conosciuta anche oltre i confini territoriali, Federicus Festa Medievale a Altamura vuole raccontare ai partecipanti la vita e il modo di vivere e pensare dell’uomo medievale e allo stesso tempo esaltare la figura di un uomo a cui si inchinarono anche “La terra, il mare e la volta del cielo”, ovvero Federico II. Una festa rievocativa, un marchio identitario con cortei e rappresentazioni, un manifesto di arte, cultura e divertimento nel cuore della murgia pugliese.

Altamura: cosa vedere nei dintorni

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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