Cosa visitare in Puglia Puglia

Cosa vedere al Casale di Balsignano (Modugno) (Bari)

Dove si trova Balsignano

A pochi chilometri da Modugno, in provincia di Bari, sorge il Casale di Balsignano, area archeologica e antico centro fortificato, tutto da scoprire. Lo ammettiamo, anche noi da baresi non lo conoscevamo, e per questo oggi ve ne vogliamo parlare. Se siete da queste parti lo dovete assolutamente visitare.

Ringraziamo lo staff del Casale di Balsignano e la guida turistica Giordano Bollino per averci permesso di raccontarvi questo luogo meraviglioso immerso tra ulivi secolari.

Tutta l’area è caratterizzata da elementi tipici del paesaggio quali trulli, palmenti, neviere, insediamenti rupestri, muretti a secco.

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Cenni storici

Le più antiche testimonianze relative a questo insediamento sono datate al X secolo e precisamente al 962 ed al 988.

La particolarità di Balsignano era costituita dalla convivenza di tre strutture sociali che rarissimamente si trovavano nello stesso luogo: i monaci (in particolare benedettini) che si dedicavano ai luoghi di culto e al lavoro dei campi, come il contado, gente che poi si è trasferita anche a Modugno, perché il Casale esiste da qualche decennio prima della sua fondazione, e la parte militare. I soldati monitoravano il Casale che, essendo luogo produttivo, andava difeso dagli attacchi esterni.

La sua storia si tesse con quella del territorio. Fu l’età angioina il momento di maggior splendore economico per il Casale di Balsignano.

Non solo il trascorrere del tempo, ma anche il graduale abbandono di questo luogo, ha fatto si che a noi arrivasse ben poco della costruzione originale. Infatti, una volta smantellato e disabitato, Balsignano è diventato un rudere che faceva da cava pronta per gli abitanti della zona, che prendevano le materie prime a loro necessarie.

Il Casale è stato poi acquistato dal Comune di Modugno per 150 milioni di vecchie lire, e sono iniziati i lavori, a più riprese, fino alla riapertura al pubblico.

Dopo un ventennio di lavori di restauro, il Casale di Balsignano è stato restituito ai cittadini di Modugno ed è diventato una delle tappe imperdibili per chi visita Bari e dintorni.

Cosa vedere al Casale di Balsignano

L’area interessata si estende per un ettaro e mezzo, ed è costituita da una parte centrale, la cittadella, oggi in gran parte un uliveto, il castello, le torri di età medievale, resti delle mura, la chiesa dedicata a Santa Maria e il tempietto San Felice, che è la costruzione più particolare da ammirare.

L’antico portale d’accesso

È stata fatta un’indagine archeologica, sempre durante lavori di ripristino, che ha portato alla luce quello che era l’antico portale di accesso di Balsignano (che non è quello da cui si entra oggi), che era collocato più in dentro. Da qui partiva tratturo che andava verso le strade consolari, quelle principali della rete (ad esempio la via Traiana che da Roma scendeva fino a Bari).

Fortificazioni

Dal portale d’accesso partiva il muro di cinta di Balsignano, di cui resta ben poco, collegato a quello che è stato costruito tra gli anni ’50 e ’60, che si connette poi verso le torrette difensive.

Le torri difensive erano usate dai soldati per proteggere il Casale, luogo di culto ma anche di produzione e di scambi commerciali. Nei resti sono ancora visibili le balestriere, per l’utilizzo delle balestre attraverso queste finestre.

Le torri servivano anche per monitorare la lama, dalla quale potevano arrivare aggressioni. C’era anche un’altra torretta, angolare, completamente scomparsa.

Castello

Entriamo nel cuore della cittadella e troviamo il Castello, termine un po’ improprio perché aveva scopi prevalentemente militari, non era un castello classico. All’interno della costruzione troviamo il vano cisterne, poiché l’acqua era fondamentale per la produzione agricola. Le quattro cisterne sono ricoperte di cocciopesto, che permetteva di sterlizzare l’acqua (poiché a base di calce), e limitava le fuoriuscite.

Nell’XI secolo c’era solo la muratura e il cenobio benedettino, quindi proprio il luogo principale della vita monastica. Poi con l’arrivo e il consolidamento della presenza normanna si vanno a costruire i due torrioni di forma quadrangolare, che vengono poi posteriormente innalzati, e qui si aggiunge l’ultima sala centrale che fa da connessione fra le due torri. Vi era anche la piccionaia, oggi ricostruita parzialmente.

Il restauro del Castello è stato particolarmente difficoltoso a causa delle condizioni molto critiche delle strutture che presentavano ampi crolli soprattutto nella torre di sinistra (Ovest) e sul prospetto principale. Una parete è stata costruita con feritoie per far entrare la luce, ma non si tratta di una vera ricostruzione, ma di un trucco architettonico per rimettere in piedi la struttura senza snaturarla.

Chiesa di Santa Maria

La chiesa di Santa Maria costituisce un ampliamento di più antiche fabbriche realizzate dai Benedettini tra XI e XII secolo ed è composta da due ambienti tra loro ortogonali. Il primo ambiente venne edificato a partire dagli ultimi anni del 1200 e concepito come una chiesa a navata unica che inglobò i resti delle più antiche mura di cinta e di una torretta. In seguito, intorno al XV secolo, questo ambiente venne ulteriormente modificato con l’aggiunta dei pilastri che reggono l’attuale volta che sostituì la precedente copertura in legno. Sul prospetto risulta chiaramente leggibile la preesistente facciata a capanna; il portale di accesso è sormontato da una lunetta, all’interno della quale si può scorgere ciò che resta di un affresco di una Madonna con Bambino. Quasi tutte le decorazioni all’interno sono andate purtroppo perdute.

Cenobio Benedettino

Una delle strutture più suggestive è senza dubbio il cenobio benedettino. Anche qui gli affreschi sono andati in gran parte perduti, anche se possiamo ancora scorgere Santa Lucia, San Felice e due Madonne con bambino. E ancora una crocifissione di Cristo, San Michele e la Madonna.

Rimangono aperte le ipotesi relative alla destinazione di questo edificio, che mostra una pianta longitudinale, come una navata piuttosto lunga, che attualmente si arresta dinanzi ad un arcone ogivale oggi tompagnato. L’impianto planimetrico e la presenza di affreschi potrebbero far pensare ad una più antica chiesa del XII-XIII secolo, espressione della vita cenobitica che in seguito ha subito, tra la fine del ‘200 ed i secoli successivi, importanti trasformazioni.

Chiesa di San Felice in Balsignano

Simbolo di Balsignano, la Chiesa di San Felice costituisce un unicum con la sua cupola: connette sia l’arte che arriva dall’oriente del Mediterraneo, da Bisanzio e da quelli che erano i monaci basiliani, e l’arte islamica, dove è presente la cupola. Infatti non dobbiamo dimenticare che Bari è stata ben tre volte un emirato arabo.

Per le decorazioni invece abbiamo un motivo a dentelli che sono quelli rettangolari che si trovano sia nel giro di sopra, in quello mediano e sul portale e anche sui piccoli capitelli e poi a denti di sega, che sono quelli triangolari, anche questi sul portale centrale.

All’interno è spoglio di affreschi e decorazioni, però l’architettura è importante, partendo dall’eleganza del taglio della pietra. Troviamo l’abside, dove era collogato l’altare, l’interno della cupola con una decorazione con una stella a sei punte, con un mano, quella di Dio, che regge la volta celeste, con un bracciale di perle.

In un momento non ben precisato, una parte viene sfondata e viene costruita una seconda navata comunicante, più corta, con un nuovo ingresso.

La simbologia dell’ottagono

La cosa oltremodo interessante è che questa cupoletta poggia su questa base ottagonale: l’ottagono in Puglia è un elemento molto importante, perché ci riconnette anche a Castel del Monte, anche se arriva quasi un secolo e mezzo dopo con Federico II. L’ottagono è la base di questa cupola perché è l’unico simbolo che ci connette al cielo, in quanto l’ottagono proprio come figura geometrica si può iscrivere sia nel cerchio (il cielo) sia nel quadrato (la terra).

Casale di Balsignano: orari e prezzi

Il Casale di Balsignano è aperto ogni sabato e domenica, dalle 9:30 alle 13:00, e dalle 15:00 alle 18:15.

Prezzi biglietti per il Casale di Balsignano

Il costo dei biglietti per la visita al Casale di Balsignano è il seguente:

a) biglietto intero – Euro 5,00
b) biglietto ridotto – Euro 3,00
c) biglietto intero cumulativo (10 ingressi) – Euro 40,00
d) biglietto ridotto cumulativo (10 ingressi) – Euro 20,00

La riduzione si applica:

  • ai cittadini dell’Unione Europea, di età compresa tra i 13 anni ed i 18 anni;
  • ai docenti ed agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado;
  • agli studenti universitari per i quali non si applica l’ingresso gratuito.

Per conoscere tutte le categorie alle quali è riservato l’ingresso gratuti clicca QUI.

Come raggiungere il Casale di Balsignano con i mezzi pubblici

Per raggiungere il casale la Città di Modugno mette a disposizione un servizio navetta gratuito con partenza da Piazza Enrico De Nicola e dalla stazione.

In auto bisogna percorrere la Strada Provinciale 92 Km 2+900.

Olio extravergine di Balsignano

Prodotto dal Comune, direttamente dall’uliveto di Balsignano, è nato anche l’olio extra vergine del Casale.

Lo si può trovare in bottiglia o in lattina presso l’Info-Point posto all’ingresso del complesso monumentale nelle giornate di apertura al pubblico. È l’olio extravergine d’oliva, 100% italiano, prodotto dagli ulivi pluridecennali e secolari presenti nel sito storico-archeologico di Balsignano.

Cosa vedere a Modugno

Se siete al Casale di Balsignano potete approfittarne anche per visitate il centro storico di Modugno, tra chiese e palazzi signorili. Vi lasciamo la nostra guida per scoprire il comune, a pochi chilometri da Bari.

Dove si trova il Casale di Balsignano (Modugno)

Il casale sorge a circa tre chilometri dall’attuale abitato di Modugno e a circa dieci chilometri a sud-ovest di Bari lungo la strada provinciale Modugno – Bitritto.

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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