Cosa visitare in Puglia Puglia

Cosa vedere a Conversano (Bari)

Barbie in Town arriva a Conversano, e non lo fa per caso. La storia di questo comune in provincia di Bari è ricca di importanti figure femminili, che ne hanno delineato il destino.

In collaborazione con la Pro Loco di Conversano, sotto la guida del suo presidente Vito Antonio Galasso, e con il patrocinio del Comune di Conversano, e l’assessore al Decoro urbano e Personale Francesca Lippolis, abbiamo visitato i luoghi di maggior interesse artistico, storico e religioso. In questa ampia guida vi racconteremo tutti i segreti e le location imperdibili della città.

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Cenni storici

La storia di Conversano è molto lunga e affascinante, fatta di conti, di lotte di potere religioso, e soprattutto donne, dalle contesse alle badesse, arrivando alla prima donna sindaco della provincia di Bari.

La nascita di Norba

Le origini della città risalgono al più tardi all’età del ferro, quando le popolazioni indigene, iapige o peucete, fondarono su una collina più elevata rispetto al territorio circostante una città di nome Norba e la dotarono di possenti mura in pietra (il toponimo, non unico in Italia, infatti significherebbe “città fortificata”).

La città ebbe una felice ubicazione, posta com’era lungo un importante asse viario. Questo la rese presto un abitato fiorente, al centro dei traffici tra le colonie magnogreche della costa e le popolazioni indigene dell’interno. L’ampia necropoli risalente al VI secolo a.C. ha restituito, infatti, decine di tombe con ricchi corredi funerari, in parte di matrice ellenica.

Nel 268 a.C., con l’estensione dell’egemonia romana in Peucezia, anche Norba perse la propria autonomia. Ciononostante, mantenne un ruolo rilevante, come attestato da cospicui ritrovamenti di monete, armature, manufatti in terracotta e gioielli, grazie agli scavi archeologici compiuti dentro e fuori dalla cinta muraria. L’abitato non sopravvisse alla dissoluzione dell’Impero d’Occidente, presumibilmente per opera dei Visigoti di Alarico che passarono attraverso l’Apulia nel 411.

Il dominio della casa degli Altavilla, d’Angiò e Acquaviva

Già a partire dal V secolo d.C., non molto tempo dopo la presumibile scomparsa di Norba, e nello stesso luogo, le fonti attestano l’esistenza del toponimo Casale Cupersanem, che probabilmente fu sede vescovile sin dall’VII secolo.

Ma fu dalla metà dell’XI secolo, con la dominazione normanna delle regioni meridionali della penisola italiana, che il luogo assurse a vero e proprio centro di potere. Intorno al 1054 Goffredo d’Altavilla nipote di Roberto il Guiscardo, prese il titolo di comes Cupersani e fece della cittadina il fulcro di un’amplissima contea, estesa per buona parte della Puglia centro-meridionale, tra Bari e Brindisi e fino a Lecce e Nerito (Nardò). L’importanza della corte conversanese nel panorama nobiliare di quegli anni è ben attestata dall’aver ospitato a Conversano per alcuni mesi il duca di Normandia Roberto II detto il Cortacoscia, figlio del re d’Inghilterra Guglielmo il Conquistatore. Roberto II sposò Sibilla, figlia di Goffredo.

Intanto, a Conversano, Goffredo confermò i diritti fiscali sull’intero agro della limitrofa Castellana in favore dei monaci benedettini, presenti in Conversano probabilmente dall’VIII secolo.

Più tardi furono conti di Conversano per quasi un secolo i Brienne, e poi la contea passò più volte di mano in mano tra molti importanti casati, soprattutto per via matrimoniale: gli Enghien, i Lussemburgo, i Sanseverino, i Barbiano, gli Orsini, i Caldora e gli Orsini del Balzo.

L’ultimo conte Orsini del Balzo era Giovanni Antonio, che diede in dote l’intera contea di Conversano – che comprendeva i centri di Castellana, Casamassima, Castiglione, Noci e Turi – a sua figlia Caterina, sposa del duca d’Atri Giulio Antonio Acquaviva. Iniziava così nel 1455 il lungo possesso del feudo di Conversano da parte della casata degli Acquaviva che lo avrebbe detenuto ininterrottamente sino all’abolizione dei diritti feudali del 1806.

Giulio Antonio Acquaviva, ritenuto dai contemporanei un valente condottiero, si distinse soprattutto nella battaglia di Otranto contro i Turchi. Anche suo figlio Andrea Matteo eccelse in numerose battaglie, tanto da avere il riconoscimento, da parte del re di Napoli Ferdinando I, il privilegio di aggiungere all’arma del suo casato quella reale e di modificare il cognome in Acquaviva d’Aragona.

Giangirolamo II Acquaviva, il Guercio delle Puglie

Alla casata degli Acquaviva d’Aragona apparteneva anche il celebre Guercio delle Puglie, il conte Giangirolamo II (1600-1665), che amministrò il feudo circondato da enorme potere, molti nemici e molte leggende.

Le cronache lo descrivono come un feudatario dispotico e senza scrupoli, avvezzo alla violenza gratuita e in grado di sfruttare ogni circostanza per accrescere il suo potere. Così fu in occasione dell’effimera repubblica napoletana di Masaniello (1647) che si propagò anche in Puglia: benché la corona spagnola si fosse rivolta a Giangirolamo perché riportasse all’ordine le terre pugliesi sollevatesi contro i signori locali, quando i rivoltosi di Martina ripararono nel territorio di Conversano, il conte accordò loro protezione per servirsene più avanti come esecutori delle azioni più efferate nei confronti dei suoi sudditi meno docili. Ben presto, i tanti nemici di cui si era circondato fecero giungere notizia alla corte spagnola degli abusi di Giangirolamo, che nel 1650 fu pertanto tradotto a Madrid e imprigionato. Proprio quando si apprestava a tornare nel suo feudo lasciato nel frattempo nelle mani di sua moglie Isabella Filomarino della Rocca, morì vittima della malaria.

In realtà la figura del Guercio resta incompleta senza menzionare il mecenatismo della sua corte. Si trattava certamente di un preciso programma politico, volto ad accrescere il prestigio del casato. Tuttavia Giangirolamo e sua moglie Isabella arricchirono la collezione di famiglia che con loro giunse a contare oltre cinquecento dipinti e svariate altre opere d’arte, tra mobili e suppellettili. Diedero inoltre ospitalità al pittore Paolo Finoglio, che nel lungo soggiorno conversanese fu autore di diverse opere.

Anche la costruzione dei trulli di Alberobello fu un espediente di Giangirolamo per eludere l’editto vicereale che richiedeva l’assenso della corte per la fondazione delle città. Grazie alla particolare tecnica costruttiva a secco, ogni volta che si approssimava l’ispezione regia il Guercio poteva dare ordine di distruggere i tetti delle abitazioni, che in seguito sarebbero stati ricostruiti agevolmente.

Il potere delle Badesse

A lungo, la realtà conversanese fu caratterizzata dalla non facile coabitazione di tre poteri: oltre ai potenti conti del luogo, infatti, la cittadina registrava la presenza del vescovo della locale diocesi, che a lungo detenne un rilevante potere temporale nei confronti di alcuni dei centri vicini. Ad essi si aggiungeva la presenza della badessa del monastero di San Benedetto, appoggiata e spesso imparentata con i conti Acquaviva d’Aragona, detentrice di un’inusitata autorità, religiosa e temporale, concessagli da Papa Clemente IV tanto invisa ai vescovi della diocesi locale da essere stata definita ” Monstrum Apuliae “.

La badessa rappresentava quindi il terzo incomodo nella gestione del territorio, anche se questa aveva la giurisdizione particolare sulla vicina città di Castellana (oggi Castellana Grotte) e possedeva una serie di “poteri” speciali forniti anche da una nomina di tipo nepotistica. Pertanto e per forza di cose, questa figura era imparentata con le più importanti ed influenti famiglie nobiliari del tempo.

Ma la badessa incuteva anche più timore. Essa aveva la residenza nel monastero di San Benedetto, nel centro di Conversano, a due passi dal castello e a qualche isolato dalla Cattedrale romanica. Tutto ebbe inizio con l’ascesa al potere del figlio di Federico II, ovvero Manfredi di Svevia. I benedettini di Conversano si opposero al re svevo e questi li costrinse a lasciare la città e il loro grande monastero. Qualche anno dopo, nel 1266, fu papa Clemente IV a concedere la gestione del monastero a delle monache cistercensi, capeggiate da Dameta Paleologa, donna temeraria e dalle nobilissime origini. Una volta insediatesi il loro potere crebbe a dismisura tanto che papa Gregorio X concesse alla badessa di Conversano di indossare la mitra e impugnare il pastorale, ovvero le insegne tipiche vescovili.

La badessa, tra le altre cose, possedeva anche la prerogativa, all’epoca solo maschile, del baciamano da parte del clero maschile direttamente dal trono badessale. Infatti la prassi prevedeva che i preti del capitolo di Castellana si inginocchiassero prestando giuramento di fedeltà.

Il mito della badessa di Conversano durò molto a lungo, superando anche i limiti temporali del medioevo e protraendosi fino al 1810, per opera di Gioacchino Murat che riformò radicalmente gli ordini religiosi.

Cosa visitare a Conversano

Centro storico

Il centro storico di Conversano si divide in tre diversi nuclei, ciascuno con cinte murarie fortificate: il Borgo Antico (il cuore della città), il Casalvecchio (un dedalo di stradine e vicoli alti e stretti, edificato tra il XIV e il XVI secolo) e il Casalnuovo (la parte più moderna della città, edificato con impianto ad assi ortogonali a partire dal XVI secolo).

Cattedrale di Santa Maria Assunta

La Cattedrale di Conversano è dedicata a Santa Maria Assunta. Venne costruita in epoca medievale. I primi insediamenti sono riscontrabili intorno all’anno 1000, quindi XI secolo. Successivamente, nel corso dei secoli, è stata ampliata. In particolare, come la vediamo oggi, è frutto della costruzione, terminata pressappoco intorno al 1359, ad opera del vescovo Pietro Ditri, di cui possiamo notare sulla facciata una lapide ed una ed un bassorilievo che riprende appunto il simbolo vescovile (lato destro di fronte alla Cattedrale).

Dall’altra parte della facciata troviamo invece un’altra lapide lapide fatta e realizzare da monsignor Giuseppe Palermo nel 1690, colui che riaprì al culto alla Cattedrale, secondo i dettami dello stile barocco.

I restauri della Cattedrale

Essenzialmente la cattedrale, come si presenta oggi, è il frutto di due restauri. Uno più recente, avvenuto negli anni 2000, e uno precedente, avvenuto nel nella prima parte del 1900. Questo perché la Cattedrale, la notte fra il 10 e l’11 luglio del 1911, prese fuoco e si incendiò completamente. Questo incidente andò a danneggiare i tetti e tutti gli arredi interni. comprese le cappelle laterali.

La facciata della cattedrale

L’impianto attuale della cattedrale riprende quello del 1300, una facciata tripartita con una parte principale che viene suddivisa da queste due lesene e poi due portali laterali. Partendo da sinistra il primo portale è detto di San Giorgio perché riprende il bassorilievo della porta ad ogiva. Dal portale di San Giorgio entravano ed uscivano sempre i pellegrini. Al di sopra infatti, nella cornice del rosone. sono vengono ripresi quelli che sono i simboli del pellegrinaggio tra cui ritroviamo appunto la conchiglia, meglio detta pecten. Questa serviva proprio al pellegrino per potersi ristorare, perché prendevano da mangiavano, da bere e chiedevano l’elemosina nella conchiglia.

L’altro portale invece è quello di San Pietro, o meglio la porta detta “del paradiso”, perché da lì entravano ed uscivano le salme dei defunti. Al di sopra del piccolo protiro, costituito da due leoni stilofori che lo mantengono, viene raffigurata la statua di San Pietro, che stava alle porte del paradiso secondo la tradizione. La porta presenta anche altri due elementi: la faccia demoniaca al contrario e poi una belva. Questo ad indicare che la porta va a rappresentare proprio le tre fasi, inferno, purgatorio e paradiso.

Quella centrale è invece detta Porta Magna, caratterizzata dal portale più imponente. composto da qdue leoni stilofori che mantengono un protiro superiore molto decorato, al centro del quale troviamo la Vergine Assunta fra due angeli.

Le tre semicirconferenze rappresentano tre stati. Il primo Cristo e i 12 apostoli e quindi abbiamo la raffigurazione dei mezzi busti. Segue un secondo cornicione con degli elementi zoomorfi e antropomorfi. Infine abbiamo una terza cornice che presenta delle foglie di acanto alternate a dei frutti i frutti, la cosiddetta abbondanza, quindi in segno augurale. Il protiro termina con la pietra pentagonale. Il Pentagono rappresenta il demonio che viene schiacciato dall’agnello di Dio e quindi da Cristo.

Il rosone centrale riprende quelli che sono gli elementi di questo protiro. Il centro è costituito da una semplice raggiera a 13, che presenta i dodici apostoli con al centro proprio l’agnus dei della Croce

I quattro leoni invece rappresentano una scena di caccia. C’è la leonessa, con le mammelle, e il leone, che aveva gli attributi. Il leone maschio guarda la preda, la leonessa la prende e la da al leoncino che la mangia. Il leone nell’allegoria medievale rappresenta Gesù, la forza di Cristo, che ha sotto di sé l’uomo vittima del peccato.

La pianta della cattedrale

Attualmente la Cattedrale riprende la pianta originale, quella basilicale del 1300. Dall’alto la cattedrale sembra come una grande T si chiama a croce Latina mozzata nel transetto Nel corso dei restauri del ‘900, a seguito dell’incendio, sono state abbattute le varie cappelle laterali, le cappelle gentilizie, che appartenevano alle famiglie nobili di Conversano oppure alle confraternite.

GLI INTERNI DELLA CATTEDRALE

L’interno della Cattedrale di Conversano si suddivide in tre navate. Gli archi laterali, quattro per ogni lato, sono archi a tutto sesto, sorretti da pilastri cruciformi. L’arco centrale, detto trionfale, è a sesto acuto e permette l’ingresso nella zona più importante della basilica, la zona absidale (transetto), dove vengono celebrati i riti liturgici. Al di sopra degli archi laterali ci sono i matronei, che attualmente hanno solo funzione scenica. Sono composti da ben sedici colonne con rispettivi capitelli, questi ultimi l’uno diverso dall’altro. La pietra utilizzata è dura, probabilmente pietra di Trani, differente da quella leccese più friabile e modellabile.

Entrando sulla sinistra si può ammirare nella prima cappella la statua del patrono San Flaviano. Proseguendo nella terza cappella è ospitato il quadro della Madonna della Fonte. Sulla navata destra la prima cappella è dedicata al Sacro Cuore di Gesù, proseguendo nella terza cappella è ospitato il Crocifisso del XV- XVI secolo e due statue, quella dell’Addolorata e quella di San Giovanni.

Passando al transetto, nell’abside sinistro si scorge un mirabile affresco della scuola del Simone Martini. Esso raffigura la presentazione da parte del vescovo Pietro D’Itri della Cattedrale alla Vergine in trono, a sinistra della Vergine viene raffigurato San Cristoforo, alla destra il Papa. Questa opera è stata ritrovata solo negli anni’ 70 ed era stata nascosta da un finto muro, che l’ha preservata nel tempo.

Piazza Castello

La Piazza Castello è un’ampia piazza fulcro della vita cittadina. Qui per l’appunto si affaccia parte del Castello, la Pro Loco, la villa comunale e si apre sull’ingresso al centro storico. Per l’appunto è il luogo più noto ai turisti di Conversano, punto simbolo e ritratto nella maggior parte degli scatti raffiguranti la città.

Castello di Conversano

Il castello di Conversano è la prima cosa che coglie la vostra attenzione appena arrivati in città, grazie alla sua posizione strategica nel punto più alto (219 metri sul livello del mare).

Fu edificato dai Normanni nel secolo XI, presumibilmente dopo il 1054, anno in cui uno storico ignoto fissa l’inizio della storia comitale di Conversano. Fu il nipote di Roberto il Guiscardo, Goffredo d’Altavilla il Normanno, che assunse per primo il titolo di “comes Cupersani“. I Normanni mantennero il possesso del castello fino al 1187.

Successivamente acquisirono il potere comitale oltre venti famiglie diverse: i Bassavilla, i Gentile, i Brienne, i d’Enghien, i Lussemburgo e poi anche funzionari regi.

Nel 1422 la contea passò agli Orsini e poi a Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto e duca di Bari. Nel 1455 la contea di Conversano passò agli Acquaviva, grazie al matrimonio tra Caterina Orsini del Balzo (figlia di Giovanni Antonio, che le diede in dote la contea) e Giulio Antonio Acquaviva, duca di Atri e conte di Teramo.

Gli Acquaviva trasformarono l’antica fortezza medievale in una dimora principesca. Furono aggiunti nuovi spazi funzionali e si consolidarono gli elementi difensivi, ad opera di Giulio Antonio Acquaviva, come si evince dallo stemma collocato in alto sulla muratura, che unisce le insegne del conte e della consorte Caterina Orsini del Balzo.

Nel 1856, gli ultimi eredi degli Acquaviva affittarono la struttura al sacerdote Francesco Ramunni, che poi ne divenne il proprietario e che in seguito a problemi finanziari fu costretto a frazionarne la vendita tra privati.

Le cinque torri

Il suo nucleo primitivo, costituito dalla torre maestra (alta 25 metri), fu edificato dal primo conte di Conversano Goffredo Altavilla, detto il Normanno. Egli poggiò la fortezza su solidi ruderi di mura megalitiche apule del VI secolo a.C., ripristinando la cinta muraria della città.

Il Castello andò crescendo su se stesso fino al XVIII secolo, quando era ormai diventato sfarzosa dimora dei conti Acquaviva d’Aragona. E’ uno dei fortilizi più articolati e meglio costruiti di Puglia, con ben cinque torri di diversa tipologia e utilizzo.

Oltre a quella maestra, abbiamo la torre Narracci, praticamente gemella alla prima, la torre cilindrica, simbolo di Conversano, la torre poligonale, che presenta delle bocche di fuoco, e la torre stretta, particolare per essere angusta e vuota al centro.

Le 5 torri erano in punti strategici del castello, a forma trapezoidale. Inizialmente definito Castello per le sue fattezze, con il tempo è diventata una dimora comitale, poiché non c’è mai stato un Re.

CURIOSITà SUL CASTELLO

L’ultima aggiunta architettonica del castello è rappresentata dal portale d’ingresso: è stata fatta realizzare nel 1710 dalla contessa Dorotea Acquaviva d’Aragona. La porta ha questa caratteristica maschera apotropaica centrale che aveva la funzione di scacciare le malignità.

Nella prima parte della torre Maestra, la parte più antica del castello, troviamo un pozzo, che ha due circonferenze dove venivano appoggiati i secchi ed è importante non perdere nessuno degli attrezzi durante l’utilizzo. Funzionava con un sistema di corde che passavano attraverso delle scalanature, levigate appositamente affinché le corde non si spezzassero.

Al pozzo è legata anche una leggenda: Giangirolamo II d’ Aragona a Conversano applicava lo ius primae noctis. Le giovani coppie pagavano sia la tassa in denaro che in natura, da parte della donna che doveva passare la prima notte di nozze con il Conte. Se la donna si rifiutava leggenda vuole che venisse buttata nella cisterna della Torre Maestra.

Giangirolamo II d’Aragona veniva considerato un sadico, come dimostra la costruzione stessa delle scale della Torre Maestra, e il suo utilizzo. Tutti i gradini erano di dimensioni diverse, per rallentare e affaticare il nemico durante la scalata. Non solo, le mura delle scale vengono considerate la parte sensitiva della visita, poiché sono interamente levigate, a causa delle palle di pietra che il Conte ordinava ai suoi soldati di lanciare giù per le scale durante l’arrivo del nemico (alle volte appositamente invitato da lui per ucciderlo). Nel caso di truppe nemiche eccessivamente sostanziose, alla fine delle palle di pietra faceva rovescare olio bollente giù per le scale.

Era anche un grande spadaccino, la torre era la sua palestra di scherma.

Polo Museale Castello

Il Polo Museale di Conversano comprende la Pinacoteca Civica Paolo Finoglio, e la sezione archeologica allestita negli ambienti intorno al Chiostro di San Benedetto.

La selezione artistica si dipana tra le sale di rappresentanza del Castello e, tra le altre, comprende le grandi tele de “La Gerusalemme Liberata” del napoletano Paolo Domenico Finoglio, considerate il più esteso ciclo del Seicento italiano di argomento non religioso. Negli ambienti al secondo piano si svolgono anche mostre temporanee e convegni.

Nella sezione archeologica si ammirano invece reperti dalla Preistoria all’età romana, tra cui selci paleolitiche e strumenti litici provenienti dalle grotte di Conversano e Monopoli.

Alla sezione archeologica si accede da piazza della Conciliazione, mentre l’interno del castello contiene la sezione artistica.

Pinacoteca civica Paolo Finoglio

La Pinacoteca civica Paolo Finoglio è una pinacoteca che si trova nell’antica “quadreria” del quarto nobiliare del castello di Conversano. Fu realizzata dai conti Acquaviva d’Aragona tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 e inaugurata nel dicembre 1999 dal comune di Conversano come sezione artistica del Museo civico.

Sono dieci i dipinti completati da Paolo Finoglio probabilmente tra il 1640 e il 1643 e da allora esposti nella sala principale della Galleria del Castello di Conversano. Il pittore attinse alla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e preferì non rappresentare i temi centrali del poema – la guerra santa, la lotta del mondo occidentale in difesa della fede cristiana – ma si concentrò sulla componente eroica e sentimentale dell’opera poetica. Per questo, in primo piano ci sono sempre i protagonisti delle storie: Rinaldo e Armida, Tancredi e Clorinda. I dieci dipinti sono:

– Supplizio di Olindo e Sofronia
– Clorinda si scontra con Tancredi
– Duello tra Raimondo di Tolosa ed Argante
– Tancredi dà il battesimo a Clorinda
– Rinaldo e Armida nel giardino incantato
– Carlo e Ubaldo richiamano Rinaldo ai propri doveri
– Armida cerca di trattenere Rinaldo
– Rinaldo abbandona l’Isola Incantata
– Erminia ritrova Tancredi ferito
– Rinaldo fa strage di nemici

Fu Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, conte di Conversano, ad invitare il pittore a trasferirsi da Napoli in Puglia. In effetti Paolo Finoglio sarebbe poi vissuto e rimasto operoso tra Conversano e Monopoli sino alla morte, nel 1645. Proprio dalla volontà del suo principale committente e della moglie Isabella Filomarino scaturì l’esecuzione, all’incirca tra il 1640 e il 1643, della serie di dieci grandi tele raffiguranti episodi del capolavoro di Torquato Tasso, destinate alla Galleria del Castello Acquaviva. Il ciclo, vertice dell’arte del Finoglio, rimase nel castello fino al 1938, quando le tele vennero vendute per essere poi acquistate in asta dal Comune di Conversano nel 1974. Esse offrono un’originale interpretazione pittorica della Gerusalemme liberata, che accantona la componente arcadico-pastorale, solitamente privilegiata dall’arte del Seicento, per concentrarsi sulla dimensione epica e sulle scene cavalleresche e più propriamente “di historia” del poema tassesco.

Pinacoteca comunale Francesco Netti

La Pinacoteca Comunale Francesco Netti è collocata al II piano del Castello di Conversano, nella sala intestata al donatore della prestigiosissima collezione privata del pittore e letterato di Santeramo in Colle. Nell’aprile 2011, il Comune di Conversano ha acquistato alcuni immobili privati posti a livello del II piano del Castello in previsione di un ampliamento del polo museale finalizzato ad accogliere nuove sezioni museali dedicate alle ‘tradizioni’ con esposizioni sulle bande cittadine e sugli antichi mestieri, nonché al fine di realizzare un vano ascensore che consenta l’abbattimento delle barriere architettoniche fino al II piano.

Museo Archeologico

Il Museo Civico Archeologico espone le evidenze archeologiche della città dall’epoca preistorica fino alla Tarda Antichità. La collezione comprende materiali e reperti provenienti dagli scavi negli insediamenti di Norba e Castiglione. Il museo è ospitato all’interno del monastero di San Benedetto.

Piazza della Conciliazione

La Piazza della Conciliazione corrisponde all’antico largo della Corte, fulcro della vita e dei poteri di Conversano nei secoli, quello della Chiesa dei Vescovi, quello dei conti e quello delle badesse, data la vicinanza al Castello, la Cattedrale e il Monastero di San Benedetto. Qui, si è svolta la vita dei conti che l’hanno abitata.

Monastero di San Benedetto

La Chiesa e Monastero di San Benedetto è stata edificata su di una cripta paleocristiana tuttora visitabile, presenta una notevole architettura romanica arricchita, specie all’interno, da decorazioni barocche. Per circa sei secoli l’annesso monastero, detto il “Monstrum Apuliae”, è stato sede delle famose badesse Mitrate, il cui potere era equiparato e a volte superiore a quello vescovile.

Di grande suggestione il nobile interno; pregevoli il campanile normanno, quello barocco e l’artistico chiostro romanico con capitelli a stampella e raffigurazioni allegoriche. Delle numerose tele, la più interessante è la pala dell’altare maggiore, raffigurante San Benedetto e San Biagio a colloquio divino . E’ considerata il capolavoro di Paolo Finoglio per i suoi panneggi, giochi di luce e per la spiritualità dei volti.

L’esterno e i leoni

Ha tre stemmi sull’arco d’ingresso. Lo stemma centrale, in alto, appartiene al papa dell’epoca, Alessandro VII; lo stemma di destra appartiene ai conti Acquaviva d’Aragona, con al punto d’onore quello di Isabella Filomarino, che godevano di una sorta di diritto di patronato sul monastero, in quanto avevano la facoltà di presentare al papa la badessa eletta. L’altro è lo stemma del conte Goffredo Altavilla, primo conte di Conversano e assai prodigo nei confronti del monastero benedettino. Su questo stemma è stato aggiunto il pastorale, simbolo del potere badessale, che lo ha reso simbolo del monastero.

Nel 1658 fu ampliato l’originario ingresso laterale della chiesa e sostituito con un altro più grande, dal portale maestoso e di gusto rinascimentale, con due coppie di leoni collocati ai lati, probabilmente in origine destinati ad una fontana: all’interno delle loro bocche, infatti, sono tuttora visibili dei fori che dovevano servire per la fuoriuscita dell’acqua. I due leoni sono dotati del sesso, per sbeffeggiare il Vescovo e i preti di Conversano, simboleggiando la supremazia del potere delle badesse.

SACRARIO DELLE BADESSE

Nel monastero troviamo il vero sacrario delle Badesse Mitrate, suore di ordine cistercense che arrivarono a Conversano nel 1266 e che riuscirono, grazie alla benevolenza dei nobili e dei Papi di quell’epoca, a poter ricevere gli stessi diritti del monastero.

Il monastero di San Benedetto aveva avuto, grazie ai Normanni, il feudo di Castellana Grotte e grazie al Papa Leone X aveva ricevuto la titolarità di abbazia nullius, cioè un’indipendenza dalla vicina diocesi che era praticamente dall’altra parte della strada, e una giurisdizione sul clero di Castellana. Quindi il clero i cittadini di Castellana erano “servi delle suore“.
Il sacrario si trova al di sotto dell’altare con Sant’Anna. Fino all’800 non esistevano i cimiteri, e quindi il problema essenziale per un nobile era dove dovesse essere deposto il suo feretro. Le chiese fungevano quindi da sacrario, in questo caso non solo per monache ma anche per i conti di Conversano. La lastra posta nel monastero risale al 1856.

Altare della Madonna del Rosario

L‘altare è ad opera di Michele Damasceno, autore greco che viene portato qui in Puglia (e lavorerà soprattutto nella Bottega Veneta, la scuola di pittura più importante in Italia). Questo perché a Conversano le pale delle chiese venivano commissionate ai pittori più importanti del panorama artistico.
L’altare rappresenta la Madonna della Vittoria (o del Rosario) tra monache cistercensi e santi benedettini o comunque di ordini monastici. Al di sotto della cappella vengono inumate le salme dei conti di Conversano. Il 7 ottobre 1571 Papa Pio V vide in un sogno la Madonna con una spada che riusciva a vincere le galee turche, che effettivamente furono sconfitte dalle flotte cristiane proprio in quella data, giorno in cui si celebra la Madonna del Rosario. Questa è una delle tre cappelle volute dal Papa in Puglia. In questa cappella ogni 7 di ottobre i fedeli ricevono l’indulgenza plenaria, cioè una cancellazione di tutti i peccati fatti durante l’anno. L’altare è particolare per la presenza delle ciliegie, in più abbiamo una simbologia che non è propria delle nostre terre, ma i committenti locali si erano probabilmente ispirati a degli artisti che avevano girato il mondo, che avevano conosciuto le Americhe, tantè che viene rappresentato il pettirosso americano, che ha in bocca la ciliegia.
Quelle a lato non sono santi ma sono delle donne, le committenti dell’opera. Questo altare era inizialmente centrale, tolto poi per fare spazio al successivo altare maggiore in marmo.

Altare maggiore

L’altare maggiore, realizzato in marmi policromi, è datato al 1766.
La splendida pala dell’altare maggiore fu realizzata dal pittore Paolo Finoglio e rappresenta i Santi Benedetto e Biagio. La tela, appartenente alla maturità dell’artista napoletano, è considerata il capolavoro del Finoglio: la resa del piviale di San Biagio è notevole, come pure il finissimo pizzo ad ago del suo camice. La luce dorata, che investe la tela dall’alto, crea una visione d’insieme di grande effetto.

Il Chiostro

Il chiostro (o chiostro piccolo) del Monastero di San Benedetto è un bellissimo angolo di storia rimasto quasi intatto, simbolo dell’arte benedettina. Il chiostro presenta il classico porticato quadrangolare, sorretto da colonne decorate da capitelli scolpiti col bestiario medievale che si è abituati a vedere in questi ambienti, con sette trifore romaniche.

Nonostante i rimaneggiamenti, il chiostro conserva ancora diversi elementi originali, come la meridiana sulla parete.

Il campanile

Il campanile di San Benedetto è molto più alto di quello della cattedrale, proprio per volontà delle badesse. Volevano dimostrare alla comunità la loro superiorità e il loro potere. In Conversano da tempo si combatteva una vera e propria battaglia tra il vescovo e le badesse. Come di consueto all’epoca il campanile della cattedrale doveva svettare sopra la città, sia come monito della superiorità della chiesa, sia come simbolo del potere ecclesiastico e vescovile. Le badesse fermarono la costruzione del campanile del duomo mediante un atto notarile. Fatto ciò poterono proseguire la costruzione della loro torre campanaria senza impedimenti per affermare a Conversano la netta superiorità nei confronti del vescovo. Sia il campanile che la cupola sono rivestiti da maioliche bicrome.

Biblioteca Civica Maria Marangelli

La storia

Nel 1652 la contessa Isabella Filomarino, moglie di Giangirolamo II conte di Conversano, richiese alla badessa Vittoria Palagano del monastero di S. Benedetto la cessione del loro Ospedale intitolato a S. Giovanni Battista per edificare la nuova sede del Conservatorio di S. Leonardo. In permuta, la contessa cedette lo stabile che era stato fino a quel momento la sede del conservatorio stesso.

A causa del notevole aumento delle religiose domenicane, ben presto si pose la necessità di reperire altri spazi per le accresciute esigenze del conservatorio, che fu trasferito in locali siti accanto alla cappella di San Giuseppe. L’intitolazione del conservatorio fu mutata con il nome del Santo a cui la contigua chiesa era già dedicata.

Nel 1662 l’annessa chiesa di San Giuseppe venne demolita per essere riedificata sùbito dopo in dimensioni più grandi.

Attualmente i locali del Conservatorio di San Giuseppe ospitano la Biblioteca Civica “M. Marangelli” e il Centro Regionale dei Servizi Culturali (CRSEC).

La Chiesa di San Giuseppe

La Chiesa di San Giuseppe (ora biblioteca comunale) è situata in via San Giuseppe. Fu edificata a fine secolo XVII su una più antica chiesa dedicata a Santa Maria della Sanità. La sua è una facciata settecentesca tripartita da lesene, a due ordini; nel primo portale troviamo un timpano spezzato ed una edicola con statua di San Giuseppe. Nel secondo, una finestra con al di sopra statua dell’Eterno Padre.

L’interno è rettangolare con tre cappelle per lato e una serie di altari lignei scolpiti e dipinti con tele settecentesche. Il convento ha un chiostro porticato su tre lati con volte a botte (uno con forbici ad archi acuti, due a pieno centro) e due balconi sorretti da mensoloni seicenteschi. Potrete ammirare inoltre un portale semplice e un portone ligneo settecentesco.

La Biblioteca oggi

La Biblioteca civica Maria Marangelli è stata formalmente istituita con delibera del Consiglio Comunale il 19 febbraio 1958. Come detto nei post precedenti, la sua storia, o meglio quella del suo edificio, è molto lunga e travagliata.

Venne ufficialmente inaugurata dalla prof.ssa Maria Marangelli, prima donna Sindaco della provincia di Bari (1959/1960) che rappresentò per molti aspetti il pieno riconoscimento delle capacità femminili a livello di vita politico-amministrativa.

Solo agli inizi degli anni ’90 la Biblioteca Civica è stata trasferita nel complesso di San Giuseppe completamente ristrutturato tra il 1990/1991 in cui ancora oggi è possibile osservare numerosi affreschi risalenti all’800 come quello presente nella sala prestiti raffigurante un angelo e San Giuseppe.

Le altre chiese di Conversano

Tra le numerose altre chiese di Conversano possiamo ricordare:

  • Chiesa del Carmine: barocca, venne realizzata nel 1652, con interni, ad unica navata, che presentano una pregevole decorazione in stucchi bianchi e oro; particolare l’altare maggiore, con la pala dipinta dall’artista bitontino Nicola Gliri, di scuola finogliesca;
  • Chiesa dei Santi Medici Cosma e Damiano: la sobria facciata introduce mediante un unico portale ad un’ala interna poco illuminata, nella quale però la luce si riverbera sulle fastose decorazioni dorate ed esalta l’alternarsi dei pieni e dei vuoti dato dalla scansione delle cappelle laterali. Gran parte dell’arredo iconografico è opera di Paolo Finoglio, che si avvalse anche degli aiuti Carlo Rosa e Cesare Fracanzano. Il soffitto, interamente affrescato tra le cornici aggettanti, reca l’apoteosi dei Santi Medici contornata da alcune scene della loro vita. Nella chiesa si venera anche Santa Rita da Cascia;
  • Chiesa di Santa Chiara: intitolata un tempo a san Bartolomeo, l’edificio fu affidato nel 1557 alle monache clarisse; alla fine del XVIII secolo che la chiesa si arricchì di stucchi di Gaetano Laricchia, nuovi altari in pietra, tele di buona scuola del conversanese Simone Tatulli, la cantoria e un organo monacale;
  • Parrocchia Sant’Andrea apostolo e martire: fuori dal centro storico e di diversa struttura architettonica , edificata alla fine del secolo XIX. La facciata è in stile floreale italiano, l’intero tetto è in legno, gli interni scarni di affreschi.

Villa comunale Giuseppe Garibaldi

La villa comunale occupa un’area denominata Palo o Pale, uno sperone roccioso che consente di godere di una suggestiva veduta panoramica sul territorio circostante e di un vento fresco e costante. Per l’amenità della posizione, il Palo era utilizzato già nel XV secolo dalla cittadinanza per gradevoli passeggiate fuori porta. Quando, nei primi decenni del 1800, la città di Conversano fu interessata da importanti cambiamenti urbanistici si pensò che la località fosse naturalmente la più adatta per la creazione di un giardino pubblico. Fiancheggiata da via della Vittoria, piazza Castello e dalla scalinata Villa Garibaldi e dalle mura medievali che cingono il centro storico. Interamente recintata, la Villa è accessibile negli orari di apertura al pubblico. L’ingresso principale, caratterizzato da una breve scalinata, si apre su piazza Castello.

Arco delle Gabelle

L’Arco (Porta) delle Gabelle è la più antica delle porte, tra quelle ancora oggi conservate, e risale alla città medievale. Infatti l’epigrafe collocata nella muratura reca la data 1338, nonché lo stemma del conte Gualtieri di Brienne, che ne fu il committente.

L’apertura della porta si rese necessaria per via della formazione di un agglomerato di case al di fuori delle antiche mura che circondavano il centro antico. L’edificazione della chiesa e del convento dedicati a S. Francesco d’Assisi avevano, infatti, stimolato la formazione del primo nucleo di abitazioni che costituirà, poi, il Casalvecchio.

La porta era detta “delle Gabelle” perchè situata nei pressi di un locale adibito alla riscossione della gabella per la farina da parte di coloro che facevano macinare il grano nei vicini mulini comunali.

Dal punto di vista architettonico la porta presenta un ingresso a sesto acuto, seguito da un vaon con volta a botte in cui era aperta una botola per riversare materiale in difesa dagli assalitori. Sono visibili tuttora i reggicardini in pietra, in cui si inserivano i portoni di chiusura.
Durante la notte questa e le altre porte della città venivano tenute rigorosamente chiuse e la loro custodia era affidata al Camerlengo, amministratore del Comune.

Porta Lauro o Tarantina

Porta Lauro (o Porta Tarantina) è l’entrata a sud del borgo antico di Conversano, ed immette in via Arringo, asse stradale lungo il quale ebbe sviluppo uno dei nuclei abitativi più antichi della città.

Risale al XII secolo ma fu ampiamente rimaneggiata in epoche successive.

La Porta si trova a ridosso del tratto più visibile delle famose mura megalitiche, nei pressi della rampa di San Benedetto. Una scala che si apre nelle mura di San Benedetto, sotto l’arco, permette l’accesso alla torre sopra la Porta.

Cosa visitare fuori Conversano

Castiglione

A circa 5 km dal centro cittadino in direzione sud-est, sulla cima di un colle boscoso della contrada Castiglione, si staglia un’alta torre a base quadrata, probabilmente con un nucleo trecentesco e rifacimenti del tardo Cinquecento. L’ingresso alla torre è in posizione sopraelevata e richiedeva presumibilmente un ponte levatoio. La sommità è coronata di beccatelli. Attorno alla torre vi sono i resti di una cinta muraria con basamento megalitico che delimitava la cima del colle, dove sono emersi i resti di alcune strade, case e botteghe e i ruderi di una chiesa di impianto basilicale con abside semicircolare, della quale si ha memoria con il titolo dell’Annunziata.

Il toponimo Castiglione, associato ad un centro abitato di modeste ma non trascurabili dimensioni, ricorre infatti nei documenti dal X secolo al 1494 quando probabilmente la piccola comunità si raccolse in Conversano. Oggi l’intera area è stata recuperata ed è tutelata insieme ai laghi di Conversano.

Marchione

Il così detto Castello di Marchione è in realtà un’elegante tenuta di caccia, fatta costruire dagli Acquaviva d’Aragona in un bosco, oggi scomparso, a 6 km da Conversano, presumibilmente attorno al 1730. L’edificio, alla cui realizzazione intervenne Vincenzo Ruffo o altri architetti di scuola vanvitelliana, si presenta come una costruzione a pianta quadrata, i cui quattro vertici sono caratterizzati da tozze torri circolari in pietra. Il piano superiore, raggiungibile mediante un’imponente scala esterna a doppia rampa, presenta in facciata un loggiato coperto.

Trasformato in masseria a metà del XIX secolo, il castello di Marchione nel 1976 è stato riconosciuto come monumento nazionale. Gli interni, oggi recuperati allo splendore originario, ospitano il ritratto di Giangirolamo II eseguito da Paolo Finoglio.

Laghi di Conversano

Conversano nasce fra due laghi, quello di Castiglione e Sassano. I laghi si trovano in una zona molto bella e sono molto frequentati nel periodo estivo visto che sono balneabili.

Un luogo immerso nella natura, dove è possibile fare sport quali trekking e mountain bike, grazie ai tanti sentieri presenti nella zona.

Il laghi sono di natura carsica e hanno una ricca flora e fauna che comprende molti rettili e anfibi.

Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria

La Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria è un piccolo edificio a circa 1 km fuori dal centro abitato. La costruzione risale forse al XII secolo. La principale caratteristica della chiesa è la sua pianta quadrilobata con una cupola centrale internamente emisferica racchiusa in un tiburio ottagonale, sul quale insiste un lanternino. Gli interni, in passato affrescati, si presentano ora spogli da ogni decorazione e permettono di cogliere meglio l’armoniosità dei volumi.

Recentissime ricerche e studi dimostrano che Santa Caterina d’Alessandria era molto venerata dai Cavalieri Templari, tanto che fra i toponimi più ricorrenti, scelti dai Cavalieri del Tempio per le intitolazioni delle costruzioni ex novo da essi realizzate, vi è spesso Santa Caterina d’Alessandria. La Chiesa rappresenta la postazione in cui i templari ricevevano la benedizione prima di imbarcarsi per mare verso la Terra Santa.

Santa Maria dell’Isola

La Chiesa di Santa Maria dell’Isola sorge a circa 2 km dal centro cittadino, lungo l’antico tracciato viario che conduceva – e conduce tuttora – a Bari. Venne costruita nel 1462 presso un’antica chiesa rupestre poi abbandonata. Secondo la leggenda infatti intorno alla metà del XV secolo la Vergine Maria sarebbe apparsa ad una fanciulla indicandole il luogo dove avrebbe trovato una grotta con un suo dipinto. L’edificazione della chiesa fu patrocinata dai conti Giovanni Antonio Orsini del Balzo e Giulio Antonio Acquaviva. Sin dall’inizio essa venne affidata all’Ordine dei Frati Minori osservanti detto degli Zoccolanti, che l’amministrarono fino ai primi anni del XIX secolo.

L’edificio si presenta oggi con un’architettura tardo-gotica e un arredo interno per lo più rinascimentale. Il monastero sorge attorno a due chiostri: il più piccolo è il più antico e presenta al centro un pregevole pozzo barocco con fregi realizzati in ferro battuto. Quello più grande presenta statue e affreschi di santi per lo più di tradizione francescana.

Dove andare a mare a Conversano

Nonostante nelle giornate più limpide si possa ammirare in lontananza il mare, Conversano si trova nell’interno, e per questo il mare più vicino è quello delle località marittime confinanti.

Il mare preferito dai conversanesi è quello di Cozze (Mola di Bari) o quello di Costa dei Trulli Ripagnola, ma sono facilmente accessibili anche Monopoli e Polignano a Mare.

Conversano tra storia, fede e cultura

Pro Loco Conversano

L’Associazione Turistica Pro Loco di Conversano venne istituita il 17 gennaio 1960 e da allora, nel corso degli anni, ha ideato ed organizzato una serie di iniziative, mostre, concerti, concorsi fotografici, raccolte fondi pro sociale, pubblicazioni sulla città di Conversano al fine di favorire ed incrementare un’incisiva e proficua promozione turistico-culturale delle peculiarità artistiche, storiche e gastronomiche del nostro territorio. Grazie alla Pro Loco di Conversano, e al suo presidente, Vito Antonio Galasso, abbiamo potuto visitare e ammirare da vicino tutte le splendide location di cui vi abbiamo parlato.

PRO LOCO CONVERSANO
Piazza Castello, 13
70014 Conversano (BA)
tel: 39 080 4951228
e-mail: proloco.conversano@libero.it

Archetìpici

Tra le iniziative più interessanti della Pro Loco di Conversano troviamo Archetìpici, in collaborazione con le Pro Loco di Sannicandro e Toritto. Si tratta di uno storytelling della cultura immateriale, ambientalistica ed enogastronomica di Puglia, attraverso i tre comuni accomunati dalla storia dei loro castelli.

Le tappe conversanesi si basano sulla la storia della città d’arte, attraverso le vicende che hanno animato la nobiltà del seicento e i fasti del Monstrum Apuliae nel tableau vivant “La monaca innamorata: donna Dorotea Acquaviva d’Aragona e gli intrighi amorosi con don Rodolfo Carafa”. 

Le vie dei saperi e dei sapori

Le vie dei saperi e dei sapori è un’attività di animazione territoriale promossa dalla Pro Loco Conversano con il sostegno della Città di Conversano ed il patrocinio di Unpli Puglia. Un tour che fa tappa in luoghi suggestivi della città, una camminata tra arte e storia, con momento degustativo.

Borgo di Natale Conversano

Luci, ghirlande, musica ed eventi: Conversano è il “𝐁𝐨𝐫𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐭𝐚𝐥𝐞”.
Il Natale è il periodo più ricco di significato dell’anno che coinvolge famiglie, scuole, città e istituzioni. 𝐁𝐨𝐫𝐠𝐨 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐭𝐚𝐥𝐞 con le sue luci, i suoi addobbi e le sue iniziative, è rivolto alla ricerca dei valori autentici, della solidarietà e dello spirito natalizio. L’iniziativa si svolge a Conversano e Triggianello da dicembre 2023 a gennaio 2024.

Le pupe della quarantana

Per la foto ringraziamo la Pro Loco Conversano

A Conversano si rinnova la tradizione delle Sette Pupe della Quarantana.

Dopo gli eccessi del Carnevale culminanti nella “cremazione” del suo fantoccio, giunge la Quaresima, il tempo di digiuni, astinenze in segno di espiazione di colpe da emendare.
A Conversano, come dice l’Architetto Sante Simone: “La Quaresima era accolta lietamente dai bambini. I ragazzi poi avevano cara la Quaresima, perché era il tempo del giuoco del verruzzolo (trottola), di suonare le castagnole (nacchere), la trozzola (raganella), la tremola (tabella) e la tromba (scacciapensieri).”
[Durante la Quaresima] le ragazze solevano tendere un filo dalle finestre difronte di due case nelle strade, e sospendervi sette pupattole con ciambelline, e quella di mezzo col fuso, la conocchia e tutti gli altri strumenti per la filatura e tessitura. Ciò aveva nome di Quarantana, ogni sette giorni si toglieva una pupattola…

Per questo l’associazione turistica Pro Loco Conversano da otto anni ha ripreso l’antico rito esponendo in Piazza Castello e nelle vie del centro storico le sette pupe della quarantana; ogni domenica al tramonto viene fatta cadere una pupa segnando così le settimane rimanenti prima del giorno di Pasqua quando a mezzogiorno viene fatta cadere l’ultima pupa, la più grande vestita di bianco, e vengono regalate cioccolate e caramelle ai bambini.
Le volontarie della Pro Loco di Conversano, inoltre, per diffondere l’antica tradizione, ogni anno, organizzano corsi specifici e laboratori nelle scuole primarie della città, e su YouTube hanno pubblicato un video tutorial per realizzare le pupe.

Festa Patronale di Maria SS. della Fonte

credits: Comitato Festa Patronale Maria SS. della Fonte – Conversano – Ba

La festa della Madonna della Fonte è per i cittadini di Conversano il momento religioso più importante, in quanto Maria Santissima della Fonte è la protettrice della città e della diocesi.

La festa liturgica della Madonna della Fonte ricorre il primo sabato di maggio, mentre quella civile ricorre la quarta domenica del mese mariano.
I festeggiamenti religiosi prevedono le celebrazioni delle sante messe in onore della Madonna e le processioni con l’icona per le vie del paese. Essendo considerata una festa di primavera, oltre che religiosa, al passaggio in processione del bellissimo quadro bizantino raffigurante la Vergine Maria insieme a Gesù bambino, dai balconi delle case vengono lanciati infiniti petali di rosa.

Festa Patronale di San Flaviano

credits: apvliaovunque.wordpress.com

La Festa patronale di San Flaviano si svolge il 24 novembre. Si tratta di una festa semplice ma molto seguita dai fedeli. Momento più importante la processione della statua del Santo, venerata nella Basilica Cattedrale. Nel giorno della festa si tiene anche la tradizionale fiera con stand di abbigliamento, vendita di animali, mobilia e complementi d’arredo.

Sagra delle ciliegie

Solitamente tra fine maggio e inizio giugno, la Sagra delle ciliegie di Conversano vede sia stand con il prodotto tipico, che menù a base di ciliegie in locali e ristoranti, mercatini artigianali e serate di musica e ballo.

Maggio Conversanese

Il Maggio Conversanese comprende una serie di eventi incentrati sulla valorizzazione delle identità locali, del patrimonio culturale e umano e del territorio, fra turismo esperienziale, addobbi floreali, prodotti tipici, laboratori di cucina e giardinaggio, chioschi per la vendita di ciliegie, villaggio dei florovivaisti e laboratori per le scuole, iniziative culturali, manifestazioni artistiche e musicali.  

Telenorba

Il Gruppo Norba nasce nel 1976 a Conversano, su impulso di Luca Montrone, che tutt’oggi lo presiede. Il Gruppo opera da 40 anni come leader nel settore della comunicazione multimediale nel Mezzogiorno.

Il primo dicembre 1976 Telenorba, con un’apparecchiatura da 100 watt, inizia a trasmettere quattro ore giornaliere in bianco e mero. I mesi successivi segnano la progressiva crescita dell’azienda. Aumenta il capitale sociale, crescono le ore di trasmissione e si allarga il bacino di utenza.

A settembre del 1978 Telenorba sperimenta il colore e trasmette per dieci ore giornaliere; estende progressivamente la sua zona di copertura, prima all’intera provincia di Bari, poi all’intera Puglia e, negli anni successivi, al Molise ed alla Basilicata, fino a raggiungere un bacino di circa cinque milioni di utenti.

Nel 1981 l’azienda dà vita ad una seconda emittente televisiva, TELEDUE. A partire dal 2010, durante la sperimentazione che ha preceduto il passaggio dal sistema analogico al digitale, nascono le due TV tematiche del Gruppo: prima TG Norba 24, TV all news, e poi Radionorba Television, la prima radiotelevision in Europa.

Conversano: cosa vedere nei dintorni

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Gabriele e Pietro, sempre in giro per la Puglia (e non solo!), da collezionisti di Barbie ci siamo trasformati in travel blogger per raccontare la nostra terra in modo originale, e mostrare anche i luoghi meno conosciuti.

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