Per la nostra prima volta a Taranto non ci siamo fatti mancare nulla (o quasi). Dal centro storico al MArTA, passando per il castello e il lungomare. Ci siamo ripromessi di tornare presto, perché c’è ancora tantissimo da visitare, ma intanto ecco la nostra guida sui luoghi must da visitare a Taranto.
Segui Barbie in Town su Instagram e su Facebook.
- Leggi anche: cosa vedere a Bari
Indice dei contenuti
Cenni storici
La cronologia tradizionale assegna la data della fondazione di Taranto al 706 a.C.
La struttura sociale della colonia sviluppò nel tempo una vera e propria cultura aristocratica, la cui ricchezza proveniva, probabilmente, dallo sfruttamento delle risorse del fertile territorio circostante. Durante il periodo della colonizzazione greca sulle coste dell’Italia meridionale, la città fu tra le più importanti della Magna Grecia. In quel periodo, infatti, divenne una potenza economica militare e culturale, che diede i natali a filosofi, strateghi, scrittori e atleti, diventando anche sede della scuola pitagorica tarantina.
A partire dal 367 a.C., fu la città più potente tra quelle che costituirono la Lega italiota. Nel 281 a.C. entrò in conflitto con Roma (guerra tarentina) insieme al suo alleato Pirro, Re dell’Epiro, ma capitolò definitivamente nel 272 a.C.
Durante la seconda guerra punica, Taranto aprì le porte ad Annibale nel 212 a.C., ma fu punita tre anni dopo con la strage dei suoi cittadini e col saccheggio.
IL PRINCIPATO DI TARANTO
Il Principato di Taranto (1088-1465) fu un principato normanno di cui Taranto divenne la capitale.
Durante i suoi 377 anni di storia, fu talora un potente dominio feudale dipendente del Regno di Sicilia (e più tardi del Regno di Napoli), altre volte si ridusse a mero titolo, spesso concesso all’erede al trono o al marito d’una regina regnante.
la notte di taranto
Durante la seconda guerra mondiale, la città subì un bombardamento storicamente ricordato come la notte di Taranto, a seguito del quale si contarono 85 vittime tra civili e militari.
Tra la notte dell’11 e del 12 novembre 1940, per via della sua importanza strategica e militare, la città subì un devastante attacco da parte della Royal Navy britannica.
il secondo dopoguerra
Nel 1965 fu inaugurato dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat il IV Centro Siderurgico Italsider, il più grande centro per la produzione dell’acciaio in Europa. Grazie a questa nuova realtà industriale, e disponendo di un grande porto mercantile, la città conobbe un altro e più marcato slancio dell’economia locale, con conseguente aumento della popolazione e del reddito pro-capite, e diventando negli anni a seguire zona di insediamento di cementifici, raffinerie e industrie metalmeccaniche.
- Leggi anche: cosa vedere a Lecce
Taranto la città dei due Mari
Taranto si estende per 249,86 km² e rappresenta il naturale affaccio sull’omonimo golfo dell’arco ionico tarantino. Presentando una morfologia del territorio prevalentemente pianeggiante, la città si sviluppa lungo tre penisole naturali e un’isola, quest’ultima nucleo storico dell’abitato, formatasi durante la costruzione del fossato del Castello Aragonese. Il comune possiede inoltre sei exclave, tra cui la frazione di San Donato. L’epiteto Città dei due mari si deve al mar Grande e al mar Piccolo, attorno ai quali si trovano la maggior parte degli insediamenti abitativi.
Il mar Grande bagna la costa esterna, racchiusa nella baia delimitata a nord-ovest da Punta Rondinella e a sud da Capo San Vito. L’arco ideale creato dalla baia naturale si chiude con le Isole Cheradi. Questo mare si congiunge col mar Piccolo in soli due punti, rappresentati dal canale naturale di Porta Napoli e dal canale artificiale navigabile che separa lo storico insediamento urbano dalla parte più estesa della città.
Il mar Piccolo, considerabile dunque un mare interno, è costituito da due seni idealmente divisi dal Ponte Punta Penna Pizzone, che congiunge la Punta Penna con la Punta Pizzone: il primo seno ha la forma di un triangolo grossolano, i cui vertici meridionali sono rappresentati dall’apertura a est sul secondo seno, e da quella a ovest sul mar Grande; il secondo seno ha invece la forma di un’ellisse, il cui asse maggiore misura quasi 5 km.
- Leggi anche: cosa vedere a Brindisi
Cosa vedere a Taranto
Taranto Vecchia
Il centro storico di Taranto vi affascinerà, ma al tempo stesso vi lascerà un po’ di amaro in bocca. Sì perché nonostante la bellezza antica di Taranto Vecchia, lo stato di abbandono di buona parte di essa grida alla necessità di una vera rivalutazione dell’isola dimenticata e quasi disabitata da troppi anni.
Seppure sia stata avviata un’opera di risanamento del centro storico, c’è certamente ancora tanta strada da fare. Eppure il fascino dei vicoli stretti (attraverso alcuni dei quali si vede il mare), dei palazzi antichi, delle chiese e dei murales, resta invariato, vi piacerà perdervi e ritrovarvi tra la quiete del borgo, che nasconde alcune gemme da vedere assolutamente. Taranto Vecchia altro non è che un’isola di circa 30 ettari situata tra il Mar Grande e il Mar Piccolo, collegata alla terra ferma da due ponti, che ha tanta storia da raccontare.
- Leggi anche: cosa vedere a Vieste
Cattedrale di San Cataldo
La Cattedrale di San Cataldo (o Duomo di San Cataldo) è la più antica cattedrale pugliese. Si trova nel cuore del centro storico di Taranto. Dedicata a san Cataldo, vescovo irlandese morto a Taranto nel VI-VII secolo, del quale ospita il sepolcro, fu costruita nella seconda metà del X secolo, sui resti di un edificio religioso paleocristiano risalente almeno all’VII secolo.
Nell’XI secolo l’impianto bizantino venne rimaneggiato e si costruì l’attuale cattedrale a pianta basilicale. Nel 1713 fu aggiunta la facciata barocca per opera dell’architetto leccese Mauro Manieri. Il campanile normanno, danneggiato dal terremoto del 1456, fu sostituito durante i lavori di restauro del 1952 con l’attuale, che ne riprende le forme.
Ha una navata centrale contornata da colonne dai capitelli tutti differenti tra loro, due laterali e un transetto a una navata. Nella zona antistante la facciata romanica, corrispondente all’attuale pronao, furono accolte le tombe dei personaggi più illustri della città.
Nel Cappellone di San Cataldo sono conservate le spoglie e la statua argentea del santo. È una delle più alte espressioni di barocco, con opere dello scultore Giuseppe Sanmartino, affreschi di Paolo De Matteis e marmi policromi. Nella Cripta Bizantina, a impianto cruciforme, si possono ammirare affreschi del Duecento e del Trecento, bassorilievi e sarcofagi.
- Leggi anche: cosa vedere a Trani
Tempio dorico di Poseidone
Il tempio di Poseidone (o Tempio Dorico) è un tempio periptero di ordine dorico situato nella odierna piazza Castello nel centro storico di Taranto. Risulta essere il tempio più antico della Magna Grecia ed è l’unico luogo di culto greco ancora visitabile nel Borgo Antico.
Le devastazioni e i saccheggi susseguitesi nell’arco dei secoli, nonché il fenomeno del reimpiego, ha reso impossibile il compito di definire la planimetria esatta del tempio. Le 2 colonne di ordine dorico rimaste a testimonianza dell’antico tempio magno-greco, più una base con 3 tamburi o rocchi, furono realizzate in carparo locale ricavato dalla stessa acropoli.
Il tempio è datato al primo quarto del VI secolo a.C.. Si presuppone che la peristasi dorica sia dovuta ad una fase di espansione successiva alla costruzione della cella in quanto non si riscontrano connessioni costruttive nelle fondazioni con il nucleo più antico.
- Leggi anche: cosa vedere a Alberobello
Castello Aragonese
Il castello aragonese (o castel Sant’Angelo), con la sua pianta quadrangolare e il vasto cortile centrale, occupa l’estremo angolo dell’isola su cui sorge il borgo antico della città di Taranto.
Il primo nucleo del castello risale al 780, quando i Bizantini avviarono la costruzione della “Rocca” a protezione dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre, e olio bollente. Nel 1481 fu realizzato un primo canale navigabile, più stretto dell’attuale e con sponde irregolari, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difendibilità del castello. Nel 1486, Ferdinando I di Napoli incaricò l’architetto e ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini di ampliare il castello e di conferirgli l’attuale struttura, onde rimpiazzare la tipologia medievale delle torri concepita per la difesa piombante. Il castello fu ultimato nel 1492.
- Leggi anche: cosa vedere a Gallipoli
Taranto Nuova
Lasciamo il centro storico di Taranto per dedicarci al resto della città, detta anche Taranto Nuova. Dal ponte girevole al MArTA, dai quartieri più moderni alle chiese ricche di storia e di arte, vediamo cosa visitare in questa parte di città.
Lungomare Vittorio Emanuele III
Gli imponenti edifici che affacciano sul lungomare risalgono per buon numero agli anni del fascismo. L’angolo con piazza Ebalia è segnato dal palazzo della Banca d’Italia di Cesare Bazzani, autore anche del palazzo delle Poste presso i giardini dei Caduti sul Lavoro, dove sono conservati alcuni elementi architettonici d’età imperiale; sulla Rotonda apre il reboante prospetto del palazzo del Governo, disegnato da Armando Brasini.
- Leggi anche: cosa vedere a Assisi
Monumento al Marinaio di Taranto
Il monumento al Marinaio di Taranto è uno dei monumenti del Borgo Nuovo della città. Dedicato ai marinai della Marina Militare Italiana, fu realizzato in bronzo sul corso Due Mari dallo scultore Vittorio Di Cobertaldo nel 1974, per volontà dell’ammiraglio Angelo Iachino, comandante della flotta di stanza a Taranto durante la seconda guerra mondiale, che volle far dono dell’opera alla città che fu teatro della famosa “Notte di Taranto”.
La scultura, che è alta circa sette metri e poggia su di un piedistallo, raffigura due marinai nell’atto di salutare le imbarcazioni che si accingono ad attraversare il canale navigabile che collega il Mar Grande con il Mar Piccolo, levando verso l’alto il tipico berretto con la mano destra. L’opera si integra con l’antica ringhiera del corso Due Mari sulla quale è impressa una stella a cinque punte e lo stemma della Marina dei Savoia, e vuole esprimere il legame tra la città e i marinai della Marina Militare.
- Leggi anche: cosa vedere a Matera
Chiesa di San Pasquale
La chiesa di San Pasquale è un luogo di culto cattolico situato nel borgo umbertino di Taranto.
Al tempo della costruzione del convento, gli Alcantarini dovettero superare numerosi ostacoli per la sua realizzazione. Ma il 31 maggio 1736 il sindaco Giovanni Delli Ponti e alcuni eletti tarentini si impegnarono col Provinciale Padre Bernardo della Concezione alla fondazione della casa religiosa. La realizzazione e costruzione dell’intero stabile la si deve ad un frate non sacerdote, Fra Serafino Carrozzini della Concezione da Soleto, che, col suo carisma, riuscì ad ottenere da Carlo III di Borbone e dalla Regina Maria Amalia di Sassonia, nel 1747, il decreto per la fondazione del convento, un sussidio di centottanta ducati per la fraternità alcantarina e il consenso di papa Benedetto XIV.
La facciata del tempio risale al 1936 anno in cui la facciata attuale fu costruita in sostituzione della precedente eretta nel 1747. Fu progettata secondo i gusti artistici del periodo fascista dall’architetto Cesare Bazzani.
La chiesa presenta una pianta a croce latina a tre navate, sulle due navate laterali sono presenti degli altari e due cappelle quella sul lato sinistro dedicata a sant’Egidio da Taranto e quella parallela al lato destro intitolata alla Madonna del Pozzo di Capurso.
- Leggi anche: cosa vedere a Perugia
Ponte girevole
Il ponte di San Francesco di Paola di Taranto, più noto come “ponte girevole” per la possibilità di aprirsi al passaggio delle navi, è la struttura che collega l’isola del Borgo Antico con la penisola del Borgo Nuovo. Inaugurato il 22 maggio 1887 dall’ammiraglio Ferdinando Acton, il ponte sovrasta un canale navigabile lungo 400 metri e largo 73 metri che unisce il Mar Grande al Mar Piccolo.
Il ponte appare in alcuni film, il più antico dei quali è senz’altro La nave bianca, girato a Taranto nel 1941. Anche Gabriele d’Annunzio cita la struttura in un suo poema.
Nel 2018 sono state girate numerose scene della pellicola Six Underground, diretto da Michael Bay. Nonostante il capoluogo jonico sia stato teatro di numerosi ciak, questi nella finzione risulteranno ambientati a Beirut.
L’apertura del ponte girevole di Taranto, si rende necessaria per consentire il passaggio delle grandi navi militari dirette alle banchine ed ai bacini dell’Arsenale della Marina Militare situati nel Mar Piccolo per i lavori di manutenzione. La gestione dell’apertura, così come la manutenzione, sono affidate alla Marina Militare.
Il ponte girevole costituisce il principale simbolo della città di Taranto, e può essere considerato per la sua unicità una mirabile opera d’ingegneria navale.
- Leggi anche: cosa vedere a Gioia del Colle
Museo Archeologico Nazionale di Taranto MArTA
Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, racconta le radici dell’Italia Meridionale attraverso le testimonianze delle genti che l’hanno abitata. Fra i più importanti d’Italia, fu istituito nel 1887 ed occupa sin dalle origini l’ex Convento dei Frati Alcantarini, o di San Pasquale, costruito poco dopo la metà del XVIII secolo.
Il percorso espositivo, che tiene conto delle caratteristiche dei materiali della raccolta museale e della possibilità di riferire ai contesti di scavo la maggior parte dei reperti, illustra la storia di Taranto e del suo territorio dalla Preistoria all’Alto Medioevo, sviluppandosi diacronicamente dal secondo al primo piano: periodo preistorico e protostorico, periodo greco (senza tralasciare le tematiche dei rapporti dinamici con il mondo indigeno preromano), periodo romano, periodo tardoantico e altomedievale.
Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, al piano mezzanino, possiede anche una collezione di quadri che nel 1909 confluirono nelle collezioni del Regio Museo di Taranto.
Uno degli elementi di maggiore attrazione delle ricche collezioni del MArTA è sicuramente la Collezione degli Ori di Taranto. Tra la seconda metà del IV e il III sec. a.C. l’artigianato tarantino si specializza in una serie di produzioni di lusso che raggiungono un’eccellenza tale da alimentare le esportazioni e condizionare il costume di un ampio settore del Mediterraneo. È il caso delle produzioni tessili e soprattutto delle celebri oreficerie che, ancora oggi, costituiscono uno degli attrattori più interessanti.
Chiesa del Carmine
La chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo (comunemente detta chiesa del Carmine) di Taranto è una delle chiese del Borgo Nuovo della città. L’anno esatto di costruzione non è noto, ma l’esistenza della chiesa è attestata fin dal 1577, con il nome di “Santa Maria della Misericordia”.
Con la gestione dei padri Carmelitani, fu in seguito dedicata alla Beata Vergine del monte Carmelo, come si può leggere da un’iscrizione in latino sulla trabeazione del prospetto principale,
La chiesa nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata, fino ad assumere l’attuale aspetto in stile neoclassico. Il prospetto principale è da far risalire ad un rifacimento del 1937. All’interno, la chiesa è a croce latina con una sola navata, sui cui lati si trovano le cappelle che custodiscono la statua di Gesù Morto e dell’Addolorata , donate dal nobile tarantino don Diego Calò nel settecento. Esse escono nella Processione della Settimana Santa tarantina.
- Leggi anche: cosa vedere a Napoli
Palazzo degli Uffici
Il Palazzo degli Uffici di Taranto è uno dei palazzi più prestigiosi del Borgo Nuovo della città. Fu costruito nel Settecento per assolvere alla funzione di orfanotrofio e ospitare i bambini poveri della città e gli orfani dei militari, per ordine di un Regio Decreto di Ferdinando IV di Borbone del 1787.
Il prospetto principale del palazzo si affaccia su Piazza Archita, ed è allineato con il Ponte Girevole dal quale è perfettamente visibile. Idealmente appare suddiviso in due sezioni orizzontali: la sezione inferiore presenta al piano terreno un maestoso portone principale affiancato da una serie di porte, e al primo piano una fila di finestre incorniciate; quella superiore si presenta sia al secondo sia al terzo piano con 20 finestre decorate elegantemente. La suddivisione in sezioni verticali invece è effettuata mediante lesene di ordine dorico nella parte inferiore, e lesene di ordine ionico in quella superiore. La parte superiore del prospetto termina con un piccolo timpano triangolare decorato e con un orologio meccanico. I restanti prospetti sono identici a quello principale, con l’eccezione del piccolo timpano triangolare.
Il palazzo dal 2002 è in fase di restauro e di riorganizzazione interna degli spazi.
- Leggi anche: cosa vedere a Polignano a Mare
Taranto Sotterranea
Il Museo spartano – Ipogeo Bellacicco (MISpa) è la terza struttura storica più visitata di Taranto dopo il Castello Aragonese e il Museo Archeologico MarTa. L’associazione culturale Filonide organizza dal 2004 visite alla Taranto sotterranea e all’ipogeo de beaumont bellacicco (ora museo spartano).
La peculiarità che rende questa struttura unica in tutto il panorama storico-artistico pugliese è che in essa sono documentate tutte le epoche e i periodi storici. A partire dalla fondazione di Taranto ad opera degli spartani (VIII sec a.C) fino al XVII sec. data di costruzione del soprastante Palazzo nobiliare de Beaumont Bonelli.
La struttura, di appartenenza e gestione privata senza sovvenzionamenti pubblici, è attualmente sede dell’Associazione Culturale Filonide che ne cura le visite guidate.
Le spiagge di Taranto
Acqua cristallina, fondali bassi, la costa di Taranto e provincia non ha nulla da invidiare a quello di altre zone della Puglia. Tra le spiagge e le località balnerari più note citiamo: Castellaneta Marina, Marina di Pulsano, Marina di Lizzano, Marina di Chiatona, e poi Campomarino, e l’ Isola di San Pietro.
Castellaneta Marina
Castellaneta Marina è una frazione marina del comune di Castellaneta, in provincia di Taranto. Abbiamo scelto questo posto meraviglioso per concludere le nostre vacanze estive, tra immense spiagge di sabbia finisimma e un mare cristallino.
Castellaneta Marina è una località turistica molto apprezzata, composta quasi esclusivamente da ville, su di una costa fatta di sabbia fine, dune ed un mare cristallino.
Il territorio, votato al turismo di qualità, presenta in zona Riva dei Tessali un prestigioso campo da golf.
Immersa nel Bosco Pineto, Castellaneta Marina è una località balneare tra le più apprezzate del golfo, grazie ai fondali trasparenti e bassi, i numerosi servizi e le ospitali strutture ricettive.
Marina di Chiatona
Situata nella costa occidentale del Golfo di Taranto, Marina di Chiatona ricade nel territorio di Massafra lambito dal mar Ionio.
Molto frequentata, la lunga spiaggia sabbiosa si dispiega per vari chilometri. La parte centrale si caratterizza per la presenza di numerosi lidi attrezzati, strutture ricettive e ristoranti per il relax in spiaggia e il divertimento al calar del sole.
Ai lati, invece, si allungano zone di spiaggia libera incorniciate dalle dune di sabbia punteggiate di macchia mediterranea. I fondali soffici e sabbiosi che digradano dolcemente ne fanno lo scenario ideale per i giochi in riva al mare dei bambini. [FONTE]
Marina di Leporano
Marina di Leporano sfoggia un litorale scoglioso dove si incuneano cale sabbiose bagnate dal mar Ionio. La Baia di Gandoli è un’insenatura naturale in parte libera e in parte attrezzata dove comodità e comfort si fondono con lo splendido paesaggio circostante.
Procedendo verso sud-est si incontra la Baia di Saturo con il suo mare cristallino e una spiaggia libera di sabbia chiarissima.
Sovrastato da un camping, Porto Pirrone sfoggia due insenature di sabbia intramezzate da scogli, molto frequentate dalle famiglie per le acque caraibiche tutte da scoprire con le immersioni o con un giro in pedalò. Infine, si incontra il porticciolo incastonato nella scogliera della Baia d’Argento. [FONTE]
San Pietro in Bevagna
San Pietro in Bevagna è una delle località balneari sulla costa ionica del Tarantino appartenente al comune di Manduria, provincia di Taranto. Durante l’estate il centro è molto popolato per via del turismo balneare.
Il mare azzurro come il cielo e cristallino di San Pietro in Bevagna vi farà innamorare, proprio come è successo a noi. Il mare di San Pietro in Bevagna, contraddistinto da un’acqua esageratamente trasparente, è uno degli spettacoli ai quali potrete partecipare durante le vostre vacanze in Puglia.
- Leggi anche: cosa vedere a Andria
Isole Cheradi
Taranto ha 3 isolotti: San Paolo, San Pietro e San Nicolicchio, oramai scomparso. La storia di queste isole è leggendaria. I Greci chiamavano queste isole Elettridi perché dedicate a Elettra, la figlia del dio Poseidone e sorella di Taras, fondatore di Taranto. Sempre secondo i greci, fu su queste isole che Dedalo, fuggendo da Creta, si riposò lasciando due statue. Nel Medioevo le isole diventarono luogo di culto con molte chiese di cui non resta nulla. Perfettamente visibile a San Paolo, il forte voluto da Napoleone Bonaparte. Con l’Unità d’Italia le isole diventarono di proprietà della Marina militare. Oggi, infatti, si può visitare solo l’isola di San Pietro dove si dice sia sbarcato il primo Papa prima di andare a Roma. Quest’isolotto è una riserva con un’acqua cristallina e alle spalle una foresta di platani, lecci e querce.
La leggenda di Efesina
Efesina era una donna tarantina di straordinaria bellezza, un’etera scaltra e sensuale. Efesina era maestra di baci e abile seduttrice. Nata da madre greca e da padre tarantino, aveva purissimi lineamenti da ellena, misti alla morbidezza procace delle partene. La sua casa era piena di statue e monili, dono segreto dei suoi tanti amanti.
Presto i Tarantini di più rigida moralità mostrarono insofferenza verso la tarantina ammaliatrice. Tutto ebbe inizio quando giunsero a Taranto i Romani conquistatori. Pare che offrì la sua maestria al nemico vincitore e che i tarantini, con l’accusa di tradimento, la lapidarono nella pubblica piazza.
Secondo un’altra versione, Efesina fu punita perché si prese gioco del popolo tarantino radunato nel tempio dorico per fare sacrifici in onore del dio Nettuno in vista della battaglia contro i Romani. [fonte]